Uhm, sì, insomma, ciao?
Rispunto fuori un po' così, perché ho deciso di riprendere i contatti e di impegnarmi a non sparire, perché alla fine durante quest'anno voi ragazze di We, Girls mi siete mancate tutte.
Quindi ho deciso di spulciare un po' tra i vostri account e, ovviamente, comincio col recensire questa storia, che non è nemmeno nel fandom di IE ma che vuoi farci? Mi conosci, lo sai che sono famosa per fare l'esatto contrario di quello che mi impongo (e se ne vanta...)
Va beh, dicevo.
Questa storia è bella e malinconica e triste, come un mattino di nebbia.
La prima scena, quella dell'autobus al mattino presto, è grigia come una giornata di pioggia, ma imperlata di mille scintille, puntini luminosi come solo tu sai fare: tutti i dettagli, tutte le piccole impressioni che la tua protagonista rivela, sono quello che serve per rendere questa storia speciale, degna di essere ricordata. Davvero, si percepisce la sua solitudine, la sua diversità, il suo bisogno di essere notata, anzi, capita.
Io sono qui, nell’appannatura di un vetro, in un’alba dei primi di Dicembre.
Ricordati di me.
Che cosa poetica, però. Lo vedi che sei incredibile? Di tutti questi "io sono qui" forse è il mio preferito, perché non lo so, ma mi piace immaginare che davvero questa ragazza sia dall'altro lato di un vetro appannato, al mattino presto, quando ancora tutti hanno sonno e non prestano attenzione a niente.
Una del genere non si può dimenticare.
È bella anche la seconda immagine, triste, volendo. Non lo so, ma mi sembra quasi che tu abbia messo un po' di te, in questa ragazza. Non in generale, dico, non ti immagino così depressa, tranquilla (?), ma per le piccole cose: fingere di ascoltare la musica per sentire gli altri, l'ombrello giallo (l'ombrello giallo, che cosa stupenda), le Scienze Umane...
Mi si stringe il cuore quando scrivi quel "ci sono solo io, qui".
Significa che la protagonista però non è sempre stata così sola, derisa, diversa: c'era qualcuno che la completava, un'amica (da notare l'originalità: all'inizio pensavo fosse il solito amore perduto, invece mi hai stupita come sempre).
Anche se poi, nel secondo paragrafo, dice "sorellina". Stavolta quindi si riferisce ad un'altra persona? (prima citavi degli occhi chiari, ora sono diventati scuri... #nonmisfuggeniente) Ed ecco che appaiono altri personaggi, altri affetti che la tua protagonista tira fuori, dolce e delicata, tanto che passa quasi inosservata.
La fedeltà di questa ragazza mi commuove, così come mi commuovono tutti i pensieri dedicati ai suoi affetti, per quanto lontani possano essere. È così dolce, che vorrei poterla abbracciare. Sì, mi ispira proprio questo: vorrei stringerla forte e dirle che non è sola, nessuno è mai completamente solo, a questo mondo. (senza contare che io, una che fa finta di ascoltare la musica per ascoltare gli altri, che apre ombrelli gialli in mezzo al grigio, che pensa con affetto e nostalgia ad una cara amica, che viaggia controvento, la vorrei all'istante come amica. Seriamente, mi farei in quattro per conoscerla davvero, una tipa così. Ma dettagli, continuiamo)
Il terzo paragrafo è forse il più emozionante. Perché confonde, non risponde alle domande ma ne pone di nuove, tutto col tuo solito stile che emoziona e coinvolge, fatto di pura poesia.
Che cos'è, in fondo, l'amore?
Oh povera me… Sono innamorata, eccome se lo sono!
Io mio cuore batte forte per un pensiero, per un’idea, per un sogno…
Lei è così, una creatura evanescente, magica, fatta d'aria e di pensieri e di colori e di sfumature. Cerca l'amore, e lo vede, lo vede anche se sa che non lo raggiungerà mai (c'è una vaghissima allusione a Kidou, per caso, in quelgli "occhi colore del sangue" e in quella "dimensione parallela"? e in tutti quegli accenni alla sorella, al calcio... again #nonmisfuggeniente) È struggente, questo, una cosa terribilmente bella e triste. Perché non è chiaro, non è ovvio, forse non è neanche giusto, ma è bello. E dite quello che volete, ma ne vale la pena.
Ed ecco che si arriva all'ultimo "ti voglio bene". Il primo all'amica, il secondo alla sorellina, e il terzo a questo amore impossibile, a questo modello invisibile che la segue dappertutto, a questo ideale di ragazzo che non conoscerà mai, ma che esiste e l'ha ispirata e a cui vuole bene...
Tu non mi conoscerai mai, non saprai mai nulla di me.
Ma io continuerò a sognare i tuoi occhi amore mio, e non riuscirò a dirtelo mai.
Quando andavo in terza media mi innamorai brutalmente del protagonista di un anime sconosciuto, si chiamava Simon e l'anime era Tengen Toppa Gurren Lagann. Lo vedevo in tutti i ragazzi che gli somigliavano o che avevano qualche caratteristica che mi ricordava lui. Lo sognavo, scrivevo di lui, immaginavo di conoscerlo davvero... Mi sentivo pressapoco così, come hai scritto tu (anche se nella mia mente però suonava meno poetico). È durata quasi sei mesi, credo che sia il mio record, ma che posso farci? Non è che lo rimpianga.
Come dire, questa storia mi ha emozionata, mi ha commossa, mi è piaciuta davvero tanto.
Mi mancava recensire per bene qualcosa di tuo! ^^ (--> è la mia prima faccina in tutta la recensione? Devo stare proprio male, mmh)
Insomma, Sissy, hai scritto il solito capolavoro. Complimenti come sempre!
Vedo se riesco a recensirti qualcos'altro, visto che sono in vena (?). Ancora complimenti per la poesia che riesci a mettere dappertutto e che, fidati, rende le tue storie degne di essere lette.
Un bacione!
A presto, tua
Emma <3
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