Recensioni per
Against the Odds
di andromedashepard

Questa storia ha ottenuto 94 recensioni.
Positive : 94
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
20/11/13, ore 14:32

Eccomi di ritorno. Scusa per il ritardo, sono stati quindici giorni piuttosto impegnativi, ho letto questo capitolo in un piccolo ritaglio di tempo che mi sono tenuta per leggere un po' in questa sezione, ma solo ora ho trovato il tempo necessario per rileggerlo e recensirlo.
Non posso fare altro che farti i complimenti, ogni capitolo è sempre un crescendo di emozioni:positive, negative, ma pur sempre emozioni che attraverso il tuo stile di scrittura riesci a far arrivare a chi legge e a coinvolgerli nella storia. Insieme alle soundtrack che leghi a ciascun paragrafo.
L'immagine di Thane che si prodiga nel fare mille regali ad Andromeda è un qualcosa di molto dolce, e allo stesso tempo fa sorgere un nodo alla gola tremendo, sapendo ciò che accadrà in futuro non troppo lontano.
Il Drell ce lo vedo molto, anche se non fosse stato nelle condizioni di salute in cui è, a ricoprire di regali Shepard, a renderle confortevoli e rilassati quei pochi minuti disponibili al di fuori delle missioni. Come avevo già detto tempo fa, è uno di quei gentiluomini dei vecchi tempi andati, di cui si rimpiange tanto la presenza ai giorni nostri.
vedere poi Shepard in totale relax, è stato qualcosa di eccezionale, alla fine è sempre in azione, in giro per pianeti ad aiutare il suo equipaggio e la Galassia, un momento di pausa ci vuole anche per lei. In fondo è un essere umano.
Concludo facendoti i complimenti per l'incipit di questo capitolo, ti posso dire che è la mia parte preferita con assoluta certezza.
Un grosso abbraccio e a presto. Sono curiosa di vedere come si svolgerà il prossimo capitolo, visto che tra le righe c'è la premessa per un qualcosa su cui non ho un buon presentimento.
Nad.

Recensore Junior
17/11/13, ore 11:12

Eccomi finalmente, chiedo scusa per l'imperdonabile ritardo.

Per prima cosa ti assicuro che non sei andata assolutamente OOC, i personaggi sono tutti estremamente fedeli, Thane, Garrus, l'ammiraglio, persino il lieve accenno a Zaeed. Non ho citato Shepard perché lei è una cosa a parte.
Mi spiego: ha le caratteristiche fondamentali del comandante, ma è Ann. Non è uno Shepard qualsiasi, è la tua Shepard e devo dire che si tratta di un personaggio dannatamente bello.
Posso immaginare quanto sia stato difficile staccarsi dalla linea generale della storia e creare un capitolo assolutamente nuovo che ha solo pochi agganci con la trama che conosciamo, eppure s'inserisce perfettamente nel contesto. E' una piccola parentesi di normalità all'interno del caos che li circonda. Penso che episodi come questo siano la più grave mancanza di ME2, nel 3 ce ne sono parecchi, ma il 2 è tutto un susseguirsi di battaglie e missioni, e non c'è un attimo in cui Shepard possa riprendere fiato e ricordarsi i motivi che lo/a spingano a combattere. Tu ce li stai mostrando, invece, quei motivi.
Ma quando si parla di Thane non è mai facile. Hai fatto trascorrere loro un pomeriggio allegro, spensierato, normale … però alla fine la realtà torna sempre a galla e le illusioni svaniscono.
La riflessione di Shepard sui motivi che spingono Thane ad agire così "impulsivamente", è tremendamente perfetta e se all'inizio della storia avevo sulle labbra un sorriso adesso ho le lacrime agli occhi …
Mi dispiace per loro, infinitamente.

Davvero un bel capitolo, complimenti, come sempre!
Alla prossima!

