Recensioni per
Non piangere, Dottore
di Lechatvert

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/07/15, ore 09:35

Decimo classificato – Non piangere, dottore
Di Micch
 
 
Sintassi, ortografia, punteggiatura
Hai scritto una storia davvero molto buona dal punto di vista grammaticale. Gli errori sono pochi e, comunque, alcuni mi sembrano più che altro il frutto di sviste.
Partendo dalla sintassi, ti faccio due appunti:
 
« Mi chiedevo … se la guerra è finita, voi ve ne accorgereste senz’altro, non è così? »
 
Neanche altre cento vite erano abbastanza, per ripagare la sparizione del sorriso di Betta.
 
Nella battuta che ho citato è presente un periodo ipotetico di secondo tipo, quello della possibilità. Tale costrutto è costituito da una prima parte, detta protasi, introdotta da se, in cui il verbo è al congiuntivo imperfetto, e infine da una seconda parte, detta apodosi, con il verbo al condizionale presente. Come puoi vedere, al posto del congiuntivo, tu hai inserito l’indicativo. Nel parlato informale un simile costrutto può essere accettato, ma nello scritto è bene attenersi alle regole dello standard. La forma corretta è: se la guerra finisse – in alternativa, puoi utilizzare un verbo servile: dovesse finirevoi ve ne accorgereste, vero?
La seconda frase contiene un’imperfezione a metà strada tra l’errore sintattico vero e proprio e un’opinabile scelta lessicale. Al posto di erano, all’indicativo imperfetto, io avrei utilizzato sarebbero state, al condizionale passato. Il condizionale nasce inizialmente per indicare il futuro del passato; per tale motivo, esso è stato poi utilizzato anche per costruire enunciati contenenti ipotesi, desideri, fatti non ancora realizzati o del tutto irrealizzabili. Infatti, il concetto di futuro si lega inestricabilmente a quelli di ipotesi e desiderio, proprio perché esso appartiene a una dimensione temporale sconosciuta all’uomo. Nel caso specifico, il narratore sta parlando per ipotesi. La frase si potrebbe parafrasare così: ipotizzando di avere a disposizione altre cento vite, non sarebbero comunque sufficienti per ripagare […]. Nel parlato comune e informale è molto comune utilizzare, come hai fatto tu, l’indicativo imperfetto al posto del condizionale. Tuttavia, ritengo che almeno nei testi scritti, soprattutto in presenza di descrizioni/narrazioni e di un testo stilisticamente piuttosto sostenuto, sia il caso di utilizzare il condizionale.
 
Per quanto riguarda l’ortografia, generalmente corretta, ti faccio soltanto un appunto:
 
Nemmeno l’avvenenza è tra le tue doti, eppure i de’ Pazzi […]
 
Il de’ che nelle famiglie nobiliari precede il cognome indica l’appartenenza di una tale persona a quella determinata famiglia. In alcuni casi, nel corso dei secoli, esso viene inglobato nel cognome vero e proprio; in altri, viene rimosso. Nel 1400, quando le regole anagrafiche ancora erano volubili, il de’ era semplicemente una preposizione semplice atta a indicare, appunto, l’appartenza. Per questo, non trovo corretta la dicitura i de’ Pazzi poiché già l’articolo determinativo i ha la funzione di specificare quel particolare gruppo familiare. Meglio scrivere i Pazzi.
 
La storia non presenta troppi problemi nemmeno a livello ortografico; ti segnalo giusto qualche imperfezione:
 
Mi chiedevo se la guerra è finita […]
 
Daresti la tua vita e quella di mille uomini, per ascoltare di nuovo le poche parole […]
 
Secondo le regole della punteggiatura, non ci deve essere alcuno spazio tra i puntini di sospensione e la parola immediatamente precedente.
Nella seconda frase, l’errore stta nell’aver inserito la virgola tra la frase principale – Daresti […] uomini – e la subordinata finale – per […] parole.
8/10
 
Appropriatezza lessicale e stile
Dal punto di vista stilistico, la tua storia è estremamente originale. Hai scelto un tipo di narrazione per nulla scontato, utilizzando il tempo presente e la seconda persona singolare. Mi è capitato molto raramente di leggere storie narrate in seconda persona, però devo dire che tutti gli autori che hanno sperimentato questa cosa se la sono cavata molto bene.
Tu non fai eccezione; trovo, anzi, che il fatto di rivolgersi continuamente e direttamente al protagonista del racconto renda il ritmo delle vicende narrate molto più incalzante. È come se questo tipo di narrazione riuscisse a infondere ancora più drammaticità e realisticità a una storia di per sé già tragica e carica di emotività.
Anche il lessico della storia è ottimo: hai utilizzato termini di un certo peso letterario, nonostante il linguaggio non arrivi mai a essere davvero aulico. Mi sembra, comunque, che esso sia appropriato sia al contenuto che all’ambientazione storico-geografica.
Meriti il punteggio pieno.
10/10
 
