Ho aperto questa storia perché mi ha incuriosito il riassunto. L'ho visto scritto di getto e molto succinto, però mi sono detta che non sempre è facile scrivere un riassunto, piuttosto che una storia intera.
Ma qui la fretta è ovunque.
Mi permetto di lasciarti una recensione critica, spero tu non ti offenda.
A me sembra, e correggimi se sbaglio, che nello scrivere questa vicenda a te premesse più mostrare la dichiarazione tra i due personaggi che i fatti che hanno portato alla stessa. Sì, il punto focale della storia è quello, ok; ma le storie si costruiscono mattone dopo mattone, preparando il lettore alla scena che tu vuoi fargli vedere. Altrimenti, quello che per te è il momento più magico e prezioso diventa, per il lettore, un momento come tanti altri. Quasi non se ne accorge, capisci? Ed è un peccato, perché rischi di bruciarti una storia a monte. E tutte le storie, in potenza, sono buone.
Immagina sempre che chi sta leggendo quello che tu hai scritto non conosca NULLA: non sa chi siano i personaggi, come siano fatti o le motivazioni che li spingono a fare ciò che fanno; non conosce l'ambiente in cui si muovono. Lo scrittore deve mostrare al lettore il mondo che ha nella testa, perché purtroppo il lettore non ha un collegamento diretto con chi scrive.
Il risultato è che la tua bella storia lascia a chi la legge una serie di domande che NON ci si dovrebbe porre.
Chi è Anthony? Io mi aspettavo Milo, dunque, non essendo né lui né Kardia, mi chiedo se si possa trattare di qualcuno venuto prima ancora di quest'ultimo. O dopo, magari.
E la protagonista chi è? Angelica, ok, ma resta la domanda: Come mai è finita al Santuario?
Di lei si sa solo che è bionda, ma poi?
Inutile dire che non faccio in tempo ad affezionarmi ai personaggi: quando introduci qualcosa di nuovo in un ambiente già consolidato devi dare tempo al lettore di conoscere le tue novità, di affezionarsi ad esse così da avere 'simpatia' per la tua storia. Se, ad esempio, i battibecchi tra Anthony e Angelica fossero stati centellinati nel corso della storia, io avrei avuto modo di parteggiare per lui, o per lei. E mi sarei goduta il dolcissimo gusto dell'attesa della dichiarazione tra i due. Invece, così, mi sembra di vedere un fil con il F/F. È un peccato, non trovi?
Sul testo a metà tra pezzo teatrale e novella taccio. Io preferisco o uno, o l'altro; ma sono questioni stilistiche, diciamo così.
Perché non provi a riscriverla? Dico sul serio, magari provando ad avere meno fretta e a rileggere ad alta voce quello che hai scritto per dosare meglio la punteggiatura. Un esercizio utile è quello di copiare su un quaderno un brano di un autore che ti piace molto e poi analizzarlo: vedere come dosa i suoi periodi (principali, secondarie, incisi), come costruisce le vicende, come presenta i suoi personaggi e poi metterci del tuo. Non ti sto dicendo di copiare a mani basse il tuo autore preferito, sia chiaro: ma di provare a cpaire come fare. È come andare in bicicletta: va bene dire "pedala!", ma se vedi com'è che si pedala non è meglio?
Buon lavoro!
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