Recensioni per
La Regina dell'Anello
di okioki

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
13/07/15, ore 23:01

Recensione per il contest "Cento giorni di introspezione, fantasia e romanticismo"
 
Grammatica e forma: -3
Da un punto di vista formale, ho trovato parecchie imprecisioni. In genere gli errori che fai non sono gravi (a parte alcuni che poi segnalerò), sono solo sviste e sciocchezze, ma essendo abbastanza frequenti nel testo distolgono molto il lettore e in alcuni punti, a via di scrivere note di revisione, non sono proprio riuscita ad immergermi nella storia. È comunque prassi per me leggere la storia due volte prima di valutarla per apprezzarne meglio la struttura e i richiami interni, quindi sono riuscita ad apprezzare meglio il tutto durante la seconda lettura.
Ti segnalo tutti i punti in cui ho trovato errori e te li elenco per  tipologia, visto che ho notato lo stesso tipo di imprecisione ripetersi spesso nella storia.
La cosa più evidente sono alcune parole non separate dallo spazio: inizialmente ho pensato a un errore di formato mentre copiavi la storia da EFP per inviarla (non so se tu abbia fatto effettivamente così, è soltanto un'ipotesi). Stavo per segnalarti tutti i punti in cui l'avevo trovato, poi però mi è venuto il dubbio che il problema non si fosse verificato mentre copiavi, ma per motivi di compatibilità tra il file che mi hai inviato e la mia versione di word. Aprendo il tuo documento da office online non ho riscontrato questo problema (che invece nella versione che ho sul pc è frequentissimo), quindi non ti segnalerò i punti in cui l'ho trovato e non ti penalizzerò per questo perché immagino che la versione che mi hai inviato fosse corretta ‒ certo, avrei voluto accorgermi prima della natura del problema, visto che ho impiegato un sacco di tempo a segnarli tutti, ma si sa che quando si legge di notte non si è proprio lucidissimi. Comunque non hai alcuna colpa di questo: in quel momento non mi è venuto in mente di controllare in quel modo e quindi è andata così.
Restano comunque altri errori: un errore abbastanza frequente, ad esempio, è usare "gli" al posto di "le" quando ti riferisci a un personaggio femminile: la prima volta che l'ho notato ho pensato si trattasse di una svista, ma ho notato che si è ripetuto spesso, nel corso della storia:
E anche lei aveva il diritto di passare i suoi ultimi giorni di vita con il suo ultimo figlio. Gli erano state negate tante cose nel corso della sua vita, non voleva che gli fosse negata quest’ultima prima della sua morte: una possibilità di salvezza. Improvvisamente si sentì mancare. → per un istante ho avuto il dubbio che si parlasse di Fausto, ma visto che la frase prima si riferisce a Tatiana ho pensato che si dovesse trattare di lei, altrimenti avresti specificato il soggetto;
 
«E adesso vattene! Non farti più vedere in questo luogo sacro!» gli ordinò, provocando l’ennesimo eco → qui si parla senza dubbio di dama Arella, invece;
Degli altri uomini in armatura a Tatiana sembrò di riconoscerne qualcuno - per lo più per gli stemmi - mentre gli altri proprio non gli sovvenivano in mente → le sovvenivano. Inoltre, non sono sicura che ci sia bisogno di specificare "in mente";
 