Trama: originalità e sviluppo
Ammetto di non aver mai approfondito le vicende del personaggio che hai reso protagonista del racconto, nonostante io sia certa di essermi imbattuta nel suo nome. È molto curioso il fatto che tu abbia deciso di parlare di un medico senza che la trama ruotasse intorno alla sua professione ufficiale.
Di fatto, hai raccontato una storia d’amore dall’epilogo tragico, segnata da un conflitto armato tra due potenti famiglie che ha portato il protagonista a dover piangere la sua amata. Da questo punto di vista, la storia non è molto originale: capita spesso, infatti, di leggere racconti di guerra in cui uno dei due amanti soccombe, mentre l’altro è costretto ad assistere impotente alla tragica fine della sua dolce metà. Oltretutto, l’epoca in cui hai ambientato la vicenda è molto sensibile a tematiche del genere, non fosse per altro che il Rinascimento segna l’esplosione della cultura del classico e del bello e che, in linea di massima, il sentimento amoroso diviene spesso protagonista di molte opere.
La trama è comunque ben strutturata: c’è un lui e c’è una lei, entrambi schierati a difesa della propria città – che, all’epoca, era praticamente assimilabile a uno Stato. Sia Francesco che Betta combattono tra le fila dei veneziani e dunque dei Contarini, famiglia alla quale, oltretutto, appartiene la stessa donna. Non dici molto dell’amore tra i due: sappiamo che il medico è profondamente innamorato di Betta e che soffre terribilmente per la sua perdita; però, in realtà, il loro sentimento non viene approfondito. Tutto sommato, ai fini della coerenza della trama, questo non è un difetto – in fondo, hai detto il minimo indispensabile e ciò che conta davvero è la circostanza bellicosa in cui muore la ragazza.
Se devo trovare un difetto nella trama, esso consiste nella difficoltà che ho avuto per comprenderla appieno. Non è semplice, infatti, a una prima lettura, cogliere il senso di tutte le parti del testo.
Per esempio, mi chiedo se l’epilogo della storia coincida davvero con la fine della guerra:
 
« La guerra finisce oggi, Cappelletti! », aveva esclamato, abbracciandoti piano con l’armatura ruvida che ti premeva sul collo. « Stasera, dormiremo a casa ».
Tu eri scoppiato in lacrime, afferrandole il polso.
Non volevi lasciarla andare, non volevi separarti da lei neanche per un istante.
Betta ti aveva sorriso, incoraggiante, e ti aveva asciugato una lacrima con l’indice.
« Andrà tutto bene », l’avevi sentita dire, prima che lei si buttasse su di te nel vostro ultimo, amaro bacio.
« Non piangere, Dottore ».

 
In questo punto della storia – che, dunque, suppongo sia un flashback – Betta è ancora viva. Poi, però, muore in battaglia. Era davvero quella l’ultima battaglia?
Questo passaggio, ahimé, non mi è chiaro.
8/10
 
Caratterizzazione dei personaggi
Uno degli altri grandi pregi della narrazione in seconda persona è quello di riuscire a rendere i personaggi di un testo molto realistici e ben caratterizzati.
Di Francesco Cappelletti hai messo in evidenza in maniera egregia tutta la dedizione al proprio lavoro e la grande sofferenza che prova dopo la morte di Betta. Alcuni spezzoni sono davvero molto drammatici:
 
Ci annegheresti volentieri, in quel mare. Non è così, Dottore? Non sarebbe forse meglio, per te, se una mattina non ti svegliassi affatto, anziché aprire gli occhi tra il fango e la morte? Non ti piacerebbe poter riposare per sempre, anziché sfidare la vita?
Ma hai troppo paura, Dottore. Hai troppa paura anche per fingere di essere morto.
Ma a cosa servirebbe, poi, sbarazzarsi del mondo, quando nessun'anima mai sfugge al destino eterno della vita?



