Recensioni per
Il Giardino Delle Rose
di chocobanana_

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
13/08/13, ore 00:52

Dire che mi intriga temo sarebbe effimero. La sensazione che mi ha suscitato il prologo è qualcosa che varia ad ogni secondo e temo ad ogni parola che rileggo del suddetto, ma per quanto bislacca come situazione, mi attira e non posso far altro se non inserirla nelle seguite e attendere che il primo capitolo e quelli che spero seguiranno.
C'è un qualcosa di profondamente preoccupante in quelle siepi alte e ombrose che bloccano la visuale di Feliciano, c'è qualcosa di perversamente ingannevole nel modo garbato e sereno che ha Arthur nel sorseggiare il suo amato e inconfondibile thé innanzi a quello che dovrebbe essere un perfetto estraneo, c'è un qualcosa di premonitore nella parete di rose tappezzata di spine dietro cui si cela il giardino e l'avventura del nuovo arrivato, un'avvisaglia che temo si legga nelle parole di Francis e nel suo ostinarsi - con una tecnica rinomata e mai scontata - a distrarre e carpire l'attenzione dell'inglese pur di allontanarlo solo per qualche istante dai propri propositi, dalle proprie proposte. Non ho idea del come Feliciano sia potuto cadere in un tale mondo, non so cosa sia accaduto a Romano e dove "dorma" in questo preciso momento narrativo, ma mio malgrado ho intenzione di scoprirlo e dovrò attendere. L'unica remora che posso presentare è forse l'inquietudine che mi ha suscitato una bellezza tanto falsa e spudorata da apparire inquietante persino nella sua maschera di perfezione già incrinata. L'inganno c'è, ci sarà e non credo sarà piacevole, ma un po' di angst-fantasy ben svolto non guasta mai e va assolutamente premiato se provoca in me, che sono una specie di mostro incorruttibile da lacrime e carinerie, un brivido di ansia, un mugolio di tacita preoccupazione.
I personaggi mi sono apparsi già in qualche modo delineati nella loro scarsa comparsa, ma perfettamente associati: Feliciano ovvero "l'Alice" nel paese di quelli che temo saranno incubi e che la sua ansia perenne questa volta ha già previsto come monito saggio e preveggente; Arthur "Il Buon bugiardo" che nasconde i ghigni nelle tazzine di porcellana e mostra ostinatamente la parte impeccabile, celando in un mantello blu quella oscura che giace al riparo dal mondo - qualunque esso sia - ; Francis "l'Aiuto inatteso" che pur apparendo ambiguo nei modi e tanto forzatamente gentile da spaventare chi gli sta accanto, scopre sempre più o meno volontariamente la verità, limitandosi al suo teatro tanto amato e tanto recitato. Probabilmente mi starò sbagliando, sicuramente avrò frainteso molti dei troppi indizi che aleggiano nel prologo, ma mi concedo il beneficio del dubbio e il legittimo errore dettato dalla sensazione che ancora mi pizzica le mani. Non conosco le coppie che vorrai inserire, i miei gusti temo tu li abbia già ben chiari da un nostro più o meno passato approccio su una tua storia, ma ciò non può far altro che incuriosirmi e spingermi ad attendere in silenzio la venuta del primo capitolo.
Complimenti davvero, perché mi sento molto incuriosita e credo di averlo detto - più o meno - chiaramente in questa recensione insensata e prolissa sino all'inverosimile, ma spero mi perdonerai... non, mon ami?
Un bacio e alla prossima, Belarus.
(Recensione modificata il 13/08/2013 - 01:01 am)