Recensore Junior
15/11/13, ore 22:55

Mi metto a recensire ora, è decisamente il caso…
Amo tantissimo l’esperienza del sogno e del dormiveglia, come già è noto, e avevo davvero voglia di ritrovare quel bellissimo pezzetto iniziale e tornare insieme ad Ann e Thane. Mi sono mancati moltissimo, questa storia ha un ruolo davvero importante per me, mi ha fatto appassionare ancora di più a Thane e a tutto il mondo di ME e tante volte mi sono ritrovata a rileggere pezzi per tirarmi su di morale.
Vorrei poter ricreare tutto senza tralasciare nemmeno un dettaglio che mi è piaciuto in un disegno… e lì allora verrebbe un lavoro infinito XD
Mi è piaciuto tantissimo vedere come una guerriera come Ann abbia trovato un momento per riposare. Spesso capita di dimenticare che anche lei ne ha bisogno, si tende a darle sempre troppo carico sulle spalle. E’ bello vedere come sia lui ad offrirle questa pace, a rappresentare per lei, finalmente, qualcosa per cui vale la pena sperare. Sento di poter descrivere tutti i paragrafi con degli aggettivi o sensazioni nel primo probabilmente sceglierei soffice. E’ tutto incredibilmente ovattato, intimo e lento. Non c’è nient’altro a parte loro, non c’è più niente che li possa dividere. Tra tutti i punti che hanno vissuto in questo percorso ognuno di essi è stato fondamentale ed insostituibile, ma qui si raggiunge una nuova vetta, le barriere scompaiono, l’ottica cambia. Prima c’era sempre qualcos’altro che impediva loro di avvicinarsi troppo in fretta, un vento forte che li respingeva indietro e li costringeva a rivalutare la situazione e con fatica ripercorrere i passi già fatti. E qui invece no, esattamente si arriva ad una sorta di… non mi viene altro termine, checkpoint, direi.
In quel paragrafo c’è una sola parola, un sussurro, che si mescola alla visione onirica e cedevole del momento.
Poi, nel risveglio ho provato una sorta di delusione nel non trovarlo lì, assieme a lei. Non me lo sarei aspettato, ma poi ecco che appare quell’elemento che mi ha fatto sciogliere dalla tenerezza. Le carpe… oddio, questi momenti, questi tasselli piccini sono meravigliosi. Creano una visione che d’insieme è eccezionale, fa riflettere e fa pensare a Thane, di come abbia preso quelle decisioni, a cosa abbia pensato. E’ così strano e difficile mettersi nei panni di questi due, loro hanno corso fin ora e sono caduti spesso, e continuano così. Ma è una corsa che non si può evitare, considerando la situazione. Lo dicevi anche tu, di come loro non hanno tempo per uscire, per conoscersi. Sono costretti a bruciare delle tappe e rischiare, ma forse è proprio in questo che si vede il loro legame.
Sheppa con gli occhiali da sole… devo troppo abituarmi all’idea huahauah
Elcor. Elcor. Chi non li ama? Mi sto chiedendo in che modo il signor Forta abbia fatto le sue famose sculture, o il perché davanti a loro possono trovarsi dei computer… forse schiacciano tasti con il muso. Che dolci <3 Dovrei appendere un poster di un elcor di fronte a quello di Thane sulla parete opposta, così si fronteggiano.
In questo capitolo di prende respiro, una pausa doverosa. E’ tutto così meraviglioso e così spontaneo, però ho notato in sottofondo una tristezza costante e velata… però lo so bene, come si fa a prendere loro due e riuscire a tirarne fuori solo la parte felice? Mi ha tanto intenerito e rattristato quel “in fondo so così poco di te”, detto con l’innocenza e gli occhi di un bambino, e invece portava tutta la malinconia che doveva portare.
Sono due persone che hanno convissuto costantemente con il dolore e i rimpianti, e sicuramente non sparirà nessuna delle due cose da qui in avanti. Avranno solo l’opportunità di curarsi a vicenda, di trovare la forza che manca nell’altro. Ecco, provo rabbia ora, e ti capisco benissimo a proposito di quello che mi dicevi oggi. E’ semplicemente ingiusto, ma lo accettiamo per com’è.
C’è stato un punto che mi ha colpito, perché mi ha lasciato dei dubbi. E lo apprezzo, sia chiaro. Quando c’è quel bellissimo frammento di ricordo dal punto di vista di Thane… non so, a parte che resto sempre affascinata da questa capacità dei drell e mi piace moltissimo quando succede, che sia nel gioco o in una fanfiction. Ma poi mi è anche sembrato un momento molto vivido, in quanto ci sono contrapposizioni forti, ho visto Ann deludersi e poi rivalutare il tutto per finire col sentirsi sollevata, forse. Ed è veramente reale, quel piccolo sospiro di sollievo che ho visto trarre ad Ann, con un po’ di disappunto e amarezza. Perché le emozioni non camminano mai da sole, e qui c’è proprio una costruzione più complessa. Un pensiero che vive, poi si guarda indietro e rivaluta le opzioni per mutare.
E poi vabbè. Maledetta Asari.
E no, lo sapevo che l’idillio sarebbe finito portando con sé tutto quello che si era lasciato indietro. La riflessione sul suo tempo, sul loro tempo. Allora ecco che tutto assume una nuova sfumatura e il significato che mancava, quella piccola chiave di lettura che ci serve per capire i suoi gesti, i suoi pensieri, i suoi regali.
Avrebbero meritato di più. Avremmo meritato di più. Più rispetto, almeno, ora mi sento proprio calpestata stando alle ultime ‘notizie’, e credo tu anche più di me. Che poi non capisco, sembrava che a Thane puntassero talmente tanto nel 2… e poi è finita così, lasciato lì.
Grazie per questa storia. Ogni capitolo è una meraviglia… ho fatto poche cose giuste nella vita ma entrare nel fandom di ME su EFP dev’essere proprio una di quelle XD Grazie a te per Lucca, tanta gioia e tante cose verdi.
Alla prossima, non vedo l’ora! <3