In genere tendo a sorvolare quando trovo una virgola prima della congiunzione "e": so che si tratta di un errore, ma negli ultimi anni si tende ad accettarla e io in genere la lascio stare quando penso che veicoli una sfumatura di significato e un ritmo che senza la virgola non si avrebbe (non so se mi sono spiegata, si tratta di un discorso un po' complicato da fare), ma d'altra parte credo che tu l'abbia usato un po' troppo e anche in contesti in cui era superfluo e invece di migliorare il ritmo lo ha solo appesantito. Te lo segnalo nella grammatica perché è ancora considerato un errore da alcuni e, qualora non sia giustificabile come licenza poetica, credo sia il caso di segnalarlo proprio come errore grammaticale, per quanto preferisca non farlo pesare molto.
Alfeo è in viaggio a meno di quattro e cinque giorni da qui, e potrebbe intercettarlo.
Le guance di Eliseo si colorarono di un rossore, e borbotto qualche parola prima d’incamminarsi → oltre alla virgola, è anche sbagliato il verbo (borbottò)
Non avrebbe mai creduto che l’avrebbe fatto, e a seconda delle reazioni degli stessi accompagnatori del re, nemmeno loro lo credevano possibile
Tatiana si sentì cadere sui cuscini, e si portò la mano al cuore guardando il re, allibita
capire quali fattezze doveva aver avuto in origine, e lo scoprì pieno di piccole porosità nella roccia,  → qui anche c'è un altro errore: al posto del punto fermo hai usato la virgola.
Probabilmente ci sono anche altri punti in cui sarebbe stato meglio evitare questa scelta: qui ti ho segnalato i più eclatanti.
 
Infine ho notato un po' di confusione con gli apostrofi: bisognerebbe mettere l'apostrofo quando l'articolo "un" precede un nome femminile e ometterlo quando precede un nome maschile; anche qui avevo pensato a una svista, ma l'ho notato in vari passaggi:
un ulteriore conferma → un'ulteriore;
I soffici capelli castani sul capo terminavano in boccoli incorniciandogli il viso con un allegria appena trattenuta → un'allegria;
l'ultima volta che aveva mandato via una bambinaia a cui era particolarmente affezionato il principino aveva tenuto il muso per un intera giornata → un'intera.
 
Ho notato anche delle imprecisioni nell'utilizzo della punteggiatura: spesso non isoli il complemento di vocazione o gli incisi dal resto della frase, ad esempio, oppure usi le virgole in punti dove starebbero molto meglio delle pause forti:
Infatti poco dopo, entrò il giovane Falco a petto nudo → infatti, poco dopo, entrò […]. Un'altra soluzione è omettere le virgole;
Ma la carnagione di Eliseo era candida, delicata come quella di una bambina, le labbra di un rosso intenso invece, come il peccato → Ma la carnagione di Eliseo era candida, delicata come quella di una bambina; le labbra di un rosso intenso, invece, come il peccato;
Eliseo irrigidito, le rifilò un'occhiata irritata → Eliseo, irrigidito, […];
«Bene, adesso vai figlio mio.»  → non hai isolato il complemento di vocazione;
ma anche così, i duecentocinquanta uomini, bastavano a sferragliare i suoi. → c'è una virgola tra soggetto e verbo e sinceramente avrei omesso anche la prima virgola;
 
