Heilà, compagna di recensioni!
Sono finalmente riuscito a leggere tutta la storia e a lasciare un commentino per farti sapere quanto l’abbia apprezzata. Ti avverto fin da subito che ho recensito contemporaneamente alla lettura per non perdermi nessun particolare, indi per cui se ci fossero delle incongruenze, beh, strizza un occhio e copri l’altro. LOL.
Passando alle cose serie. *assume tono pomposo*
L’autrice, molto talentuosa, ha saputo sviluppare l’arco narrativo della sua storia in due frangenti differenti, chiari e minuziosi, rendendo noti al lettore tutti i momenti vissuti dalla coppia in questione (Sirius/Bellatrix, che io sinceramente non avevo mai preso tanto in considerazione), ma soprattutto quello che è il profondo cambiamento del loro rapporto, che con la crescita si è fatto parecchio sentire.
Fin da subito ci viene presentata una Bellatrix molto agguerrita e determinata, parecchio distante dagli occhi vacui e dai tentennamenti delle sue sorelle, che riesce fieramente a mantenere alto il nome della nobile e antichissima casata dei Black. L’attrazione fra i due è già in pieno svolgimento, teatro di certezze, pensieri nascosti e baci rubati. Già, perché capiamo subito che Sirius sarebbe disposto a fare di tutto per evitare che la sua rosa nera e perfetta appassisse dinnanzi alle pressioni di una madre poco permissiva e fin troppo esigente.
Bellatrix: guerriera. Lo stesso nome, di origine latina, ci fa capire che ci troviamo davanti a qualcuno che molto raramente è disposto ad arrendersi. Specialmente se c’è di mezzo una figura negativa come la madre. E in questo caso la giovanissima Bella si trasforma in una semplice ragazza dal cuore ferito e dalle lacrime facili, vittima di innumerevoli contrasti interiori che ne perfezionano la psicologia e ne acuiscono le caratteristiche.
La rabbia, l’odio, l’orgoglio la scuotono continuamente in quella che sembrerebbe essere una metafora ben riuscita, la quale riesce a mettere il lettore di fronte a una situazione della vita quotidiana (ovvero il rifiuto di un genitore verso un figlio), che lo stesso potrebbe aver vissuto sulla propria pelle, e che quindi contribuisce a rendere reale e concreta ogni singola parola del testo.
Tuttavia, il suo animo combattivo costringe Bellatrix a trattenere tutto ciò che prova e andare avanti con la propria vita, nonostante ciò si riveli come navigare in una bottiglia di vetro, senz’aria, abituandosi all’idea che nessuno abbia intenzione di soccorrerla.
Di conseguenza, la ragazza si lascia ben presto avvolgere da quelle fiamme che ne animavano il rancore da parecchi anni, tramutandosi in una spietata Mangiamorte, gioiello della famiglia. Ma agli occhi di Sirius, del suo Sirius, tutto ciò assume una sfumatura di rammarico e delusione. Era davvero così la Bella che aveva sempre conosciuto? Oppure la sua rosa si era in qualche modo avvizzita?
Sono questi gli interrogativi che il lettore si pone andando avanti con la storia, che tra l’altro cela fra le righe anche una notevole capacità di suspance.
Da una parte abbiamo quindi un Sirius, già maturo e coscienzioso, che si rende conto di come sia passato il tempo e di quanto la sua rosa sia cambiata. Mentre dall’altra abbiamo una giovane Bellatrix in continua lotta con se stessa e con l’ideale di perfezione ricercato dalla madre. E la storia prosegue così, sviluppandosi su due binari paralleli che il lettore spera conducano a qualcosa di buono.
La storia continua dandoci un altro assaggio dell’umanità che da ragazza risiede nel cuore di Bella. Lei vorrebbe il suo Sirius; ne ha una profonda necessità, desidera il contatto con lui, si dispera perché per la prima volta le costa ammettere che da sola non può farcela. E Sirius, la sua ancora, c’è: Sirius è sul comodino, in quelle rose perfette che le ha regalato, pronto a sbocciare da un momento all’altro.
Vorrei prendere in esame questa frase, che secondo me racchiude un po’ tutto il significato della storia:
“Vide i denti ormai marci, le labbra secche e aperte in un taglio crudele, e la nostalgia gli attanagliò il cuore mentre ripensava inevitabilmente a quel sorriso luminoso e abbagliante che la sua Bella era solita donare solo a lui.”
E’ risaputo ormai che il sorriso è un tratto distintivo di ogni persona. Come si distendono i lineamenti del viso, come luccica lo sguardo… sono tutte caratteristiche fondamentali, che influenzano molto l’impressione verso una persona. Ma se tutto questo cambiasse radicalmente? L’idea è quella di rinunciare a dettagli scontati, a cui si era abituati, e accettare la vita come viene, e i cambiamenti che porta. E non è mica una cosa facile, eh. E’ questa, secondo me, un po’ la “chiave, la “morale” della storia: il cambiamento.
