Ozlem stava seduta sul bordo del molo. La punta dei piedi che sfiorava l’acqua tiepida e calma, la testa piegata di lato, intenta ad osservare davanti a lei: un fitto boschetto di alberi comuni e floridi sul lato opposto del lago, qualche barca ancorata qui e là. Dietro di lei il pontile si allungava per alcuni metri, attraccato alla riva piena di ciottoli lucidi e tondi. Era nel bel mezzo del nulla, da sola. Il silenzio aleggiava intorno a lei, interrotto dal canto dei grilli nascosti tra l’erba e dagli stormi di rondini che volavano nel cielo.
La one shot si apre così e io l'ho amata dal primo istante -e non c'entra niente il fatto che sono una stronza molto fortunata che appare già in due tue dediche, no no-, quindi cercherò di fare una recensione seria e posata.
Ma non ti prometto nulla, mi conosci.
E poi hai questa padronanza delle parole che sembra quasi che tu ce l'abbia negli occhi, che quasi ti si incastrano nelle iridi che hai.
E guarda, io mi ci perdo in quello che scrivi perché è fottutamente meraviglioso e non so mi infondi qualcosa che proprio non riesco a spiegare e ora sto partendo a random
Pensò a quanto sarebbe durato e il rombo potente di una moto le diede la risposta. Si girò di scatto e, notando l’Harley Davidson che aveva alzato una nube di polvere intorno a sé, non riuscì a non sorridere. I folti capelli biondi di Dominic sbucavano da sotto un pesante casco rosso. Ozlem ritornò nella sua posizione iniziale, ignorando la mano del ragazzo che la salutava con enfasi. Un leggero risolino soffocato si fece spazio sulla sua bocca, nell’attesa che lui le si avvicinasse.
Secondo me Dominic è un ragazzo meraviglioso e se esistesse per davvero penso che farebbe gay. Non chiedermi perché, è troppo perfetto e punk.
“Come hai fatto a trovarmi?” chiese lei. Dominic prese posto accanto a lei, sfilandosi i pesanti anfibi scuri con davvero poca grazia e gettandoli dietro di sé. “Non ti stavo cercando” rispose “ e lo sanno tutti che quando non cerchi qualcosa, la trovi subito” concluse, strizzando l’occhio.
Mi sto innamorando di Dominic, capito?
E non è una cosa buona.
Per niente.
E ora ci sarebbe una frase profonda e priva di qualunque sillaba imbrattata della mia deficienza, ma questo personaggio così perfetto ti brucia le sinapsi. I neuroni, quelli, credo mi funzionino ancora.
Solo per te.
“Che ci fai qui?” le chiese, immergendo i piedi nell’acqua.
“Nulla”.
“Lo vedo”.
“E allora perché me l’hai chiesto?”.
“Mi piace sentirti parlare”.
Oddio.
Qui pure i neuroni vengono a mancare e come sai, i neuroni sono così pudici e casti da non riprodursi.
Sono un po' come i preti e le suore.
Ti adoro.
“Domani parto” enunciò. Dominic spalancò gli occhi e sentì come la sensazione che un parte interna del suo petto si sgretolasse. Avvertì un dolore fisico. “E dove vai?”.
“Parto. Cioè, scappo” spiegò lei.
“Da cosa?”.
“Da qui, da tutti. Scappo”. “E la tua famiglia? I tuoi amici? Io?”
“Vengo con te”.
Poteva immaginarsi in mille contesti diversi, ma al suo fianco e dentro di lei, Dominic ci sarebbe sempre stato. Sempre.
Morirò,
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