*Ho tracciato la mia strada senza mai guardarmi indietro, credendo che alla fine avrei trovato la pace*
Non so recensire, ne sono incapace, ma provo partendo da una tua frase...
Itachi fece una scelta, e le scelte hanno sempre conseguenze, ha tracciato le vie del suo destino, sperando di poter dimenticare un giorno, di aver agito per il bene, lui, che si definiva un ninja di Konoha, non più uomo, svestito dell'ultimo brandello d'anima...non troverà mai la pace, anche se gli occhi pieni d'odio del fratello sono espiazione e condanna...Itachi, ragazzo smarrito, ragazzo tradito da se stesso, galleggia in eterno, sostenuto dai ricordi caldi di una famiglia e dalla fredda e vuota visione di un futuro che avrebbe voluto scolpire per un bene comune. Itachi è martire e carnefice, prima di tutto nei confronti di se stesso, lui, una figura che io associo sempre alla gentilezza, alla pazienza...qualcosa che brillava flebile come un'alba... ma scelse l'oscuritá sperando che al termine giungesse la luce... Mi è piaciuto molto l'andamento, come un canto funebre o un ricercarsi nella morte, sviscerarsi per capire... insomma, perdonami per questa recensione insensata, tutto per dirti che trovo umanitâ nel tuo Itachi e anche una ricerca...quella dei perché che nessuno mai gli rivelerã, quella di qualcuno che ha perso se stesso per strada... beh! bella fic, davvero! Buone Feste :-* |