Ed è in questo momento della narrazione che finalmente riusciamo ad indagare nell’animo del giovane Sirius, in una visione completamente introspettiva del personaggio. E per la prima volta i sentimenti dei due personaggi (quindi non solo l’amore, ma anche la paura) vengono messi a nudo e a confronto.
Da questo momento, in quella serra tanto ostile, tutto si trasforma in magia. Ogni loro movimento, occhiata o parola, assume un tratto magico. Mi stai facendo shippare Sirius/Bellatrix, indi per cui vergognati.
Adoro come hai descritto la scena del bacio, davvero. Molto realistica. E poi l’aggiunta delle rose è stato un tocco di classe.
“Io e te siamo simili, Bella. Ci siamo sempre fatti la guerra, ma la verità è che io e te ci somigliamo, siamo l’uno lo specchio dell’altra. Siamo entrambi i maggiori fra i nostri fratelli e i nostri genitori pretendono tutto da noi, e ne sono delusi… ma nessuno di loro riesce a vedere quanto valiamo.”
Questa frase mi ha aperto un mondo. Mi ha fatto riflettere su molti aspetti della mia vita, ti basti sapere questo per farti capire quanto io l’abbia apprezzata. Proprio ora, più che nel resto della storia, appare chiaro come in realtà Sirius e Bella siano due adolescenti normali, qualunque, riconducibili a ognuno di noi. Umani.
Un altro tema che si può riscontrare è sicuramente quello dell’amicizia. Della lealtà, del coprirsi le spalle, del fidarsi ciecamente l’un dell’altro. Quanti di noi si sarebbero comportati come James e Remus? Quanti avrebbero aiutato un amico in quel modo, senza neanche sapere il motivo? Non è cosa da poco.
Così, per due anni, Sirius e Bellatrix divengono i protagonisti delle comuni scappatelle adolescenziali, con l’unica differenza che invece di nascondersi in qualche ripostiglio, come fanno i Babbani più rispettabili, si rifugiano nel passaggio segreto di qualche ritratto, a Hogwarts. Ma la dinamica è la stessa: due giovani amanti che pur di stare insieme ed essere felici sono disposti a infrangere le regole e girovagare di notte fra le mura del castello. Fa molto romance, mi piace. E sapete come si dice, no? Una rosa nera al giorno toglie il litigio di torno.
Ma a parte questo, i pensieri di Sirius sono già ben lontani, le sue fantasie ruotano attorno ad un possibile futuro matrimonio. Fino a che non scopre della decisione idiota di suo fratello, di unirsi ai Mangiamorte. L’unica soluzione che vede è scappare di casa, abbandonare la famiglia, fuggire lontano, verso il Bene. E non è così egoista da pretendere che Bella scappi con lui, no.
E quindi l’addio sembra inevitabile. Abbiamo un Sirius tormentato, quasi in preda ad una crisi, che da un lato non vede l’ora di uscire da quella casa che l’ha sempre maltrattato, ma dall’altro non riesce a distaccarsi dall’innocente figura assopita di Bellatrix. Le descrizioni rendono alla perfezione tutte le sensazioni che i due provano in quel momento. Sono stato completamente rapito.
Bella, lacrime agli occhi, cerca di convincerlo a restare, di divenire il figlio modello che i suoi genitori hanno sempre desiderato, fa di tutto per non perdere l’unica ancora di cui dispone, l’unico appiglio in una famiglia che tenta i tutti i modi di gettarla negli abissi più neri.
In questo frangente della narrazione la psicologia dei personaggi conosce un ulteriore approfondimento, i due diventano quasi caratteri “a tutto tondo”, completi e complessi nella loro facilità, in grado di comportarsi in modo famigliare, ma non per questo prevedibile.
Bellatrix è distrutta, quasi letteralmente: persa, smarrita, non trova più una ragione valida per alzarsi la mattina, ha perso completamente fiducia nel mondo che la circonda. Tutta la sua famiglia se ne accorge, ma è talmente insofferente nei suoi confronti da non degnarle la minima attenzione. Solamente le sue sorelle capiscono ciò che è realmente successo, e introducono nel testo il tema dell’amore fraterno, che detta così sembra una cosa talmente assurda, se pensiamo alla famiglia di cui fanno parte! Ma questo a dimostrazione che l’amore è un sentimento che trascende tutto e tutti, è qualcosa di inconcepibile.
