Recensione/valutazione per il contest "La ragazza e...la maledizione " indetto sul forum di EFP
4° posto Manufury- Labbra nere
Grammatica e ortografia: 8/10
Non sarebbe del tutto malvagio, se non fosse per alcune sbavature ortografiche che si possono trovare all’interno del testo (in alcuni casi colpiscono anche il nome della protagonista, che si trova a essere chiamata “Vanesse” anziché Vanessa), c’è poi il famigerato caso di caffé scritto con un accento al posto di un altro, come anche l’uso preso da forum e chat di scrivere parole in maiuscolo per indicare che il personaggio sta gridando.
Per fare qualche esempio, potrei segnalare:
“tra tante altre collanina perché…”
La parola collanina non si accorda in numero con le precedenti
“SEI UN’IDIOTA E UN MALEDETTO”
Questa è doppia: uso dei maiuscolo a sproposito e apostrofo che non va usato perché riferendosi a un personaggio di genere maschile non c’è bisogno dell’elisione (insomma si poteva scrivere “un idiota”).
“Un singhiozzò le uscì”
Sarebbe stata preferibile la lezione senza accento.
“quello si far intenerire”
Molto probabilmente in questo errore c’entra la disposizione dei tasti sulla tastiera.
“le sue labbra nere non avrebbe mai più”
Qui sarebbe stato meglio usare “avrebbero”
Non vorrei sembrarti troppo severo, ma due punti in meno mi sembrano il giusto metro di giudizio.
Ci sarebbe poi questa frase:
“il cui regno si trovava sia tra le lenzuola sia in un qualsiasi letto”
Non mi sembra un errore propriamente detto, ma risulta difficile da capire, nel senso che la parola “sia” viene usata per indicare una disgiunzione, ma le lenzuola sono associate ai letti. se la frase fosse stato “il cui regno si trovava sia tra le lenzuola sia al di furori di esse” sarebbe stata per me più comprensibile, ma come ho detto prendi queste parole con beneficio d’inventario.
Stile: 10/10
Davvero molto bello, semplice, discorsivo, capace di mostrare molto bene il personaggio della protagonista sia come viene vista da altri che come si vede lei stessa, mi sono piaciuti molto il momento dell’incontro tra la protagonista e il suo ragazzo e il racconto della maledizione, li ho trovati ben inseriti nell’insieme del racconto.
Originalità: 8/10
Non lo è molto, perché il tema della colpa degli antenati che ricadono sui discendenti è decisamente usato e strausato, come anche la selettività nella scelta dei portatori della stessa, sia pure per volontà superiore (non male l’idea di far partire la maledizione da un’entità semidivina o con poteri paragonabili a quelli di una divinità, mi ha fatto tornare alla mente i rapporti spesso tesi tra umani e dèi tipici della mitologia classica, che spesso finivano male se non malissimo per i primi); insomma, si potrebbe dire che sia un carattere recessivo nei maschi, dominante nelle femmine
Gradimento personale: 9/10
Mi è piaciuta molto, solo che vi sono dei momenti che non ho capito molto bene, sicuramente per un mio limite, per esempio il dato anagrafico, mi sembra un po’ strano che la protagonista non abbia provato prima a baciare qualcuno (insomma, deve pur avere avuto delle cotterelle adolescenziali, e provare già allora l’emozione di quel gesto, posso capire il timore che poteva venirle dalla favola, ma quella è anche l’età dove si contesta tutto e tutti), inoltre sembra che i suoi antenati non abbiano mai provato a farsela togliere, cercando magari aiuti “superiori”.
Per uno scherzo delle sinapsi la particolare natura della maledizione mi ha fatto venire in mente Totò il figlio dello sceicco, dove la regina Antinea con un bacio trasformava gli uomini in statue d’oro, forse in quel si soffriva meno rispetto a un’intossicazione venefica.
Caratterizzazione dei personaggi: 4/5
La protagonista mi sembra molto ben caratterizzata, nonostante la pessima eredità portata alle donne della famiglia ha provato comunque a vivere una vita “normale” (anche se in quelle condizioni non sarebbe mai stata del tutto possibile, se non al costo di rinunciare a un atto abbastanza comune nella specie); quanto al ragazzo, sarebbe facile criticarlo per la sua scelta di non dare retta alla sua ragazza, ma bisogna comprenderlo, in quest’epoca laica e smitizzante, chi avrebbe mai creduto a quella che sembrava una favola per far paura ai bambini? C’è da dire che ha pagato davvero caro il voler provare se la leggenda fosse vera o meno.
Una menzione particolare va alla povera zia della protagonista, non so dire se la sua scelta sia stata davvero l’unica possibile, anche se l’idea di fondo di mettersi al sicuro dal rischio di far del male a qualcuno magari senza volerlo è lodevole, ma forse un po’ troppo drastica.
Attinenza al tema: 4/5
Direi che c’è, purtroppo il testo per come è stato presentato per il concorso non si vede come la ragazza reagisce alla prova che la maledizione passa anche attraverso di lei, condannandola a una vita di solitudine (o almeno senza poter baciare, un problema non proprio secondario in una relazione), c’è da sperare che non ripeta il gesto della sua parente, in fondo nella vita ci sono altre soddisfazioni, lei stessa era riuscita per tre mesi a stare con un ragazzo).
Totale: 43/50 |