Ciao :),
bella questa tua poesia, che ho scoperto per caso.
E', si può dire, un' ode dedicata alla, vetusta, macchina da scrivere.
Caduta in disuso e abbandonata, Per moltissimo tempo, insostituibile.
Rendi bene l' idea nelle tue frasi: "Cimiteri di macchine da scrivere" e "Nel ferro senza vita".
La frase: "Urla di dolore dalla discarica". Il dolore e i lamenti delle macchne condannate al
l' abbandono e all' oblio, perenne, come in un girone infernale.
Una ne sottrai a questo inesorabile destino e denutrita la nutri di fogli e la fai rivivere.
Protagonista e infine anche musa ispiratrice. Un particolare, questo, che riconduce al conte
nuto della poesia stessa!.
Molto belli i quattro versetti finali, che esprimono un sentimento di di gioia e creatività.
Un componimento che ha messo in luce il valore rilevante ricoperto dalla macchina da scrivere,
soppiantata definitivamente dal computer.
Complimenti per il singolare argomento della tua poesia. Un argomento tutt' altro che banale!.
Sei molto brava!.
Cordialmente,
Biamar
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