Recensore Veterano
14/11/13, ore 08:19

Per una volta andrò per paragrafi, forse perché il primo è talmente dolce e intenso, accompagnato da una musica che si intona alla meraviglia con l'emozione che nasce nel leggerti, che non voglio mischiarlo agli altri pezzi. Sei riuscita a descrivere l'emozione della felicità pura, la sua essenza. Quei minuti in cui siamo avvolti da un senso di perfezione, di completezza, di armonia. In quegli istanti c'è solo il desiderio di vivere all'infinito quella sensazione, senza provare alcun desiderio. E' la completezza. E via via che scrivo mi viene da ridere perché mi sto rendendo conto che era esattamente lo stesso sentimento che avrei voluto comunicare io, parlando di Garrus nel mio ultimo capitolo, anche se per motivi completamente diversi.
Anche il modo in cui mi sono espressa è molto differente, eppure stavo cercando di catturare la tua stessa sensazione: ammetto senza alcuna difficoltà che la tua versione è decisamente più intensa e struggente. Di una dolcezza infinita, ma non esasperata o melensa. I miei più vivi complimenti, mi hai stregato.

Anche il paragrafo successivo è bello e dolcissimo, ma è diverso. Mi viene in mente un pensiero strano, che non sono certa sia corretto o condivisibile: la sensazione di una felicità assoluta si prova nel silenzio, svanisce con le parole per trasformarsi in altro. Si può condividere con la persona che si ama, ma solo se si sta estremamente attenti a non turbarla, come se fosse una bolla di sapone che svanisce se appena cerchiamo di sfiorarla. Immagino che ti stia chiedendo dove voglio andare a parare. Onestamente non lo so ancora, sto solo scrivendo mentre ragiono. Quel risveglio di Ann è il risveglio che le auguro per ognuna delle mattine che avrà di fronte a sé, perché è perfetto. Ma è svanita la magia, come accade necessariamente quando la vita di ogni giorno si intrufola nei sogni e li dissolve.
Ma non solo è ovvio che ciò accada, è addirittura necessario affinché la magia resti magia, senza confondersi con la realtà.
C'è una felicità terrena e una eterea: se si dovesse descrivere la propria idea del Paradiso ci si riferirebbe alla seconda, nonostante la prima sia ugualmente intensa. Spero di essere riuscita a spiegare perché questi due paragrafi successivi mi hanno tanto colpito, perché di meglio non so fare.

