Sono reduce dalla ventiduesima puntata, terminata appena pochi minuti fa. Che posso dire, se non che è stata la conferma di ciò che avevo già fiutato la settimana scorsa, e cioè che ci fosse del tenero fra Petra e Rivaille?
Solitamente non mi affeziono né a personaggi principali, né tantomeno alle coppie definite "canon" - se vogliamo proprio dare una definizione a tutto -. Ma questi due hanno fatto breccia nel mio cuore nel momento in cui ho percepito il forte sentimento che certamente li ha legati, ma che adesso non potrà più sbocciare nella sua grande bellezza.
Vorrei poter dire che mi dispiace, ma io amo l'Angst e credo che una coppia del genere non avrebbe mai suscitato il mio interesse se non avesse subito simili risvolti, così eccomi qua.
In questa seconda parte della mia recensione voglio dirti che se c'è un argomento che ho sempre amato, quello è il legame padre/figlio. Solitamente mi riferisco al rapporto che unisce il genitore a un figlio maschio, ma non escludo che possano esserci delle eccezioni, come in questo caso.
Non so ancora quanto trovare azzeccata la scelta di fare dare a Petra del "voi" a suo padre - mi pare che per esempio Eren dia del "tu" ai genitori, se non sbaglio - ma la considero comunque una scelta stilista assolutamente legittima - in fondo non suona affatto male, trattandosi di un periodo storico ispirato al Medioevo -. Mi pare giusto che all'alba della sua prima spedizione, Petra ribadisca quanto la sua scelta di entrare nella Legione sia stata accuratamente meditata. È come se volesse ricordare al genitore che ormai è adulta, e che quindi sa ormai badare a se stessa e assumersi le proprie responsabilità: dimostra di essere la ragazza matura che è. Tutto ciò che spera di ottenere con le sue parole è la completa fiducia del padre, e il racconto di ciò che ha sentito dire dai suoi superiori ne è la conferma: "Sarò per voi motivo di orgoglio [...] ve lo prometto".
E poi, le ultime, dovute raccomandazioni: "Mangiate abbastanza, non bevete troppo vino [...]" - il particolare del vino calza a pennello e dà un tocco in più a questo personaggio di cui in fondo non sappiamo nulla - come a volerci ricordare che anche i figli hanno il diritto di preoccuparsi per i propri genitori, che quello di suo padre non è l'unico cuore a stare in pena.
"Siamo tutti nella stessa situzione", penso sia questo ciò che Petra tenta di dimostrare alla fine. Non importa chi sia dei due a rischiare costantemente la vita: ognuno ha le sue difficoltà da affrontare, perché il male esiste in ogni scelta che facciamo, che sia essa più o meno rischiosa.
Concludo qui. Non devi scusarti per la brevità di ciò che scrivi: a volte tante parole risultano troppe. L'abilità di chi scrive sta nel modo in cui si esprimono determinate sensazioni, e anche in poche righe tu hai saputo trasmettermi il messaggio che volevi dare.
Al prossimo capitolo!
Strato. |