«Attenta Tatiana Villelmo! → anche qui non hai isolato il complemento di vocazione;
«Ti danni, per ciò che non puoi avere» → questa virgola secondo me è da omettere, non è esattamente tra soggetto e verbo, ma spezza in due la frase;
Davvero sei arrivato a tanto Alfeo → il complemento di vocazione non è isolato;
«Sei meravigliosamente bella Tatiana Villelmo →  non hai isolato il complemento di vocazione;
“No, l’ultimo dei miei figli. Non mi togliere anche lui Alfeo, te ne prego → anche qui non hai isolato il complemento di vocazione;
con Fausto era stato tutto più facile, da bambino era stato sempre messo da parte, tutti erano troppo impegnati a occuparsi del primogenito di un anno appena più grande di lui e non aveva avuto altri a cui aggrapparsi che lei. → considerando il senso della frase, al posto della prima virgola userei i due punti;
«Alfeo non fare questo» gli sussurrò → Anche qui non hai isolato il complemento di vocazione.
Inoltre, ho notato anche queste imprecisioni:
ma la distruzioni di tutti i suoi piani per Aspromonte → distruzione;
Anzi, non era poco probabile che si fosse unito alla schiera di signore capeggiata da re Alfeo → signore; inoltre l'espressione "non era poco probabile" è davvero pesante, l'avrei sostituita con qualcosa di più lineare;
Ecco come l’Ultimo Baluardo degli re dei veniva tenuto in considerazione…  → dei re;
La bambinaia emise un vero sbigottito, costringendo la regina a rivolgersele ancora. → verso; rivolgersi ancora a lei;
Eliseo la guardava estasiato, come se fosse la reincarnazione femminile di una qualche dea antica. → come se fosse stata;
Anche Fausto, alla sua età, aveva tratti delicati ma crescendo questi erano del tutto spariti dalla sua figura; qualcosa però che le  faceva credere che per Eliseo non sarebbe stato lo stesso. → manca la virgola prima del "ma"; inoltre, credo che tu abbia formulato male la frase (avresti dovuto o togliere il "che", o aggiungere prima "c'era qualcosa" o un'espressione simile);
La regina lo guardò confusa, domandandosi cosa centrassero gli dei → c'entrassero;
Fu troppo per Tatiana, l'entusiasmo di suo figlio le fece ricordare che fra meno di cinque giorni avrebbero potuti tutti fare la fine di Fausto → avrebbero potuto; l'ausiliare "avere" non richiede che il participio sia concordato con il soggetto;
ma tra di loro non c’era molto cameratismo, ambedue gelosi delle attenzioni che lei riservava a l'uno o all'altro → "all'uno" oppure "a uno"; 
perché la prima volta aveva avuto quella visione lo aveva dentro di lei... →la prima volta che aveva avuto quella visione;
La mura di Castel Aviero erano molte alte, più di molti castelli in tutta Aspromonte sebbene non fossero conservate nelle migliori condizioni, durante gli anni in cui Tatiana vi aveva soggiornato aveva provveduto a rinforzarle con bastioni e a procurarsi tra i più disperati marchingegni bellici → le mura; inoltre avrei sostituito la seconda virgola con una pausa più forte;
Sapeva che molti la considerassero più che stupida: aveva già sfidato il re ed era stata graziata, sfidarlo nuovamente equivaleva ai loro occhi pazzia. → la consideravano; alla pazzia;
cedendolo in matrimonio alle attenzione di una scialba ragazzina → alle attenzioni. Inoltre non riesco a capire come mai tu abbia deciso di strutturare la frase in questo modo;
Ognuno tua proprietà è ora sequestrata e appartiene a sua maestà il sire» continuò burbero. → Ogni tua proprietà è ora sequestrata e appartiene a sua maestà il sire» continuò, burbero;
in tono sfegnoso → sdegnoso;
Ci siamo detti tutto ciò che avevano da dire → avevamo;
E questo vecchio rudere Aviero, Baluardo dell’antica religione, che ti è tanto caro, raderà al solo con tutti gli uomini che vi sono dentro, tuo figlio compreso!» disse → E questo vecchio rudere Aviero, baluardo dell’antica religione, che ti è tanto caro, verrà raso/cadrà al suolo con tutti gli uomini che vi sono dentro, tuo figlio compreso
E nelle tue vene non ne rimane che un rimasuglio di quella stirpe → avrei tolto "ne": è ridondante e non molto corretto;
Cerca di radere questo vecchio rudere se puoi → credo che "radere", in questa accezione, vada usato necessariamente insieme all'espressione "al suolo";
“L’etichetta soliana è qualcosa di enormemente stupido, suntuoso e fastidioso, rispecchia appieno quei lussuriosi dei savi” penso Tatiana → pensò;
Era pieno di mobili e reliquie antiche, il pavimento era un mosaico intricato dai mille colori, che raffigurava il Regno del Cielo, Taamirel, con una particolarità minuziosa, posate sui portacandela dorati le candele illuminavano l’ambiente con una luce calda e soffusa, donando una lucentezza arcaica ai mobili della stanza → vista la lunghezza della frase e anche il cambio di soggetto, al posto della quinta virgola avrei usato un punto e virgola (prima delle candele, in ogni caso: potrei aver sbagliato a contare);
indossando una leggere vestaglia di seta → leggera;
Sia Fausto che Eliseo aveva ripreso appieno da lui → avevano; in realtà potrebbe anche starci la concordanza a senso, non è sempre da considerare sbagliata, però questa frase mi sembra troppo semplice per usarla e di conseguenza salta subito all'occhio come un errore;
Si era nuovamente cambiato abito, tunica e brache era azzurre con filamenti dorati, le cui rifiniture ricordavano un falco. → erano; inoltre avrei detto "la tunica e le brache", ma già questo dipende più dal gusto personale;
Vedo che ti ricordi perfino i loro nomi, ammirevole. Peccato che spetti a me il difficile compito di maritarle, Liviana ti assomiglia un poco nel carattere ma almeno lei avrà la soddisfazione di essere chiamata regina, non Regina dell'Anello → Peccato che spetti a me il difficile compito di maritarle; Liviana ti assomiglia un poco nel carattere ma almeno lei avrà la soddisfazione di essere chiamata regina, non Regina dell'Anello;
Sperò in vano di ferirlo → invano;
che le sue parola per una volta lo turbassero quanto a lei turbavano le sue → le sue parole; inoltre turbare regge il complemento oggetto e non quello di termine;
«Credo, che ancor più dell'idea della morte, lo tormentava il pensiero di averti deluso» → «Credo che, ancor più dell'idea della morte, lo tormentasse il pensiero di averti deluso»;
 
