Recensioni per
Eredita le stelle-Prima parte
di bimbarossa

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
24/12/13, ore 19:57
Cap. 1:

Ciao!
Ecco la recensione che mi avevi chiesto.
Allora, sarò sincera, non saprei cosa aggiungere in una seconda recensione riguardo a questa storia, essendomi già espressa nella recensione scorsa al quarto capitolo. Comunque, vedo di recensire il capitolo che ricordo meglio.
A parte i numerosi errori di battitura e grammatica, lo stile mi sembra piuttosto buono. Sei molto precisa nelle descrizione (anche se a volte non è del tutto chiaro ciò che intendi) e descrivi bene la personalità e i sentimenti dei personaggi.
Avrei da farti però una piccola domanda sui Vampiri: perché questa storia è nella sezione "Sovrannaturale > Vampiri" se praticamente non ce n'è traccia? So che questa domanda non dovrebbe essere posta in questo capitolo, essendo solo il primo, ma mi è venuto in mente solo ora.

Alla prossima!

RebelYell / _ovest_

Recensore Veterano
02/12/13, ore 15:16

Recensione per il contest "Arte, leggende e scrittura"
Terza classificata

 
Grammatica, sintassi e ortografia: 5,5/10

Lo so che è un voto piuttosto basso, ma ho trovato davvero molti errori.

Innanzi tutto, ho dedotto che hai un po’ di problemi con gli spazi. Ad esempio:

Era finita,e lo sapevano entrambi […] “Leo era uno senza scrupoli ne morale”mentre Lucilla era”demotivata e che puntava sempre sul sicuro”.

>Ricordati che dopo i segni d’interpunzione ci vuole uno spazio. Approfitto di farti una nota per la seconda frase, che correggendola sarebbe meglio se scritta: “Leo era senza scrupoli né morale”, mentre Lucilla era “demotivata e che puntava sempre sul sicuro”.

 

Proseguiamo con gli errori di battitura, essendocene un certo numero:

aspetto -> aspettò

lasciasi -> lasciarsi

Sentì -> Senti

etto -> detto

Si [affermazione] -> Sì [errore commesso più volte]

trovo -> trovò

coscio -> conscio

note -> nota

era -> erano

un -> uno

coma -> come

sbagliata -> sbagliato

li -> lì

Le -> Lei

Ricordati che sarebbe meglio scrivere “È” piuttosto che “E’ “.

sostenesi -> sostenersi

Alba sentì un fitta di piacere -> una

la lui la trattenne -> ma

le non sarebbero -> lei

Tu non era programmato -> eri

di un luce opaca -> una

forse on lo siamo mai stati. -> non

H conosciuto un altro -> Ho

io cui non ti ho affatto -> in

e cominciò a ringhiarli contro. -> ringhiargli

così furiosa come non era ai stata nella sua vita. -> mai

popolo trai boschi sconfinati  -> tra i

le stese fossette di Gjergj che ammiccavano e luccicavano. -> stesse

Si domando che razza di madre era -> domandò

 

E adesso, un po’ di note generali:

• come una bambina sciocca Non riusciva a fare neanche un passo.

> Manca un punto fermo tra sciocca e Non.

• qualcosa s arrabbiava o scoppiava a piangere.

> Sarebbe meglio scrivere si arrabbiava.

• sentimenti? si chiese Alba.

> Essendo dopo un punto di domanda, si preferisce usare la maiuscola. Si chiese Alba

• ma non voleva rendergli la vita facile neanche a lui

> la particella pronominale “-gli” e il “lui” di seguito è come se formassero una ripetizione. Sarebbe meglio usare rendere.

• Si aspettava una copia al femminile del marito, rotonda e cicciotella, con le guance rosse e un sorriso simpatico rivolto anche a lei.

Invece fu l'opposto.

> Ciò che viene dopo il punto non è poi così scollegato dalla parte precedente. Io ci vedrei meglio un punto di seguito.

• Leo, ne con la sua famiglia, ne con l'amore.

> I due “ne” vanno assolutamente scritti accentati. Leo, né con la sua famiglia, né con l'amore.

• Con le guance rosse come la sua arma improvvisata e la voglia incontrollabile di strozzare Lucilla entrò.

> L’assenza di virgola tra “Lucilla” ed “entrò” da l’idea che sia Lucilla ad entrare, mentre in realtà è Alba a farlo. Con le guance rosse come la sua arma improvvisata e la voglia incontrollabile di strozzare Lucilla, entrò.

• gli pare; Se ne torni in Albania,

> Dopo il punto e virgola ci vuole la lettera minuscola.