Non so perché, ma sono quasi certa che scrivendo lo stesso pezzo in terza persona o in prima persona, il risultato non sarebbe altrettanto brillante.
Oltretutto, nonostante la relativa brevità del racconto, da esso emerge anche il carattere di Betta, donna coraggiosa e combattiva che finisce col morire in battaglia durante la Guerra del Sale. Non è semplice riuscire a dare indicazioni dettagliate circa il carattere di un personaggio non protagonista avendo in mente di scrivere un racconto breve; eppure, nonostante ciò, tu te la sei cavata molto bene.
10/10
 
Sviluppo del contesto storico, attinenza, ambientazione
Nonostante la drammaticità che hai fatto trapelare, senz’altro tipica di un conflitto armato, non sono molti gli elementi nel testo che lasciano intendere che la guerra di cui si parla sia proprio la Guerra del Sale. È vero: soprattutto nella parte iniziale del testo citi molti personaggi che hanno vissuto nell’epoca da te trattata; però, di fatto, non approfondisci molto i loro ruoli e non dai di essi molte informazioni.
Ciò non significa, ovviamente, che non si capisca che la storia sia ambientata in pieno Rinascimento, e che a duellare siano veneziani e ferraresi. Semplicemente, è difficile, senza il supporto delle note al testo, capire esattamente a quale coflitto tu ti stia riferendo.
Trovo comunque che un’eccessiva dovizia di particolari nei confronti dell’ambientazione avrebbe in qualche modo reso meno efficace l’introspezione del protagonista. Per evitare questa conseguenza, avresti dovuto scrivere un testo più lungo. Forse, l’unico difetto di questa storia è proprio la brevità, che, ahimé, rende poco chiara la trama a una prima lettura e poco approfonditi i dettagli circa l’ambientazione e il contesto.
8/10
 
Gradimento personale
Mi sono giunte, per questo contest, diverse storie incentrate sulla guerra.
Anzi, probabilmente, lo sono quasi tutte. La guerra, ovviamente, è un elemento onnipresente quando si parla di Storia con la S maiuscola, per cui è chiaro che in tanti racconti siano presenti tematiche inerenti ai conflitti bellici. In linea di massima, mi piacciono le storie drammatiche, per cui non trovo noiosi racconti in cui siano presenti delle battaglie; tuttavia, se le descrizioni e la narrazione non sono realistiche, divento molto critica nei confronti della storia.
Tutto questo preambolo mi è servito semplicemente per dirti che, nonostante nella tua storia non siano presenti molti dettagli circa gli scontri tra truppe rivali avvenuti durante la Guerra del Sale, il modo in cui hai analizzato i sentimenti del protagonista e narrato la vicenda ha fatto sì che io trovassi molto bello il tuo racconto. La grande novità introdotta nel tuo stile è l’utilizzo della seconda persona per la narrazione. È vero: in realtà sta prendendo sempre più piede questo particolare modo di raccontare una vicenda; mi pare, comunque, che non tutti gli autori – me per prima – abbiano ancora il coraggio di sperimentarlo.
Per questo motivo, direi proprio che hai fatto un ottimo lavoro. Magari, se il testo fosse stato più lungo, avresti evitato ai lettori qualche difficoltà di comprensione; però, a parte questo, il tuo racconto non ha grossi difetti.
Tot.: 44/50

Recensore Master
22/12/13, ore 10:44

Mi sa che qui qualcuno è stato buono quest'anno altrimenti non sarei qui come tuo Babbo Natale segreto xD Ma veniamo al dunque, allora allora ...
veramente molto bella, e soprattutto è stato bello leggere di un periodo a cui pochi s'interessano, e di una città che storicamente viene poco studiata, anzi in questo caso di ben due città visto che Ferrara appare continuamente sullo sfondo, invocata, ricordata, maledetta
molto interessante e ben scritta, introspettiva e drammatica al punto giusto, veramente bella complimenti

[Recensione partecipante all'iniziativa "Babbo Natale Segreto 3.0" del gruppo facebook 'HPeace&Love].

Recensore Veterano
08/11/13, ore 16:16

Sono sempre felice di scoprire un buon racconto in questa sezione, che è una delle mie preferite! Il tuo racconto mi è piaciuto molto, anche se non so praticamente nulla della Guerra del Sale (e sì che abito giusto tra Ferrara e Venezia!) ma il protagonista mi è sembrato subito vicino, del tutto umano e reale. Complimenti, è la più bella storia che leggo da molto tempo!

Recensore Veterano
07/11/13, ore 17:25

Quando si dice destino! Avevo la prima parte ancora conservata nel telefono e oggi, durante religione, mi è capitato di rileggerla. XD
E come mi ha commosso stamattina - seppur incompleta - mi commuove ora in tutto il suo splendore.
Sarai anche sotto esame ma non smetti di deludermi.



Davvero, davvero bella!




Tua,



Coco