La vera bellezza di questa storia è la sua delicatezza. Tutto - dallo stile alla scelta anche delle parole più "piccole" per descrizioni raffinate, ma incisive - è dove deve essere, chiaro: colline verdi sterminate, casupole in pietra, il cigolio della vita che si spegne alla fine di una giornata dove ogni cosa segue pigramente la sua routine in una ruota che appare millenaria. Il tempo si è fermato nel negozio di Myrddin dove si respira un'aria densa, di odori e ricordi. Balza subito agli occhi del lettore (anche un ignorante della materia) che qualcosa di antico si è radicato tra quelle polveri colorate e le boccette di odori.
Ciò che scuote di questa storia sono gli spazi bianchi tra le parole e i paragrafi: ho avvertito in modo quasi violento un rimando a quel famoso "vuoto" ermetista che dilata spazio e tempo, in cui si avvertono gli echi lontani delle parole che continuano a richiamarsi vicendevolmente. Anche in "Myrddin" lo spazio bianco veicola il "non-detto" ed accompagna - specialmente nelle note finali - la frustrazione del personaggio femminile.
Sin dalle prime righe si capisce che tra i due vi è un rapporto particolare di tacita intesa, non scordiamoci che Myrddin per la nostra cliente abbandona il noto cruciverba diabolico del Times!
Ma se appare lampante il legame che unisce i due protagonisti è altrettanto chiara la distanza che li separa. Un uomo congelato in un'epoca a cui, in fondo, non appartiene realmente; una donna che si ritrova ad affrontare una corsa ad ostacoli dove il susseguirsi di sbarramenti non porterà mai al traguardo: perchè "no Mabon?", perchè "no, sto bene dove sono"?
E fa male.
Fa male perchè anche noi vogliamo che accada, anche solo un gesto che spezzi quella indifferenza verso il mondo che sembra abbracciare il nostro personaggio. Ti dirò che personalmente sarei stata tentata a scuoterlo quasi con violenza.
Ma poi, nel mare dello "spazio bianco", sono ancora le parole a riportarci al vero significato delle cose.
Mi piacciono molto i riferimenti alla cultura wicca, ai Celti e alle passioni del nostro tempo (GREASE LIGHTNIN'!!!) perchè danno una veridicità tutta particolare all'insieme, collocandolo in una dimensione dove il tempo suona solo come uno dei tanti paradossi irrisolti.
Insomma, Putti, mi STRA-PIACE. Dovrei chiaramente vedere Merlin e piangere fino a disidratarmi <3 (Recensione modificata il 16/04/2015 - 11:32 pm) |