Un po' di pugnalate di sano angst è quello che mi ci vuole per riprendermi dal mal di testa allucinante che ieri mi ha stesa.
Partiamo dal fatto che io adoro la RivaillePetra - anche se non è la mia preferita, ma sono comunque carinissimi, oltre che da depressione - e che, a conti fatti, è angst di per sé stessa, quindi non è che ti potessi inventare qualcosa di allegro. Quando nell'ultimo episodio Rivaille si è fermato a osservare il corpo di lei è stato decisamente straziante.
Quello che apprezzo delle tue storie è che riesci a condensare molti sentimenti senza perderti in fronzoli superficiali, riesci a far arrivare le emozioni così come sono. Prima la felicità, l'allegria, per il bambino in arrivo. Ed è bella Petra che lo immagina, ci fantastica, ci spera, rendendo concrete almeno un po' di più quelle illusioni chiamandole per nome. E Rivaille è lui, non si scompone, ma le dedica attenzioni.
E la seconda parte, dove puoi prendere una corda e andarti a impiccarti per mettere fine al dolore. L'ineluttabilità del loro destino, un destino che si sono scelti e del quale nemmeno possono lamentarsi, perché sono vite che si sono costruite da soli. L'ultima frase è di una tristezza immensa, non so nemmeno come renderti ciò che ho provato nel leggerla, perché racchiude il dolore di Rivaille senza che si palesi concretamente e mi è sembrato tremendamente lui.
Per finire, non so come non possa non trasmettere emozioni a chi la legge, indipendentemente dalla coppia. Sinceramente, è così agrodolce e drammatica, da non poter lasciare indifferenti.
Mi sono dilungata fin troppo, me ne vado.
Alla prossima,
Ilse |