Recensioni per
Note in bilico
di miss dark

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
11/02/14, ore 15:09

E' un sacco che non giro, leggo, commento, in generale. Non so se spossatezza, pigrizia o deficienza, ma di questi tempi penso che l'una valga l'altra. La prima lettura me l'ha detta molto banale, la solita poesia d'amore che sembra voler esse, come dire, un po' spinta. Insomma, le solite cose che si vedono in giro, tanta passione, esternazione, irruenza, poco senno. La musica struggente, la solita caterva amoreugualedolore, musica struggente, tutte quelle cose che, per chi è troppo spassionato e disilluso, sono sciocchezze, da ridere al primo verso, a una prima lettura: è grazie alla naturalezza dello stile.
Ma, come direbbe Lucrezio, gli amori di Venere che diventano pianto sono qualcosa di indescrivibilmente sublime, lo struggimento ridicolo, il solito, qui non fa ridere, qui diventa pietà. Perché anche ciò che vorremmo tentare di descrivere come gioioso alla fine non rivela che il nostro dolore, alle volte nascosto, alle volte evidente, ma non c'è nessuno che possa fare a meno di provarlo, caso mai lo nascondiamo. Il rapporto qua non è io-lui, ma è io-non io, in un tentativo estremo di riunire il discidio naturale, non a caso senza soluzione. Solo così si annullano i confini, è la musica che diventa umana o è l'uomo che diventa musica? Il tutto è d'una solitudine straziante, non c'è una seconda persona, c'è solo un io e tutto quello che non lo è, con l'impossibilità di una riconciliazione. Morte, apparente illusione, e le note in bilico tra due mondi profondamente scissi. E' la cosa più vicina al concetto di liebestod che abbia mai letto, e mi fermo a riflettere solo sulla prima strofa. Scusa il delirio. Quanto allo stile è asciutto, bel lavoro sulla metrica, nel far coincidere verso e frase: crea una soluzione musicale, ma non forzata.
Saluti!

Nuovo recensore
16/01/14, ore 16:08

Sono tornata, e sono corsa subito a vedere le tue nuove storie. Quest'ultima è stata quella che mi è piaciuta più di tutte. E' uno stile diverso dalle altre secondo me, mi sono scaricata la canzone per poterla rileggere mentre la sentivo. Perfetta. E' bello quello che esprimi, fare l'amore per cambiare dimensione in cui vivere. Ma certe inquietudini non si lavano via dal corpo, in nessun modo. Mi piacciono le parole strazianti. E mi manchi. Complimenti, come sempre.

Recensore Junior
19/12/13, ore 13:35

Mmh, potrei non essere del tutto obiettivo, ma sai com'è, è un campo a cui sono molto legato. E già il titolo mi ha lasciato di stucco "Note in bilico". Quello che sei. Quello che siamo, forse, chi più chi meno, e l'immagine mi piace, molto, perché ci rende tutti vulnerabili e tutti potenzialmente poetici.
Ora, tutto ciò che c'è attorno al punto focale, quello è più criptico per quanto mi riguarda. Non perché sia difficile da intuire, ma perchè, come al solito, va ben oltre l'immagine stessa e ci vedo dentro una parte di te che cerchi di nascondere nelle tue poesie, quella parte di te che ormai faccio finta di conoscere, ma che in realtà mi è inaccessibile completamente a causa della solita mancanza di contatto reale, a causa della mia ignoranza sulle storie che circondano la tua persona. Perciò tutto ciò che posso fare è inserire nelle tue parole le mie esperienze e dire: "cazzo, fa male"
Come al solito ti mando un abbraccio e i miei complimenti, non perché sei bravissima a scrivere - o meglio, non solo - ma perché sei bravissima a reagire con la tua scrittura!
Leo

Recensore Junior
18/12/13, ore 22:37

C'è molto da dire su questo componimento. Vi sono sia aspetto negativi che aspetti positivi. Ci sono dei gravi errori di punteggiatura. La prima strofa, non considerando la mancanza delle virgole, è buona. Usi dei bei termini e mi piacciono i paragoni che fai. La seconda strofa, oddio, oddio questa punteggiatura è un disastro! Peró anche qui c'è del materiale interessante. Dal punto di vista emotivo, la poesia mi è arrivata. Hai, quindi, del potenziale che devi sfruttare assolutamente nel migliore dei modi.

Recensore Veterano
17/12/13, ore 20:58

Quale amante di Yann Tiersen non posso che, innanzitutto, ringraziarti per avermi fatto scoprire un'altra sua perla.
Rileggendo la poesia con Esther come sottofondo mi sembra di capirla di più questa melanconia - non che mi sia sconosciuta, tutt'altro - che non abbandona mai, che non dorme mai.
Adoro la prima strofa, un cerchio che si chiude: dall'apice della vita alla morte, dall'ascoltare una canzone struggente al diventare la musica. Fare propria quella canzone struggente è un gesto che mi ha colpita moltissimo. Diventare la musica, diventare altro da sé, diventare qualunque altra cosa al di fuori di sé, è un atto di rifiuto verso se stessi che stona, per me, con l'atto del donarsi ed è proprio questo effetto che amo, questo piangere col corpo anziché cantare col corpo.
Diventi la musica per vincerla, per vincere la solitudine di una canzone. Ma la canzone sei tu, perché sei diventata musica, e allora sei anche la solitudine. La malinconia è solo tua, è solo il tuo corpo che piange, che cerca di liberare l'anima dal gravoso peso dei ricordi, e di fronte a tutto questo sei sola. E sei sola in un modo incredibile, perché - nella lettura che ho dato io a quel sei - non ti rivolgi ad un interlocutore che dovrebbe/potrebbe essere il tuo partner, ma sembra tu stia riflettendo fra te e te: sei tu, proprio tu note in bilico, perché sei diventata musica, perché sei diventata malinconia.
Questa poesia è straordinaria. Al di là del testo, ti darò lo stesso (apprezzato) suggerimento che tu hai dato a me qualche tempo fa: non perdere la speranza, ritrova l'equilibrio, perché crogiolarsi nella malinconia per un poeta può essere drammaticamente bello ma, alla lunga, consuma.

Francesca