Un paio di osservazioni brevi sugli Elcor e su Garrus.
No, davvero, come si può pensare di avercela con quei bestioni dall'aspetto placido e la voce monocorde e pacata? Si fa davvero fatica a immaginarli capaci di far del male o di avere pensieri meschini.
E sul turian del mio cuore, cosa posso dire? Mi ha fatto sorridere: imbranato e incapace di reagire alla sorpresa. Se fosse stato il mio, sarebbe arrossito di sicuro (se non avesse avuto una romance con il comandante, intendo). Sì, riesco a immaginarlo perfettamente. E visto che mi si offre l'opportunità di commentare la tua nota sui timori di andare OOC, ti assicuro che non ne hai alcun motivo. Non mi è mai capitato di leggere nulla scritto da te che fosse OOC e sono sicura che non accadrà neppure in futuro, perché ormai hai ben chiare le tue riflessioni sui diversi personaggi e non riusciresti, neppure volendo, a scrivere di loro in modo non coerente con le loro caratteristiche fondamentali e irrinunciabili.

Mi è piaciuto molto quel brevissimo brano sull'infanzia di Thane: mette in evidenza le differenze con l'educazione umana. Alla fine vedo una maggiore somiglianza con l'educazione impartita ai krogan e ai turian, ma potrebbe essere un'idea solo mia: non è che si sappia molto di nessuno di loro. Ed è anche questo il motivo per cui apprezzo tanto questi piccoli accenni a modi di vivere che ci sono ignoti. Ci si potrebbero scrivere intere storie a riguardo.

Mi sono immaginata l'espressione di Ann di fronte a quel "tesoro". Sto ridacchiando ininterrottamente dalla prima volta in cui a Thane è venuto in mente di usare questo appellativo. Lo scambio di messaggi è stato da piegarsi in due e ridere ad alta voce, sperando di non svegliare i miei figli che ancora dormono...

E il cambio di rotta finale. Inevitabile, immagino. Perché la consapevolezza di quanta sofferenza arriverà non può essere dimenticata impunemente per un lungo periodo di tempo.
Il tentativo di compensare quel dolore futuro con le attenzioni ed i regali non è efficace, anzi... eppure è spontaneo, è istintivo. E' stupido, ma inevitabile. E' un meccanismo che penso sia comune un po' a tutte le razze, anche a un drell. Lascia un amaro in bocca la parte finale, ma non credo sarebbe stato credibile finire il paragrafo a tarallucci e vino (è un'espressione che si usa a Roma, ma suppongo sia chiara un po' a tutti).
Non c'è alcun possibile finale "e vissero felici e contenti" e non si può dimenticare questa verità.

Un capitolo intenso e bellissimo, con una musica che lo è altrettanto.
Un abbraccio colmo di affetto e comprensione.

