Recensioni per
Cartoline dall'Appennino
di Kruaxi

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
23/04/14, ore 16:19

Salve Kruaxi. Questo tuo "Saluti dall'Appennino" è davvero un bel racconto, scritto bene, avvincente, inquietante e paragonabile ad una sonora "svegliata" (poi mi spiegerò). Avendolo letto ieri e recensito oggi, alcune sfumature le ho perdute, ma che io ricordi ho visto due unici errori: il primo grammaticale, hai scritto se, inteso come "se stesso", senza accento "sé"; poi, citando il modello di cacciabombradiere francese "Dassault Rafale" hai scritto Rafaele... sì, forse sono un po' troppo fiscale, mea culpa.  
Ma veniamo al dunque: trovo che il troncone inziale con il quale descrivi l'imboscata sia particolarmente ben fatto, così come, alla fine, il modo con cui descrivi la marcatura laser alla fine. Abitutalmente, quando si legge un libro, non si può fare a meno di gioire dello sterminio di nemici poiché ci si immedesima nei protagonsiti... ma qui, decisamente no, o meglio, gioisci ma ti rimane un retrogusto amaro in bocca. è questo che intendevo per sonora svegliata e inquietante, sono italiani che si uccidono a vicenda. Una cosa terribile. Se proprio si deve combattere, non è con i propri stessi fratelli che lo si deve fare. Sai? Vedendoti citare così abilmente il connubbio di eventi e armi, sovietiche, israliane e francesi, non ho potuto fare a meno di notare come riesci ad essere bravo quanto Mario Farneti nelle descizioni di scotri armati, mi hai ricordato proprio lui e la sua trilogia ucronica. Seconda cosa, sei riuscito a ricreare perfettamento un'atmosfera cinquecentesca nell'Italia (per non parlare della decandeza del resto del pianeta, con gli USA costretti a svendere le unità più potenti della propria flotta) con la differenza che queste battaglie avvengono in un prossimo futuro. Uno dei colpi con cui, abilmente e in pochissime parole, riesci a trasmetterlo avviene con la menzione di aiuti esteri, propio come Milano e lo Stato Pontificio facevano con Francia e Spagna. E veniamo al pezzo finale: è stata una bella idea, mi è quasi parso di percepire una sorta di "scusa" (chiamiamola così) che giustifica la caduta di realtà immensamente potenti ad opera di piccole popolazioni praticamente irrilevanti... non ho potuto fare a meno di pensare all'Impero Romano, sconfitto da nemici molto più deboli di lui. Qui, se mi permetti una piccola critica, trovo che l'idea sia fantastica, ma trattata troppo superficilamente, credo avreti dovuto approfondire la questione un po' di più. Soprattuto il pezzo finale, in cui spieghi che il coprotagonista prende il posto di Gianfranco, non è spiegato con la giusta dovizia di particolari (ma è solo unamia opinione), nonostante io ripeta che l'idea in sé sia molto bella, così come il "cambio della guardia" tra napoleonici e tedeschi e poi italiani. Quello è stato un tocca di classe, per dirla senza tanti giri di parole. 
Alla prossima,
Aurelianus