Già dalle prime righe ho amato il nostro giovane protagonista!
E' così adorabile, uno dei pochi che si porge delle domande! E la madre che gli rispondeva a quel modo è proprio la situazione dei Capitolini: così superficiali e stupidi da non capire il dolore che provano quelli che non solo vivono nella miseria, ma sono anche condannati alla paura della Mietitura - chi per se stessi, chi per i propri cari.
I compagni di Leo sono davvero cattivissimi: giudicare non solo lui ma anche quei 'pezzenti dei Distretti'! In realtà sono loro i poveri che sono rinchiusi nella gabbia dell'ignoranza.
La parte dei sedici anni mi ha colpito molto: ho immaginato la scena e ho adorato Leo per le sue parole così sagge che però i Capitolini non riuscivano a cogliere...
Suo padre è davvero crudele, dovrebbe ringraziare per avere un figlio così intelligente, invece lo chiama 'svitato'.
Anche Martia mi piace come personaggio, costretta ad entrare nell'Arena, e a torturare l'ultimo concorrente.
Però almeno ha vinto, sinceramente non avrei sopportato che il vincitore fosse stato il sedicenne, così crudele e brutale.
L'ambientazione dell'arena mi è piaciuta molto!
Ti correggo due errori nella parte di Martia:
1) "Le sue notti dal quel giorno furono pervase dagli incubi" -> non è 'dal' ma 'da'.
2) "con tutto il lavoro che c’era da fare, non sapeva proprio come fare." -> c'è la ripetizione di 'fare'. Magari puoi sostituire il primo 'fare' con 'svolgere'.
Sono semplici errori di distrazione, ma che in un testo così perfetto saltano un po' all'occhio e rovinano la lettura.
Che dirti se non complimenti?
Aggiungo la storia tra le seguite e prometto che leggerò i prossimi capitoli il più presto possibile!
Un bacio,
Elisee :* |