Ma, come ho detto prima, la parola magica di questa storia è: cambiamento. E per l’ennesima volta Bellatrix mostra la sua umanità, una ragazza invasa dall’odio e dalla rabbia, che si lascia tentare dai valori arcaici della sua famiglia e si trasforma nella Mangiamorte sempre desiderata da sua madre, la quale può finalmente dire di esserne orgogliosa.
E, a parer mio, questo dimostra quanto in realtà abbia smesso di lottare, quanto si sia arresa alle circostanze, quanto semplicemente si sia lasciata andare. Ha compreso di aver perso, in tutti i sensi. Ed è caduta nel tunnel buio e profondo della magia oscura. E’ questo il momento che determina da che parte vuole schierarsi, per chi vuole giocare. Da questo momento la sua vita prende una piega totalmente diversa: arriva ad odiare qualsiasi cosa possa ricollegarsi al ragazzo che riusciva a tenerla in piedi, a non farla cadere in quel tunnel. Persino il suo sguardo non fa che alimentare le fiamme che la divorano.
Più vado avanti con la lettura, più mi rendo conto che tu hai saputo descrivere (alla perfezione, direi) tutto il percorso di formazione di Bellatrix, levando all’ignaro lettore diversi dubbi sul suo conto. Il sentimento di vendetta si impossessa del suo corpo e si manifesta attraverso la Maledizione Cruciatus, e anche questa è una metafora del comportamento umano, ricollegato al bullismo. Perché molto spesso i bulli sono persone tormentate, che a loro volta riversano questo tormento su altre persone, giusto? Quindi Bellatrix è una bulla, yo.
Mi ha conquistato non poco l’idea di utilizzare alcuni estratti dalla profezia di Harry, geniale. E fa ridere anche il fatto che questa recensione sta uscendo più lunga di alcune mie storie, ma bao.
Tornando a noi, ora sono sicuro che tu mi voglia uccidere. Il pezzo della morte di Sirius è descritto divinamente, i personaggi sono completamente in linea con il carattere che hai donato loro, e la pazzia di Bellatrix si incastra talmente bene nel testo e nelle vicende narrate da zia Row, da farmi davvero pensare che sia andata così, che sia quello il motivo per cui sia andata fuori di testa.
Stupendo, davvero. E il momento in cui trova le rose è totalmente inaspettato, ed è in questo momento che compare un vuoto nell’animo del lettore.
E poi come poteva mancare il tema della redenzione? In un momento super dolcioso, Sirius trasmette in una lettera tutto il sentimento che prova per Bella, rendendo noto il suo pentirsi delle azioni commesse, pentirsi di averla abbandonata e pentirsi di aver trasformato Bellatrix Black in Bellatrix Lestrange. Quindi, a Sirius non rimane che la speranza, sempre ultima a morire, di rivedere in futuro la sua ragazza, e di poterla riabbracciare come ai vecchi tempi. Invano.
Agli occhi della Mangiamorte, il cugino non è che un traditore miserevole, e non spende neanche una lacrima, facendo intendere che in lei non è rimasto più nulla di buono. Almeno così il lettore è costretto a credere.
Questo fino alla morte di Bella per mano di una super bossaH Molly Weasley. Un attimo prima che il famoso lampo verde, che lei stessa ha scagliato innumerevoli volte, le offuschi la vista, Bellatrix si rende conto che, ebbene sì, ha sbagliato tutto. Ma ormai, come si suol dire, è troppo tardi.
Ed ora sta al lettore decidere se compiacersi di questo, oppure no.
Riassumendo un po’ questa frittata, direi che la storia in sé mi è piaciuta a tal punto da farmi considerare l’idea di aggiungere la Sirius/Bellatrix alle ship appuntate sul mio taccuino immaginario. E ho detto tutto.
Lo stile di scrittura è limpido e scorrevole, non presenta paroloni che potrebbero complicare la scrittura e si adatta bene al contesto e alle vicende narrate. E anzi, mi permetterei di aggiungere che tu sei una delle tante autrici valide presenti sul fandom che per qualche strano motivo non vengono mai prese in considerazione dai fanwriters. E io non capisco perché.
Personalmente, piazzo la tua storia fra le seguite e mi appunto di ripassare nel tuo profilo per vedere altre tue storie, perché tu meriti, ragazza. Sul serio.
I personaggi non sono completamente IC, ma questo è del tutto plausibile se pensiamo che la Sirius/Bellatix non è canon, e quindi sei già partita con l’idea di sviluppare la storia attorno a qualcosa che nella saga non esiste. Questo ha complicato un po’ le cose, ma alla fine hai saputo creare qualcosa di fantastico.
Complimenti per la storia, mi è piaciuta tantissimo! Ovviamente, recensione positiva!
Baci e abbracci dal cruento predatore,
Norgor. (Recensione modificata il 13/08/2014 - 08:37 pm) |