Recensioni per
Ronzanti Abissi Lacustri
di Henry Chinaski
Non posso dire che sia bella, perché penso d'altronde che tu non lo voglia sentire. Dico piuttosto che m'ha affascinato, che, come dice qualcuno, è qualcosa di più... M'è piaciuta più di tutto il resto che hai scritto. Evanescente e surreale. Dal carattere usato a ogni parola; m'ha fatto venire un senso di nausea di cui non riesco a fare a meno: l'ho letta fino alla sazietà, o meglio, non mi ha ancora stancato la sua lettura. Strega fin da quell'inizio così classico, con la musicalità successiva, poi con quello stagno libidinoso, immaginoso, peccaminoso: è un'orrida sabbia mobile in cui nidifichiamo e da cui nasciamo, come vermi. Sembra un quadro di Dalì, anche se non riesco a trovare collegamento logico, lo sembra comunque. Alla fine pare di sentire l'odore dell'alcool, come se un ubriaco avesse scritto le sensazioni che prova al momento o meglio, quello che sta vedendo con i suoi occhi stralunati. Cerca di capire, ma l'Essenza rimane appesa lì, tra piacere e lordura, immersa in quell'odore malato. (A prima vista il carattere m'è sembrato quello della macchina da scrivere, ma non ne sono sicuro: mi ha dato l'idea, prima di un Bukowski che conosco poco, degli scrittori beat.) |