Come al solito, quando si tratta delle tue storie, non sai mai da che parte cominciare a commentarle (o lodarle. Le due cose, inevitabilmente, si sovrappongono e si identificano al cospetto di lavori qualità come quelli che sforni tu).
Forse, nella circostanza, è opportuno partire dalla struttura, perché è quella, insieme alla tua innata capacità di gestire e valorizzare parole e personaggi, che rende il racconto vivo e coinvolgente (nonché originalissimo, e questo è un requisito che pochissime storie presentano). Il modo, graduale e criptico, in cui i fatti vengono svelati è magnifico e straordinariamente intrigante. I tasselli si alternano e si incastrano a meraviglia e, nel mentre si ricompongono, ti catturano e ti lasciano prima con il fiato sospeso e poi, alla fine, attonito, perché il mosaico a cui danno vita è un’esplosione di disperazione e dramma autentici, di quelli che si toccano con mano. Ho trovato tutti gli espedienti narrativi utilizzati (mi riferisco in particolare alla narrazione in prima persona e gli intermezzi a copione, che rendono tangibile il senso di straniamento di Tony e consentono al lettore di immergersi nella sua psicologia) perfetti e perfettamente sviluppati. Come al solito, scegli gli strumenti più adatti e li sfrutti al meglio. Basti guardare la sintassi e l’impostazione del “Giorno 2” dell’interludio: secca, cruda, comunicativa da morire e cucita addosso allo stato emotivo e psichico del personaggio. Non so se le mie speculazioni siano almeno vagamente chiare (non credo), ma quello che intendo dire è che è straordinario il modo in cui curi ogni singolo aspetto dei tuoi lavori: lessico, sintassi (ne sono innamorata, ormai lo sai), caratterizzazione dei personaggi, descrizioni…Descrizioni. Ecco, questo è un altro punto nevralgico. Se alla struttura di questa storia andrebbe eretto un monumento, all’ambientazione spetterebbe l’Oscar. Raccontare in questo modo il macabro è un’impresa in cui io non riuscirei mai e poi mai. Sei stata cruda e raffinata al contempo (mi rendo conto che pare un ossimoro fin troppo contraddittorio per sussistere, ma ti assicuro che è così) e sei riuscita a costruire un’atmosfera a tal punto pregna di suspance che m’è parso, in più frangenti, di assistere ad un thriller. La psicologia di Tony è un capolavoro e la conclusione è…devastante (il “Giorno 3” dell’epilogo è sofferenza allo stato puro). Steve e Tony, nelle tue mani, diventano una coppia magnifica (sei la REGINA indiscussa dello Stony, poco ma sicuro) (probabilmente nelle tue mani diverrebbe magnifica anche la Loki/Fury, ma questo è un altro paio di maniche) e Clint…Ma quanto lo caratterizzi bene? C’è una corrispondenza impressionante tra il mio modo di concepire il personaggio e quello in cui lo dipingi (e al di là della mia visione, è delineato proprio bene).
Sarò ripetitiva (sicuramente), ma sei di una bravura spiazzante *lancia cuori e fiori*
P.S. Però il “leggere con una vaschetta di gelato a portata di mano” nell’introduzione ci voleva TT |