non gli era mai sfiorato il pensiero che quella sarebbe potuta essere l'ultima volta che vedeva suo figlio → non l'aveva mai sfiorata;
Era stato un cimelio costudito con cura → custodito;
il figlio effemminato e cocciuto → effeminato;
Qualcosa simile al rimorso le aveva attanagliato per un mero → qui non hai completato la frase;
Cosa avesse mai fatto per essere perdonata da Alfeo, non l’ho aveva capito. → non lo aveva capito;
Un uomo a cavallo, proprio in quel momento, stava percorrendo l’intero perimetro che divideva le mura di Castel Aviero dall’esercito del re, garrendo una bandiera bianca al vento → facendo garrire;
Nessuno poteva indugiare lo sguardo sulla nudità della regina → con lo sguardo;
 
 
Stile e lessico: 11
Ho trovato il tuo stile molto suggestivo, adattissimo all'atmosfera e affascinante: è piuttosto semplice, ma ha in ogni caso un suo carattere ben definito e inconfondibile, l'ho trovato particolare e personale e mi ha colpita parecchio.
Purtroppo, però, ci sono alcune espressioni che non mi hanno convinta o che rallentano il ritmo
da qualche parte più in fondo si udiva il rumore dell’acqua che sgocciolava dalle numerose stalattiti → si tratta certamente di una piccolezza, ma credo che "numerose" rallenti il ritmo della frase e la privi di tutto il suo fascino;
Ora non le restava che ingegnarsi per qualcosa. → questa frase mi sembra sinceramente inutile, spezza il ritmo e non aggiunge niente di nuovo: l'avrei omessa;
 
«Ma…» per un momento alla vecchia dama sembrarono mancare le parole. → la confusione della dama si evince già dalla battuta, penso che non ci sia bisogno di specificare;
 