• Quando entrò di dentro di lei Alba gettò la testa all'indietro,

> Il primo “di” è superfluo e prima di “Alba” occorre la virgola per separare la principale dalla subordinata.

• “Ormai lo siamo uno dell'altro, dashuria ime.”

> Stanno parlando un uomo e una donna, quindi la forma corretta sarebbe uno dell’altra, oppure una dell’altro.

• Rise, della sua risata ampia […]

> Qui la virgola è superflua.

• A le fossero famigliari.

> Probabilmente si tratta di un errore di battitura e intendevi scrivere A lei fossero famigliari.

• e diede un'altra spinta che fece gemere entrambi,” non ci fai l'amore, o sbaglio?

“Bastardo, cretino, stupido!”

> Ti sei dimenticata di chiudere le virgolette dopo o sbaglio?.

• Anche se fosse non cambierebbe niente.

> “Fosse” e “cambierebbe”, in questo caso, sono due verbi con significati diversi e senza un’opportuna virgola che li separi, c’è il rischio di far confusione. Anche se fosse, non cambierebbe niente.

 

Concludo ricordandoti che l’Inferno di Dante è composto da trentaquattro canti, e non quarantatré come hai scritto nelle note; lo considero comunque come un errore di battitura.

 

Forma e stile: 7/10 



Il ritmo della narrazione è sicuramente il punto forte del racconto: la velocità e quella giusta, per non parlare delle descrizioni che sono a dir poco perfette.

Purtroppo però, ci sono svariati frasi che, almeno io, avrei reso diversamente – motivo per il quale il punteggio si è abbassato.

• La portiera del posto del guidatore si aprì, con una ventata gelida che diede sollievo alla ragazza dal caldo di giugno -> La portiera del posto del guidatore si aprì, spostando una ventatad’aria gelida che le diede sollievo, facendole per un momento dimenticare il caloroso mese di giugno

• Quando la richiuse lo fece delicatamente, come se non volesse disturbare il suo dolore, la sua rabbia. -> Richiuse la portiera delicatamente, come se non volesse disturbare il suo dolore, la sua rabbia.

• Non so perché ho detto quello che ho detto, volevo solo che non facessero domande. Sai come sono i miei, specialmente mia madre, e non voglio raccontarle tutti i fatti della mia vita per subire il terzo grado! -> Non so perché ho detto quelle cose, volevo solo che non facessero domande. Sai come sono i miei, specialmente mia madre, e non voglio raccontarle tutti i fatti della mia vita per poi subire il terzo grado!

• Alba trattenne un impeto d'ira talmente forte che si morse l'interno del palato.

> Com’è possibile mordersi l’interno del palato?

• Leo si finse sconvolto e si batté il petto muscoloso, tanto che Alba si pentì quasi della sua frase e delle sue implicazioni.

> Ripetizione. Meglio correggere con: batté sul suo petto muscoloso…

• il canto degli uccelli fosse una melodia personale dedicata a lei sola.

È come se avessi detto personale due volte.

• Ma in quel momento, con il cuore che le batteva forte contro le costole, quella percezione si ritirò in buon ordine, per non rovinare ciò che era già rovinato.

> Ripetizione. Sostituire “rovinato” con “danneggiato”.

• Subito una voce femminile che proveniva da dentro la casa -> Subito una voce femminile proveniente dall’interno della casa

• Improvvisamente suonò il telefono di Leo e lui  dovette alzarsi a rispondere. -> Improvvisamente suonò il telefono di Leo, il quale dovette alzarsi a rispondere.

• Alba, il giorno dopo quella disastrosa giornata di parole stolte e incaute, aveva dato le dimissioni dallo studio legale in cui lavorava anche lui e sua sorella Lucilla. -> Alba, il giorno dopo quella disastrosa giornata di parole stolte e incaute, aveva dato le dimissioni dallo studio legale in cui lavorava insieme a Leo e sua sorella Lucilla.

• Il suo nome sulla sua bocca carnosa ma non troppo grande aveva un che di trasognato, di atteso e finalmente arrivato. -> Quel nome sulla sua bocca carnosa ma non troppo grande aveva un che di trasognato, di atteso e finalmente arrivato.

• ”I bagni sono di là, e ovviamente sono unisex!” con uno sguardo sornione e divertito fece per allontanarsi; poi ci ripensò e si voltò di nuovo -> ”I bagni sono di là, e ovviamente sono unisex!” con uno sguardo sornione e divertito fece per allontanarsi; poi ci ripensò, voltandosi di nuovo

• il che era pure peggio. -> il che era persino peggio.

