Recensioni per
Io, figlio dell'inferno
di marig28_libra
Incredibili le coincidenze certe volte, mia cara Marig. Apro Efp perché ho finalmente un po' di tempo per leggere qualcosa di tuo e scopro che mi hai lasciato una recensione sull'altro fandom. Devo ancora leggerla, ma sono rimasto stupito! Procedo subito, perché ormai, con me, il tempo è più tiranno di Serse! |
che dramma! |
Ciao! Finalmente riesco a recensire una altra delle tue storie!:) |
"un demone preso in prestito dalla luce" queste parole mi risuonano nella testa. trovo che siano davvero appropriate a descrivere death. hai saputo sintetizzare con questa frase tutto il suo essere, con le sue contraddizioni, le sue paure, i suoi limiti, le sue positività |
Eccoci all'attesa continuazione, Marig cara! La voglia di leggere mi vince con sin troppa facilità, quindi mi metto subito all'opera. Recensirò a pezzi, alternando lettura e scrittura, come faccio ormai molto spesso. Si parte! |
Ed eccomi qua. Beh, mia cara, posso dire con sicurezza di non aver visto deluse le mie aspettative. Mi è piaciuta molto l'infanzia che hai costruito per "Dario", il castello d'illusioni tenuto su dalla sua innocenza di bimbo, ma, soprattutto, dalla granitica fibra di nonna Clara. Su di lei hai tratteggiato il volto segnato di una donna d'altri tempi, una di quelle che in quel periodo si spaccavano la schiena ogni maledetto minuto della loro esistenza, in contrapposizione alle più fortunate che si vissero la "dolce vita" degli anni sessanta. Quanta forza in questa nonna, capace di essere per il piccolo Dario sia madre che amica. E quanta tenerezza in quel bambino che si lascia cullare da quell'illusione di vita normale e dignitosa. Certo, il tarlo del sospetto su qualcosa che non va lo assilla sempre, ma come potrebbe essere diversamente, visto che la madre non si cura nemmeno di allontanrsi dalla via di casa per battere? La cosa che più fa stringere il cuore è proprio l'atteggiamento del futuro DM verso Milena. Si scorda gli insulti, riesce a metterli da parte, perché, come quasi ogni bambino, ama talmente sua madre da volrla sposare, nonostante lei gli mostri affetto solo da sbronza. |
Eccomi qui Marig cara. In clamoroso ritardo, ma eccomi qui, come promesso. |
ciao! come va? |
Lavoro veramente eccezionale. Come già di dissi giorni addietro, QUESTO è un genere che io amo particolarmente. Apprezzo sempre molto le scritture che riportano i pensieri di un personaggio. Una sorta di autobiografia, di diario. E qui, l'amarezza e l'ironia che si manifestano nei discorsi del nostro protagonista, me lo fanno percepire come la vulnerabilità fatta a persona. Era un bambino di una dolcezza disarmante, in tutto quello che faceva, nei gesti. Si sarebbe ucciso per la felicità delle sue due regine, la nonna e la mamma. Hai reso con grande precisione e immagini splendide la confusione mentale di Death, di questo piccolino che capisce ma non fino in fondo cosa gli accade intorno. La nonna è stata da te dipinta come la sua fortezza, il suo angelo custode, la mamma che in realtà non ha avuto. Perché sua madre non è stata altro che la causa delle sue devianze future. L'innocenza di lui, la purezza (tutte qualità che successivamente verrano seppellite da un mare di problematiche, conflitti e violenza) , gli impedivano di vedere cosa era realmente lei. La cui dolcezza spuntava quando era ubriaca fradicia e priva di connessione mentale col pianeta terra. E lui, puntualmente, risponde alla sua noncuranza e alla sua aggressività col sogno di prenderla in sposa, la sua mamma. Dimentica sempre le negatività di lei. Si rialza e con sempre crescente amore la ri sceglie come ancora di salvezza, senza accorgersi che è proprio lei la pietra che lo sta trascinando a fondo. Le immagini che hai usato mi sono piaciute tutte. La descrizione dell'amica di mamma, Barbara, quella gran figona da sposare, mi ha fatto morire. E sono morta in egual modo, anzi, in modo più violento, quando ho letto della bellissima idea di lui di vendicarsi di quella gran stronza, magari infilandole delle cavallette in un barattolo di crema. La cacca in frigo è epica. (continua pure a farmi sognare! Maledettaaaa! Ahahah.. ) la scena della morte della nonna e del suo fuoco fatuo è parecchio dolce e suggestiva. Ciò che a noi terrorizzerebbe è per lui l'unico mezzo di salvezza e evasione da quella realtà grigia e malinconica. Tutti gli ambienti in cui si muove sono poveri, grondano di atmosfere pesanti, insudiciate dalle porcherie di sua madre. La semplicità e il rigore della nonna , invece, facevano brillare anche il aso più brutto o l'abito più logoro, alla stregua di un diamante. Insomma, una gran donna. Ovviamente morta. Perché l'allegria non ci piace! ( :P ) Insomma, bravissima. Attendo il seguito! |
Molto interessante... ho letto di varie storie sulle origini di Death Mask, ma devo dire che il tuo stile mi piace. Rendi bene i pensieri e gli stati d'animo del protagonista, dalla sua (infausta) infanzia, all'adolescenza. Ti invito a continuare su questa linea |
ehi! finalmente questo prologo ha visto la luce! |