Il richiamo la distolse da simili pensieri, quella voce entusiasta non poteva se non essere quella di suo figlio → ero indecisa se segnalarlo nella grammatica o meno, ma poi ho pensato che si potesse trattare di una variante regionale. In ogni caso, avrei scritto "non poteva che essere quella di suo figlio" o qualcosa di simile;
Sulle pareti erano stati appesi vari ornamenti di ferro grezzo che nella loro forma ricordavano il segno della pace. → credo sarebbe stato meglio descrivere il segno della pace, altrimenti il lettore non riesce a immaginare la scena;
Non che volesse il suo perdono, ma quella misericordia la inquietava ben poco → sinceramente, non sono proprio riuscita a comprendere quale significato volessi dare a questa frase. L'avrei formulata in modo diverso;
Alfeo alzò la coppa ormai vuota, omaggiandola questa volta con un gran sorriso che gli assottigliò ai lati gli occhi  → i lati degli occhi, oppure dovresti aggiungere qualche parola. In ogni caso, questa espressione non mi convince;
Doveva aver cavalcato per molte leghe Alfeo e doveva essere molto stanco → avrei usato l'ordine normale;
Si ricordava benissimo di Delio Guarino, era stata per colpa della sua inadeguatezza che era cominciato il suo inesorabile declino, anche se grazie alla sua stupidità, sua moglie adesso giaceva in esilio nelle lande ghiacciate di Terossa → Si ricordava benissimo di Delio Guarino: era stato per colpa della sua inadeguatezza che era cominciato il suo inesorabile declino, anche se, grazie alla sua stupidità, sua moglie adesso giaceva in esilio nelle lande ghiacciate di Terossa.
Con un lungo sospiro si scostò un ricciolo ribelle, andatosi a formare, dietro l’orecchio. Le sudavano le mani. → non capisco perché specificare "andatosi a formare": non aggiunge niente e appesantisce;
Liberatosi dalla presa molesta il principe giulivo corse avvicinandosi alla vasca, con aspettativa. → "con aspettativa" è un'espressione vuota, non significa niente: avrei piuttosto descritto nei dettagli l'atteggiamento del bambino.
 
Il lessico è generalmente corretto e adeguato alla storia e allo stile adottato, ma ho notato alcune imprecisioni.
Prima che entrasse la vecchia dama stava rivolgendo le sue ovazioni agli antichi dei. «È morto?» → orazioni. Inoltre non mi convince la struttura della frase e anche se il soggetto si capisce l'avrei strutturata in modo differente;
in un moto di rabbia tirò ad Arella uno schiaffo così violento che questa cadde a terra. Quando capì ciò che aveva appena fatto era troppo tardi per pentirsene, alzò il capo, guardando sprezzante la donna a terra. → ripetizione;
La sua voce, resa ferrosa attraverso l’elmo, suonava divertita. → l'aggettivo "ferrosa" non mi convince, credo sia più adeguato "metallica". Inoltre, invece di dire "attraverso", che secondo me è poco adeguato, avrei reso l'elmo complemento di causa efficiente;
 
Lasciò che le scostasse la veste lascivia → "lascivia" è il sostantivo, "lasciva" l'aggettivo.
 
 
 
Trama e originalità: 13
La tua storia mi è sembrata abbastanza ben costruita e originale, nonostante ci metta qualche pagina a ingranare.
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai costruito il tuo mondo: è ricco di personaggi e di storia, anche se sei stata costretta, in alcuni punti, a lasciare delle cose in sospeso per via della relativa brevità della storia rispetto al contesto che avevi creato. Ho apprezzato il fatto di scegliere nomi che ricordassero luoghi reali in Italia: ammetto, almeno all'inizio, di aver pensato che si trattasse di una storia ambientata in un'Italia medievale (ovviamente con le dovute modifiche al contesto storico) e già questa sarebbe stata una cosa abbastanza singolare e degna di nota, ma dopo qualche pagina mi sono resa conto che si trattava di un mondo fittizio e se possibile sono rimasta ancora più colpita. In genere per i fantasy gli autori scelgono nomi che ricordano l'inglese per suono e regole di pronuncia, nomi generati in automatico da programmi online o anche accostamenti casuali di sillabe più o meno impronunciabili, quindi ho trovato davvero interessante questa scelta.
Ho apprezzato anche l'idea di inserire un conflitto religioso e dinastico e la contrapposizione tra regina "vera" e Regina dell'Anello, anche se avrei dato più spazio a questo argomento nella storia, essendo più che importante.
Non ho trovato molto originale la scelta di Alfeo di perdonare di nuovo Tatiana: in un certo senso mi aspettavo che si comportasse in quel modo e mi aspettavo anche che il ragazzo nelle visioni di Tatiana fosse proprio il piccolo Eliseo, ma mai avrei creduto che Alfeo volesse portarle via anche lui, lasciandola completamente sola proprio nel momento in cui aveva scoperto chi fosse il principe eletto.
È una storia dal retrogusto molto amaro, insomma, ma l'ho apprezzata per  il suo essere in molti punti diversa dal solito ‒ per quanto alcuni argomenti che hai usato siano abbastanza comuni ‒ e per aver portato in scena personaggi molto particolari e tormentati, che hanno dato molto alla storia. Si tratta di un racconto ricco di novità, più per i particolari che per la trama generale, in effetti, ma resta molto impresso e non sparisce nel nulla come le decine di racconti fantasy tutte uguali.
Ho notato alcune cose che non mi hanno convinta molto, però: tu hai deciso di riportare le note alla fine del testo ed è una scelta legittima, ma in genere quando un autore mette le note alla fine lo fa per non rovinare la sorpresa, visto che contengono spoiler. Alcune delle tue note avrebbero effettivamente rovinato la lettura se messe prima del racconto, ma d'altra parte i soprannomi dei principi all'inizio mi hanno creato una leggera confusione, quindi forse avresti dovuto riportare quella parte di note prima.
Inoltre, ho notato questo:
Ma non era tempo di pensare a quello, ogni sua speranza in quel campo, dopo la disfatta di Falco, era ormai vana → "Falco" non è il nome di Eliseo?
 
