Giudizio per il contest "Lontano dagli occhi"
Titolo 3/5
Sinossi in 200 parole 2/5
Formattazione 6/10
Grammatica ed ortografia: 8/10
Stile/lessico: 7/10
Originalità: 4/5
Gradimento personale: 4/5
Caratterizzazione dei personaggi: 7/10
Attinenza al tema: 7/10
48//70
E dopo i numeri, veniamo ai commenti:
Titolo: sicuramente efficace, tuttavia la pesantezza di quell’avverbio ti penalizza: rallenta lo scorrere della frase che, se ci sta bene in chiusura del racconto, rende il titolo un po’ meno convincente.
Sinossi in 200 parole: capisco che il racconto sia molto breve, ma se un lettore volesse sapere prima di cosa si tratta, difficilmente potrà capirlo. Inoltre ripeti la battuta che si trova nel titolo, riducendo ancora di più le possibili informazioni per il lettore, rendendo inutile la presentazione del testo.
Formattazione: non male, ma si può migliorare: ti suggerisco di usare il formato giustificato e di rientrare con il tasto Tab dove serve, così da rendere più dinamico il testo. Si tratta di un accorgimento grafico che aiuta la vista del lettore.
Grammatica ed ortografia: solamente due errori di battitura e credo si tratti di sviste in entrambi i casi, dato che tutto il resto è impeccabile.
“sè stesso” ha l’accento sbagliato (sé). Dibattuta la correttezza dell’accentazione o meno in presenza di rafforzativo (in letteratura non si usa, in grammatica moderna sì. Diciamo che sono scuole di pensiero)
Terzo paragrafo
“[...]troppi "spiacevoli" ricordi legati a "quell'essere". Terminate [...]”: dopo il punto, cambiando argomento, ci sarebbe stato bene un a capo.
“[...] lavorare come barista, il cibo era una […]”: al posto della virgola, sarebbero stati più opportuni i due punti.
Quarto paragrafo
“[...] avevano dato alla luce un figlio.”: per quanto Dudley sia coinvolto, dubito che anche lui abbia “dato alla luce”. Sarebbe stato più corretto precisare che “sua moglie aveva...”
“[...] un figlio. La sua faccia […]”: la frase risulterebbe meglio articolata se, al posto del punto, ci fosse una virgola: “... un figlio, la cui faccia...”
“[...] tranne un dettaglio. Gli occhi [...]”: come per la passione culinaria di prima: i due punti sarebbero stati più indicati del punto.
Quinto paragrafo
“Ma”: sarebbe meglio evitare di iniziare una frase con congiunzioni e verbo essere. So che si fa comunque, quindi mi limito a farlo presente, senza tenerne conto ai fini della valutazione.
“[...]sempre più frequentemente, non riusciva mai[...]”: o “frequentemente (non)” o “mai”, ma assieme non ci stanno proprio.
“[...]una successione d'immagini. Vedeva[...]”: anche in questo caso ci sarebbero stati meglio i due punti.
“, e “: anche in questo caso si tratta di cosa da poco, ma in linea di massima non si usa la virgola davanti alla “e”.
“abbondanti razioni di bacon”: sia il plurale che la parola “razioni” stonano un po’: “un’abbondante porzione” sarebbe stata, a mio avviso, una scelta migliore.
Stile/lessico: stile lineare e semplice ed un lessico piuttosto preciso. Molto gradevole alla lettura.
L’unica nota che ho trovato un po’ stonata è definire “babbana” la moglie di Dudley che, sicuramente lo è, ma sarebbe stato più armonico, nel contesto qualcosa come “donna normale”.
Originalità: la storia si inserisce perfettamente nella trama originale, per poi svilupparsi indipendentemente. Forse non è originalissimo, ma non è questo che cercavo, quindi direi che mi sta più che bene!
Gradimento personale: ben scritto, piacevole, rilassante, quindi devo dire che mi è piaciuto leggerlo.
Caratterizzazione dei personaggi: i personaggi sono appena abbozzati, tuttavia rendono l’idea, non staccandosi da quelli originali e quindi si riesce a visualizzarli bene, anche se forse si poteva aggiungere qualcosa di più.
Attinenza al tema: tutto sommato il tema poteva essere più approfondito: non c’è una particolare angoscia; si percepisce un tranquillo disagio che forse è più curiosità che nostalgia o senso di colpa.
Tuttavia dare chissà quale introspezione a Dudley avrebbe reso il personaggio piuttosto OOC, quindi devo, di nuovo, dirmi soddisfatta. |