• Mangio con lui, parliamo, so i suoi gusti e lui sa i miei.

> Ripetizione. Meglio sostituire “sa” con “conosce”, per esempio.

• Un tale disconoscimento di quello che era, di quello che erano, per lei era un affronto personale, personalissimo.

Avrebbe voluto rimangiarsi tutto subito, ma il terrore di quello che aveva visto in quelle iridi verdi come certi boschi del nord Europa lo aveva.

> Ripetizione. Meglio sostituire il secondo “quello” con “ciò”.

• Sarà anche la tua famiglia vedrai! […] ”Stare insieme”era un eufemismo per quello che avevano fatto in quei mesi, chiusi in quel bagno, ma non poteva certo dirlo.

> La prima frase la preferirei come Ci sarà anche la sua famiglia, vedrai!

> Dato che hai scritto i dialoghi tra virgole alte, e quel “Stare insieme” non fa parte di un discorso, onde evitare che si faccia confusione, consiglierei di riportare quelle due parole in corsivo.

• Poi il peso dell'uomo le ricadde addosso, i suoi riccioli ramati che le sfioravano la spalla e le provocarono un altro brivido. […] di come lo avesse insultato e di come lui l'avesse insultata -> Poi il peso dell'uomo le ricadde addosso, i suoi riccioli ramati le sfiorarono la spalla, provocandole un altro brivido. […] di come si fossero insultati a vicenda.

• Sai, io lo sapevo da molto, lo sapevo da prima di conoscerti.

> Ripetizione. Meglio omettere il secondo “lo sapevo”.

• Mangio con lui, parliamo, so i suoi gusti e lui sa i miei

> Ripetizione. Suonerebbe meglio se al posto di “sa” ci fosse “conosce”, ad esempio.

• […] aveva percepito una sfumatura preoccupante nella sua voce -> […] aveva percepito una sfumatura preoccupata nella sua voce

• Un tale disconoscimento di quello che era, di quello che erano, per lei era un affronto personale, personalissimo.

Avrebbe voluto rimangiarsi tutto subito, ma il terrore di quello che aveva visto in quelle iridi verdi come certi boschi del nord Europa lo aveva paralizzato.

> Ripetizione. Sostituire “ciò” col secondo “quello”.

• “Sto con un altro uomo, ma quando prima ho detto che era anche colpa mia non mi riferivo al mio tradimento. Mi riferivo al fatto che tu e io abbiamo sempre voluto cose diverse. Credi che non mi sia mai accorta che uscivamo insieme solo quando gli altri, i tuoi amici non c'erano. -> “Sto con un altro uomo, ma quando prima ho detto che era anche colpa mia non mi riferivo al mio tradimento, ma al fatto che tu e io abbiamo sempre voluto cose diverse. Credi che non mi sia mai accorta che uscivamo insieme solo quando i tuoi amici non c'erano.

• Tu mi servivi, mi servivi per la vita perfetta che credo, che credevo di meritare, come risarcimento per un passato disastroso.” Alba scrollò la mano come se quell'argomento non lo volesse affrontare.

> Quel “che credevo” mi sembra superfluo.

• Vedo che oltre che ladra sei dotata di un'abbondante dose di sarcasmo. -> Vedo che oltre ad essere una ladra sei dotata di un'abbondante dose di sarcasmo.

• Oltre al terrore che la pervadeva però, un'altra sensazione, quella dell'ira si fece strada in lei. -> Oltre al terrore che la pervadeva però, l’ira si fece strada in lei.

• No, l'indomani l'avrebbe affrontata e se era il caso si sarebbe rivolta alla polizia, o all'Ambasciata italiana. Non si sarebbe racchiusa nel bozzolo di paura che tentava di avvolgerla. -> No, l'indomani l'avrebbe affrontata e se era il caso, si sarebbe rivolta alla polizia, o all'Ambasciata italiana. Ma comunque non si sarebbe racchiusa nel bozzolo di paura che tentava di avvolgerla.

• Era un connubio di esaltazione e depressione, come se si aspettasse qualcuno che tarda a venire, o come se si dovesse scegliere tra due persone mentre si vorrebbe solo venire scelti.-> Era un connubio di esaltazione e depressione, come se si aspettasse qualcuno che tarda a venire, o come se si dovesse decidere tra due persone mentre si desidererebbe solo essere scelti.

• Si domando che razza di madre era, e che sarebbe diventata, sempre se la tizia che si credeva Schumacher non avesse deciso di schiantarsi contro una quercia o un abete che costeggiavano la mulattiera che stavano percorrendo. -> Si domandò che razza di madre era, e come sarebbe diventata, sempre se la tizia che si credeva Schumacher non avesse deciso di schiantarsi contro una quercia o un abete che costeggiavano la mulattiera percorsa.