 
 
Caratterizzazione dei personaggi: 13,5
Ho apprezzato moltissimo il personaggio di Tatiana: devo ammettere che all'inizio il suo rapporto con Alfeo e i loro figli mi ha ricordato la Cersei Lannister delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ma andando avanti con la lettura mi sono resa conto che si tratta di un personaggio completamente diverso e con tutt'altre particolarità. L'amore per i figli di Cersei, ad esempio, è incondizionato e più "da madre": la gelosia che prova per le donne che hanno a che fare con i suoi figli si limita al fatto che si tratti dei suoi bambini ed è tipica delle madri molto (troppo) protettive, mentre Tatiana ha un rapporto molto più morboso con i suoi figli e ne è gelosa a tal punto da non volere che si affezionino neanche alle bambinaie, oltre che alle loro coetanee. Non dico di averci visto del desiderio inconscio di incesto, in questa gelosia (anche se forse c'è qualche velatissimo accenno nella pretesa di un rapporto così esclusivo), ma sicuramente qualcosa di oscuro e pesante. Infatti, questo tipo di rapporto non dipende soltanto dall'amore di Tatiana per i suoi figli, ma anche dal desiderio di controllarli e manipolarli per ottenere quello che vuole e questo si evince nel momento in cui manda Fausto alla morte. D'altra parte Fausto, da come lo descrive Alfeo, è completamente succube della madre ed esegue i suoi ordini senza discutere, accecato dal suo amore per lei.
Riguardo il riferimento all'incesto che ho fatto prima, credo sia dovuto al fatto che Tatiana tratti i suoi figli più da amanti che da bambini. Non da amanti in senso stretto, ovviamente, ma la pretesa che non si affezionino ad altre donne e che si sacrifichino per lei è più una pretesa da donna amata che da madre e in molti atteggiamenti sia di lei che di Fausto ho riscontrato questo modo di rapportarsi, che ho trovato allo stesso tempo affascinante, inquietante e molto originale. Un'altra cosa che mi fa pensare al fatto che Tatiana tratti molto i suoi figli come amanti sono le sue affermazioni sull'aspetto di Eliseo, che lei definisce effeminato con il timore che questa caratteristica non scompaia con l'età. Non so, questo timore che il figlio non diventi abbastanza virile può essere comune per le madri in contesti simili, ma tutto il resto della storia mi ha fatto pensare che ci fosse anche altro dietro la delusione di non avere un figlio abbastanza "uomo".
Probabilmente mi sbaglio con queste considerazioni, ma leggendo questa sensazione è stata molto forte e in ogni caso, se fosse intenzionale, penso che sia un'ottima scelta e mi è piaciuto molto il lavoro che hai fatto sotto questo punto di vista.
Sebbene marginale, mi è piaciuto molto anche il modo in cui hai caratterizzato il personaggio di Clarissa: Tatiana ovviamente la vede come la donna che le ha "rubato" l'affetto di Paride, ma è come se trasparisse, dalle parole di Alfeo e in parte anche da quelle di Tatiana, la dolcezza che questa donna riversa su figli non suoi, essendo sterile. Non è molto presente nel racconto, ma mi ha ispirato una grande simpatia e credo che sia un personaggio che soffre molto, anche se non ho idea di come tu l'abbia pensata e potrei anche sbagliarmi.
Tuttavia, non mi ha convinta molto la caratterizzazione di Alfeo: lo descrivi come un uomo crudele e senza scrupoli, ma alla fine gli basta dare un'occhiata alle grazie di sua moglie per rimangiarsi tutto. Una dimostrazione di crudeltà è togliere alla moglie l'ultimo figlio che le è rimasto e la scelta di esiliare Fausto invece di farlo tornare dalla madre, ma sinceramente mi sarei aspettata di più da parte sua, dopo le premesse fatte.
In ogni caso mi è piaciuto moltissimo il lavoro che hai fatto con i tuoi personaggi, credo che sia il punto forte della storia.
 
