Recensioni per
Mangiami.
di The queen of darkness

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
07/07/15, ore 18:53
Cap. 1:

Ciao!
Aiuto, hai pubblicato questo scritto da due anni, che figura... Ci tenevo però molto a dirti che hai una scrittura meravigliosa, quasi ipnotica, che esprime tutto con una freddezza quasi criptica. I miei complimenti, davvero. Poco fa ho letto "Tutto d'un fiato", e ho sentito il bisogno di leggere qualcos'altro di tuo. Non è facile trovare qualcuno che scriva bene come fai tu, dico sul serio... :)
Okay, detto questo, mi esilio.
Alla prossima

Lals_

Recensore Junior
01/08/14, ore 12:37
Cap. 1:

Doloroso. Questo pezzo ha il sapore della sofferenza, del dolore che non se ne va e ti insegue ovunque tu vada, esattamente come un profumo. Sentivo l'angoscia che saliva mano a mano che andavo avanti nella lettura.
Questa storia è crudele, ti salta addosso e ti morde nella gola, facendo provare a chi legge lo stesso dolore della protagonista. Che quel profumo sia proprio il dolore?
Ho notato uno stile leggermente diverso rispetto alle altre tue storie, più surreale. O mi sbaglio?
Complimenti.
Profonda ammirazione e stima, come sempre.
A presto.

The Sorrow.

Recensore Junior
01/12/13, ore 12:58
Cap. 1:

"Mangiavo vetro per non impazzire, perché spesso il metallo è meno tagliente delle persone".

Prima di recensire l'intero scritto,volevo fermarmi su questa magnifica scintilla di cupa saggezza,fin troppo lontana purtroppo dai toni di un'oscura profezia: ogni giorno questo assoluto diviene sempre più realtà,o almeno per quanto riguarda il passato di alcune persone. Le persone,nel loro egoismo,sanno tagliare e fendere quei morbidi legacci che ci fanno orbitare intorno a loro alla guisa di un satellite pago di aver trovato il suo pianeta protettore,cullato dall'ebbrezza di quelle indissolubili equazioni gravitazionali che reggono l'universo. 
Al di là della sterile osservazione che qualcuno potrebbe fare sulla natura del vetro e sull'ovvia verità che questo non sia un metallo,il connubio delle proprietà taglienti ed amorfe del primo con quelle resistenti e arrugginite del secondo rende splendidamente l'idea di una ferita che squarcia e imputridisce nel tempo,peggiorando la nostra condizione emotiva. Tagli che non si rimarginano,ma che sono destinati a segnarci per tutta la vita (o almeno in gran parte) costringendoci ad esporli come cicatrici di battaglia,ma solo alle persone cui permettiamo di infrangere le spigolose superfici cristalline del nostro Io.
In fondo,certe lesioni interne possiamo vederle solo noi e chi standoci accanto ci conosce bene. No?

***

Passando al resto della composizione,ciò che si intuisce al primo colpo è il procrastinarsi della sofferenza derivata da una separazione amorosa. A rendere il concetto è una progressiva trasformazione di quell'odore caratteristico che prima era avvertito come dolce culla d'essenza,ed ora ti ammorba fin nel profondo delle sinapsi nervose. L'annichilimento che si prova,il desiderio di sparire,il senso di sfuggita e perdita contrastano con una razionalità agonizzante e stremata,ridotta a strillare come regredendo allo stadio di fanciullo un "io non volevo morire" contradditorio ed incerto. In fondo,la ragione è la peggior nemica di se stessa.

"Mi frantumo al di là di un dirupo, ma questo quasi mi piace. Del mio corpo non rimarrà più nulla, lo giuro, sarà come la cenere delle pagine che hanno scritto la mia vita, trasportate dal vento in un ballo senza fine."

La gioia dell'autodistruzione espressa al massimo delle sue potenzialità,la soddisfazione nel contemplare le proprie ceneri strette in un pugno. E' un immagine fortemente evocativa di un dolore che non può essere placato,la cui unica ragione d'esistere è il nulla inteso nella sua forma più assoluta di non-esistenza. L'esaltazione dell'oblio ci invade totalmente,come illuminandoci gli occhi di una luce vuota e senza sorgenti.
Pensieri davvero molto forti,resi ancora più suggestivi da uno stile incalzante e finemente elaborato quale quello che oramai ho imparato a riconoscere con gioia in ogni tuo scritto. Le immagini che richiami,i pensieri che convogli nel foglio (o nei byte di informazione che compongono il monitor del computer? In fondo,la tecnologia assolve in maniera multiforme alle infinite esigenze dell'arte e del pensiero umano) dovrebbero indurre a fermarsi e riflettere tutti coloro che passano per questo angolo di Internet,meditare sulle infinite sfaccettature che a tutti sfuggono ma che solo un cuore lacerato e sofferente può cogliere.
Una superba composizione,in conclusione.
Come potrai notare,ho espresso ogni pensiero in forma assolutamente impersonale,non sapendo nulla sui tuoi retroscena nella vita reale. Qualunque sia la verità,ti auguro di superare ogni arduo momento che vivrai,adesso e nel futuro,facendo affidamento al più grande e splendente dei tuoi talenti. L'arte della scrittura,che in te ha fatto germogliare più che un albero un'intera foresta.
Alla prossima,allora,un abbraccio,
Dave.

Recensore Junior
20/11/13, ore 03:06
Cap. 1:

Mentre ti scrivo, sono le 02:59. Un minuto all'ora del diavolo, verrebbe da commentare. Sono in viaggio, già non riuscivo a dormire perché il mio cervello elabora storie stupide,.ma forse non riuscivo a dormire perché odio il pullman. Comunque ora non dormo di sicuro. Dio,che angoscia! Mentre leggevo pensavo ad Ana; non so ti ispiravi a lei, ma quello che hai raccontato è degno di una testimonianza di un'anoressica. Che dirti? Te l'ho già ribadito, sei brava. Mio parere.. Sono le 03:05 nel frattempo. È l'unico odore che sento è il feto del tizio dietro di me. Forse è meglio il tuo.

Nuovo recensore
17/11/13, ore 13:04
Cap. 1:

Ciao ^-^
In realtà non sono capace a recensire (non sono capace a scrivere in generale, quindi era scontato!), però spero ti farà piacere sapere che ho davvero apprezzato questo tuo scritto.
Ad un certo punto diventa tutto così affrettato e così claustrofobico che sembra che le tue parole mi circondino, io mi giri e guardi intorno e non le veda, ma loro sono lì.
Perchè probabilmente è qualche parte della mia vita che combacia con ciò che hai scritto, che tenta di mettersi in evidenza ed è strano specchiarmi in una pagina e ritrovarmi tale e quale.
La parte che mi sono resa conto di amare di più e quella del profumo, perchè anche io vivevo con un profumo bellissimo addosso, di qualcuno. E anche il fatto di non volere qualcosa, di volerla e non ottenerla.

Boh, spero che tu abbia apprezzato un po' queste righe scritte male.
Un bacio!
V