Recensore Veterano
13/11/13, ore 19:15

Lodicoloripetoloribadisco: AMO la quotidianità.
Ci sarebbero tante cose da dire a proposito di questo capitolo, a partire dall'ambientazione (una delle mie preferite) fino alla perfetta coerenza nella quale disponi gli eventi narrati e le interazioni tra i personaggi.
Penso che un personaggio riesca a vivere di vita propria non solo grazie ad un metaplot e ad un background credibili, ma anche grazie a piccoli dettagli che vengono sparsi nel corso della sua personale vicenda. Le fic sono belle anche per questo, si può spaziare e prendere decisioni al di fuori della storyline nella più completa libertà. Il dramma è che, come hai scritto nella nota, quando si tratta di fuoriuscire da un ambiente già descritto, è molto difficile restare in linea con il carattere di un personaggio. Bene, ad andare OOC non ci sei riuscita nemmeno stavolta, mettiti l'animo in pace e -per Krysae!- aggiorna. ORA.
Impazienza a parte...
(ho sovrapposto per un millesimo di secondo la faccia di Ale sopra la tutina di Varn, sappi che mi hanno sentita in Svezia)
L'incipit è stato delizioso, a partire dalle nuvole di zucchero fino alle carpe. Oh, cosa non è quel Drell ç-ç si completano, si completanomalissimo *piangetroppo*
Penso che nessuno potrebbe trovare una descrizione più calzante, per un "dopo". Mi piace come hai definito gli spazi, circondandoli con particelle di credibilità eccezionale. Ho rivisto per un attimo i drammi interiori di Len, quando nel chappy Ann si specchia e vede finalmente che non c'è motivo che le spossatezze derivate dal lavoro assorbano anche le piccole conquiste nella vita quotidiana... al contrario di come la vivrebbe una persona che si affida al lavoro per definire sé stessa, come Len, Ann nota finalmente che c'è bisogno di definire una specie di linea di demarcazione. Non so se ho colto questa cosa in maniera precisa, oppure è un viaggio mentale mio... ma è pur sempre un dettaglio che ho apprezzato, l'ho apprezzato tanto, perché spesso leggo di Shepard che vivono la loro vita personale inserendola in ambito lavorativo, o che fanno addirittura l'operazione contraria (ed ecco a voi *rullo di tamburi turian* Lee Shepard!). Diciamo che hai colto la vera essenza di una Shepard credibile, che impara sulla sua pelle dove finisce il Comandante e dove inizia la Donna.
Veniamo a Garrus...
Nah, troppo comodo *si fustiga*
Veniamo al fatto che i Turian...
Nah, troppo scontato *porge frusta a Garrus*
Veniamo al fatto che... OUCH ...okay, la smetto e torno nell'ambito della storia.
Parliamo degli Elcor. Ma non di loro nello specifico, sia chiaro, ma di ciò che c'è dietro alla conversazione nel capitolo che li riguarda: Ann e Thane erano perfetti, perfetti perché nonostante la gravità del fatto che OMG COME PUOI COME PUOI uccidere un pachidermico ammasso di dolcezza come un Elcor? O anche solo pensarlo!!! Monelli, proprio. Ma monelli con criterio, perché, diamine, cosa mai avranno in comune due individui del genere quando si ritrovano ad avere pochi scampoli di tempo per conoscersi? Beh, l'esperienza. Di esperienze ne hanno maturate parecchie e condividerle è anche un modo per confermare che la persona che ti sta davanti e alla quale hai dedicato molte energie (psicologicamente parlando AHEM) non è un estraneo. Insomma, non capita mai di fare una cosa, con qualcuno che conosci appena, il giorno prima e il giorno successivo dire: ma ero in me? ma era in lui? che cacchio è successo? Imbarazzo a palate! L'unico modo per uscirne è partire da una base e costruire delle nuove esperienze, condividerle. Spero di essere stata chiara, davvero, perché mi ritrovo a ridere come una scema, pensando al doppio senso insito in questo discorso *muoremale*
Ora, c'è una cosa che mi preme dire più di altre, e spero di non diventare troppo pesante nell'analisi, o di scadere malissimo di fronte alla gravità che spinge dolorosamente l'ultima parte del capitolo. Ho avuto un patema assurdo, a metà capitolo, perché lo sapevo, lo sapevo -diamine- che alla fine la stangata sui denti mi sarebbe arrivata in maniera completamente improvvisa. La stangata è quel penultimo paragrafo a proposito del tempo rimasto. Tutto l'intero capitolo viaggia in un periodo di tempo "morto", una specie di cella di stasi dove i problemi gravitano intoccabili all'esterno, senza penetrare le pareti di quel limbo in nessun modo... era inevitabile tornare sull'argomento, era doveroso, ma diamine se mi ha fatto male leggerlo.
Non è una critica, non è una considerazione, è proprio che mi sono sentita come se qualcuno mi avesse tirato una sberla in pieno viso, facendomi riprendere conoscenza, proiettandomi di nuovo nella realtà della storia.
Ecco, io sono convinta che la vera realtà stia nelle parentesi, quella che si vive e non si subisce, semplicemente perché bilancia ciò che di più brutto può dare la vita. Loro hanno vissuto quello che la realtà potrebbe dargli, e questo, se possibile, mi fa un male cane, è davvero insopportabile.
Non saprei come descriverlo, ma è come se tu sapessi fin dall'inizio che qualcosa che non stai affrontando è destinato comunque a non affacciarsi mai alla tua realtà, è come se prevedessi il gusto di un kiwi quando il fottuto kiwi non l'hai mai assaggiato...
Hai regalato ai tuoi personaggi una parentesi meravigliosa, giusta e corretta nei loro confronti, dandogli il tempo di respirare prima di tornare in apnea nella storia.
Ti ringrazio per le riflessioni, ti ringrazio per aver dettagliato il mio adorato Zakera, per il Krogan, per la Paladin, per Varn (omg è carinissimo, posso adottarlo?) per il viaggio in autobus (LOL spuntoni selvaggi), per qualsiasi cosa tu abbia inserito in questo capitolo. Un gran bel lavoro, un ottimo lavoro, anzi!
Un abbraccio