Non conoscevo la frase che apre il cap.2 ma ancora una volta abbiamo una premessa pronta a darci la chiave di lettura per il capitolo successivo. Spiega in modo perfetto cosa istintivamente muove l’uomo a ricercare la felicità a ogni costo. Anche quella che razionalmente non si può più raggiungere.
Il flashback mi ricorda un po’ “crandle of forest” di Silent hill, anche se tratta di temi differenti…
Ma il senso dal punto di vista sentimentale c’è. Trasmette quella stessa ansia di vedere qualcosa apparentemente gioioso, ma che invece provoca turbamento. È quell’amara risata in grado di nascondere invece terribili ombre. Perché se Alfred e Alexia sono così complici e in simbiosi…non è solo perchè sono fratelli e si vogliono bene, ma è soprattutto colpa della loro triste storia che ha fatto crescere in loro l’idea che l’uno non avesse che l’altra di fronte a sé.
Infatti, tutto il capitolo mostra come i due siano legati, come si sostengano a vicenda in un mondo solitario e malsano, e costruiscono così una complicità ineguagliabile. Il destino però li rende soli, geniali e malati, li distrugge psicologicamente, li unisce e infine poi, crudelmente, li ha fa cadere nella disperazione della separazione finale.
Alfred da allora, nonostante i successi scientifici e militari, ha vissuto sull’orlo di questo abisso, un po’ cadendo, un po’ rialzandosi, trovando sempre conforto nella sua figura di cavaliere e nella vivida speranza che di rivedere in futuro Alexia, anche se dopo quindici anni.
Claire disordina questo suo stato mentale in qualche modo entrato in equilibrio. Nella fanfiction la adora come una finta “Alexia”, ma al tempo stessa la esamina come “Claire”, la sua nemica. E lui riesce a fare entrambe le cose senza problemi. Questo fa nascere un odio verso l’invasione di territorio della ragazza, ma genera anche un’attrazione sempre più irrefrenabile.
Un’attrazione che visibilmente nasconde a sé stesso perché è un tipo di sentimento che lo turba. Assurdamente, sente di fare un torto ad Alexia nel cedere alle lusinghe della ragazza. Lusinghe che lui vede solo perché lei “osa” attrarlo con quegli occhi fieri.
-Senza quella maschera, la ragazza avrebbe rivelato l’attore nascosto dietro il personaggio, disgrazia assoluta in uno spettacolo teatrale perfetto come il suo. Sarebbe stato riluttante se questo fosse accaduto, rovinando la sua scena eccellentemente costruita.
Lei intanto si stava svegliando, e anzi, forse era già cosciente oramai. Alfred avrebbe infatti dovuto somministrale la medicina più di un’ora prima; eppure lui stava appositamente ritardato quel momento. –
Ecco, qui mostra la sua ambiguità. Egli è conscio che lei sia Claire, ma la rifiuta in quanto tale. Eppure guarda caso adora guardarla da lontano, osservala curioso gesticolando, muovendo nevrotico le mani, e una parte di se arde di conoscerla. Di sapere lei cosa potrebbe fare se non fosse sedata ed incatenata…se non fosse Alexia. Non osa scacciarla via, anzi, la considera una infima formica, ma come con un uccellino di casa, gli piacerebbe aprire la gabbia e vedere come si comporterebbe se fosse libero di agire.
Infine…la scena finale! Quando lui la guarda dapprima scioccato dei suoi stessi desideri viscerali (che a proposito, mi hanno fatto diventare fan della AlfredxClaire) e poi urla chiamando il nome della sorella… La scena è spiegata benissimo e lega fortemente la mente razionale e determinata di Claire con la mente invece deviata di Alfred.
Lui urla e il suo mondo pazzo ma in qualche modo equilibrato cade quando è confrontato a quello della fanciulla che non può vedere come nemico, non può vedere come sorella, né come donna, né come formica o test per le b.o.w. ...
Questo perché Alfred non potrebbe mai ammettere a sé stesso l’attrazione che nutre nei suoi confronti.
Vedere il signor Ashford così, mentre tutto vacilla e si ricostruisce in continuazione, è davvero angustiante, ma intricante! Tanto…forse troppo! Chissà, magari la pazza sono io oramai, ma mi ha conquistato questo suo modo di fare così sensatamente privo di senso, pieno di luci, ombre tutte mescolate assieme e in un equilibrio stabile e precario al tempo stesso.
Eppure finché c’è solo lui a giostrare tutto va bene, ma se appare lei…Alfred ritorna in un palcoscenico vuoto, le luci si chiudono, e la sua “mendace commedia” crolla. Sembra paradossale, ma questo lo rende ai miei occhi davvero molto umano (:
E con Claire tutto esplode facendo di Alfred solo un folle. Ma in lui c’è molto ma molto di più. Alfred, da attore di questa “mendace commedia” scappa dunque via, ma sono sicura tornerà più carico di prima provando ad addomesticare quella formica, schiacciarla…ma al tempo stesso anche a lasciarla libera quel tanto che basta per permetterle di scappare ancora e ancora e di dare un senso a questa sua inspiegabile e meravigliosa opera teatrale.
Ancora complimenti (:
Ps. Mi sono dimenticata di dire che anche i titoli dei capitoli mi piacciono molto come idea (: non sono correlati solo al capitolo, ma è come se, letti assieme, avessero un senso più profondo e collegassero tutti i capitoli creando un’unica frase. Scommetto che era tua intenzione e probabilmente ho solo scoperto l’acqua calda, ma…mi piace, ecco!
Ps2: Ho dovuto postare di nuovo la prima recensione perché l’ho cancellata per sbaglio ),:
Lili |