• Si svegliò con un senso di pesantezza e che era peggio del dolore sordo e auto che aveva prima.

> Non saprei correggere questa frase essendo tanto contorta.

• Cominciava a sospettare che il danno del colpo fosse grave, o che nella bevanda che le aveva somministrato la pierrot l'ultima volta ci fosse magari un sonnifero, o un veleno. -> Cominciava a sospettare che il danno del colpo fosse grave, o che nella bevanda somministrata dalla pierrot l’ultima volta ci fosse magari un sonnifero, o un veleno.

• La bruma che scendeva dall'alto riempiva tutta la valle, ed è da uno squarcio del suo ventre vaporoso che uscì il villaggio sonnecchiante e ameno, racchiuso in quella valle tettonica formatasi milioni di anni fa. […] ad Alba erano venute in mente le tombe di persone morte nel fuoco, e sepolte sciolte in esso come i condannati alle pene infernali.

> A parte il problema già citato della consecutio temporum, c’è la ripetizione della parola “valle”; sistemerei ciò con un “conca” che sostituisca la seconda ripetizione.

> Inoltre, cambierei l’ultima parte con: ad Alba erano venute in mente le tombe di persone morte, sepolte e sciolte nel fuoco come i condannati alle pene infernali.

• Ora quel tendone, sorto nelle ossa e nel terreno tombale, si profilava davanti a lei, dispiegato nella sua strana simmetria più come un'aquila sulla preda, più come una fortezza o un accampamento di guerrieri, più come l'organo a cui evidentemente si ispirava, piuttosto che an un comune circo ambulante che poteva trovare ovunque. -> Ora quel tendone, sorto nelle ossa e nel terreno tombale, si profilava davanti a lei, dispiegato nella sua strana simmetria più come un'aquila sulla preda, come una fortezza o un accampamento di guerrieri, come l'organo a cui evidentemente si ispirava, piuttosto che un comune circo ambulante che poteva trovare ovunque.

• […] capeggiava con il suo porpora scuro. -> […] capeggiava con il suo colore porpora scuro.

 

Originalità: 9/10 



Non ho molto da dire su questo punto, la storia è senz’ombra di dubbio originale; non avevo mai letto nulla d’inerente al mondo degli zingari. L’unico piccolo cliché che ho notato è quello della protagonista che non ricorda nulla del suo passato ed è importante per la società.

 

Caratterizzazione dei personaggi: 8/10 


Interiormente, i personaggi sono caratterizzati in maniera quasi eccellente.

Ho apprezzato particolarmente il fatto che la protagonista non sia la classica iper-gnocca, bensì abbia svariati problemi d’autostima e qualche kilo di troppo.

Ti ho tolto quei due punti perché non mi ha convinto molto il rapporto tra Alba e Gjergj: avrei preferito che nel loro primo dialogo ci fossero più elementi sentimentali e, in seguito, si avvertisse l’amore tra i due personaggi, cosa che io non ho provato.

 

Utilizzo delle sezioni: 9/15

Sezione Victoria Francés: 3/5

Non vedo un gran collegamento tra l’immagine e il racconto, in quanto è solo il tendone del circo ad essere presente nel testo.

Sezione luoghi: 5/5

La scelta dell’Albania e della sua leggenda mi è piaciuta molto, anche perché quella storia la leggevo sempre da bambina. Inoltre, anche se non era obbligatorio, hai saputo ricreare molto bene gli ambienti albanesi.

Sezione gradazione di colori: 1/5

La spiegazione è semplice: i colori che hai scelto sono stati inseriti, certo, ma avrebbero dovuto avere un ruolo più importante nelle vicende e non essere solo delle descrizioni per l’outfit dei personaggi.

 

Gradimento personale: 4/5 



La trama, lo sviluppo della storia e originalità sono gli elementi che ho preferito maggiormente, in particolar modo, le atmosfere gotiche, che vanno decisamente incontro ai miei gusti, mi hanno molto colpita.

L’unica pecca della storia è la grammatica e, secondariamente, l’utilizzo delle sezioni. Tuttavia, è da ammirare la complessità del racconto nonostante la velocità con cui hai dovuto scriverlo.

Una parte che non ho troppo compreso invece è il finale: avrei preferito qualcosa di più eclatante, in un certo senso e magari anche più suggestivo, mentre a mio parere è un po’ troppo lasciato in sospeso, non so se mi spiego.

 

Totale: 42,5/60