 
Giudizio personale: 16
Per quanto riguarda questa voce devo ammettere che un po' mi dispiace, visto che data la trama e i personaggi avresti potuto ottenere anche uno o due punti in più. Il motivo di questo punteggio è il fatto che comunque ho notato molte imprecisioni, che non mi hanno fatto immergere nella storia durante la prima lettura. Come ho detto leggo sempre almeno due volte prima di dare un parere, ma d'altra parte una storia andrebbe apprezzata sin dalla prima lettura e nel tuo caso ci sono davvero molti errori che distolgono l'attenzione, rovinando l'atmosfera.
In ogni caso si tratta di una storia molto ben fatta per quanto riguarda l'ambientazione, la trama e i personaggi e credo che con qualche correzione potrebbe darti davvero delle soddisfazioni, mi è piaciuta molto ed è una storia che "rimane", diversa dalle altre.
Mi sono piaciute le contestualizzazioni che hai fatto, la tua ambientazione con nomi così insoliti, almeno in un sito di fanfiction, e i tuoi personaggi profondi e particolarissimi.
Non so se hai in mente altre storie da ambientare in questo mondo, ma ti consiglio di riutilizzarlo perché è davvero affascinante e colpisce: ad esempio, mi viene in mente di consigliarti una storia in cui si tratti in modo più approfondito il problema religioso.
Complimenti, davvero una storia particolare: ci sono varie imprecisioni, è vero, ma quelle con un po' di pazienza si correggono e quello che resta è un bel racconto.
 
Totale: 51,5/65

Recensore Veterano
28/02/15, ore 12:54

molto bella come storia. amo il tuo modo di scrivere e le ambientazioni che porti, molto realistiche. mi piace molto il personaggio della regina, nella sua complessità.
scusa se scrivo poco ma mi hai lasciato a bocca aperta, ho quasi timore di dire cose e di usare termini che potrebbero sminuire questa tua opera - perché di opera si tratta.
complimenti ancora

Recensore Junior
24/12/13, ore 12:46

3° CLASSIFICATA al contest "L'antieroe" di Athenryl e Rosheen


Grammatica, stile e lessico: 17/20

L'ortografia è davvero molto buona: quei tre punti in meno sono dovuti ad alcuni errori di distrazione ed imperfezioni che non ci hanno convinte del tutto. Ti riportiamo qui alcuni di questi: a pag. 4 parli di "dissentimento", ma è più corretto "dissidio"; sempre a pag.4 ti dimentichi di mettere l'apostrofo tra "un" e "allegria" e a pag.8 tra "un" e "ulteriore"; qua e là batti qualche spazio di troppo, qualche termine non corretto (a pag. 2. "si fece violenza", al posto di cui sarebbe più appropriato "si fece forza", a pag.6 "sferragliare" e "avvolte", che andrebbe staccato, a pag. 8 "incredibilità", che sarebbe meglio venisse sostituita da "incredulità"), dimentichi virgole e scambi lettere, ma in ogni caso nulla di grave.
Abbiamo trovato il tuo stile altrettanto buono: ricercato, musicale, con un retrogusto di "antico" che ben si sposa con l'ambientazione, i personaggi e il racconto in generale; riesci bene a rendere l'introspezione e la narrazione non è mai pesante, è anzi scorrevole, fluida, coinvolgente, con un buon ritmo e una particolare cura per i dettagli e i dialoghi. Ben costruita, ben equilibrata, è stato davvero un piacere leggerla.


Originalità: 14,5/15

Forse il tema, l'ambientazione e i personaggi non sono così originali né tantomeno innovativi, ma siccome siamo del parere che "non conta ciò di cui scrivi ma come lo scrivi", ti meriti un bel 14,5, sia per la forma che per il contenuto. Una cosa che abbiamo apprezzato molto è l'utilizzo di nomi, sia per i personaggi che per le località, di connotazione italiana: capita di rado che in una storia di questo genere un autore faccia uso di nomi che non siano di stampo fantasy, medievale o addirittura inventati. Tu hai saputo farne un buon utilizzo e in qualche modo questo ha reso la storia ancora più realistica e interessante di quel che non fosse già.
Ti abbiamo tolto quel 0,5 per il semplice motivo che certe situazioni e dinamiche magari possono richiamare a scene già viste (a tratti ci ha ricordato un po' Le cronache del Ghiaccio e del fuoco, forse per gli intrighi di corte e per la personalità di Tatiana); ma in ogni caso complimenti.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/12

In poche pagine hai saputo caratterizzare bene il mondo in cui le vicende si svolgono, hai creato un quadro completo e ben preciso: ogni personaggio ne esce vivo e reale, tanto da rendere ogni scena nitida e intensa nella nostra testa. Non c'è nessun dialogo che appaia inappropriato o inadatto e il tuo stile ricco contribuisce a calarci ancor di più nell'intreccio che hai creato.
Gli ambienti, i vari accenni agli altri luoghi, qualsiasi cosa è frutto di grande attenzione e mai lasciata al caso. I personaggi non sono scontati, hanno tutti una propria personalità, persino quelli secondari e quelli più relegati ai margini; non ce n'è nessuno che appaia privo di spessore e ne emerge una grande capacità di descrizione e analisi.
Abbiamo apprezzato particolarmente la figura di re Alfeo che, sebbene compaia soltanto nella parte conclusiva del racconto, è stato reso reale e tremendamente vivido: la sua freddezza apparente, la sua alterigia che non si scioglie nemmeno nei momenti d'intimità con Tatiana, la sua arroganza, tutti tratti ben resi che ben si accordano al colpo di scena che ci hai voluto regalare a pag.8 quando si viene a scoprire quanto, dietro quella maschera, si nasconda in realtà ben altro.
La personalità di Tatiana è ben delineata e approfondita: è una donna, una regina – seppur con una reputazione che lascia a desiderare – ma prima di tutto una madre gelosa, protettiva eppure paradossalmente molto egoista. Ama i suoi figli ma è disposta a sacrificarli e a metterli in pericolo al costo di salvare se stessa. Tuttavia, nonostante sia un bellissimo personaggio, ricco di sfumature e assolutamente non piatto, certe cose non ci hanno convinte: non possiamo definirla un completo antieroe. Vi si avvicina, è vero, ma non rispecchia appieno le caratteristiche che la renderebbero tale.




Apprezzamento personale: 7,5/10

A parte le incongruenze che ti abbiamo segnalato, è nel complesso molto buona, intrigante e piacevole da leggere; quello che ci è più di tutto piaciuto è lo stile e la sua musicalità che hanno contribuito a ricreare le immagini e le situazioni del racconto.


Uso del pacchetto: 8/8

Punteggio pieno anche per te per quanto riguarda l'utilizzo dei prompt: ogni parola è inserita adeguatamente e ben contestualizzata, specialmente per quanto riguarda la parola "anello". Hai saputo svilupparla e renderla addirittura un concetto chiave e struttura portante della trama.


Punti totali: 57/65