Ciao Nini!
Intanto auguri, vecchio ... <3
E adesso passiamo alle cose pratiche.
Oh, finalmente scopriamo qualcosa in più sul Chandra e i suoi campioni.
Su Tales Of Celestis viene presentato come uno sport spettacolare e avvincente, e, malgrado tu gli dia comunque una posizione di rilievo all'interno della storia un approfondimento non può che far piacere, in special modo se poi carpiamo qualche segreto della leggendaria Octavia, che per quanto possa sembrare un personaggio lineare di primo acchito, proprio non lo è.
E qui l'abbiamo ancor più a trecentosessanta gradi, e si distinguono chiaramente due donne, Helena, l'umana che prova sentimenti e sotto sotto è preda di traumi e debolezze, e la campionessa Octavia, la superba preda per la bestia rappresentata dalla fama.
Certo, fa specie pensare che una ragazzina venuta dal niente sia diventata la più grande chandrista di tutti i tempi, ma si sa, il talento si annida ovunque e dove meno te l'aspetti.
Devo darti la caramella, questa volta.
Togliendo i soliti appunti legati ad imperfezioni, battitura e le tue care amanti, le ripetizioni, c'è più di una lancia da spezzare a tuo favore.
In primis la scelta insolita di portare sotto il riflettore un personaggio che nella storia, pur risultando famoso, è piuttosto secondario, donandogli fin da subito una connotazione verosimile e alla portata di noi poveri comuni mortali, niente Mary Sue, in pratica.
E poi, il contesto in sé.
Non smetterò mai di ripetere che Celestis e Kyrador sono delle piccole opere d'arte e ingegneria, con tutte le loro luci e le loro ombre.
Da una parte ci presenti una città che rassomiglia come struttura ad una perla tra le valve, dove gli abitanti residenti in quartieri meno sfavillanti sognano di contribuire e vivere nel cuore pulsante della città, ma dall'altra vediamo tutto anche dalla prospettiva di chi non è stato troppo fortunato.
A tratti si sorride per la testa dura di Helena o per le loro figuracce nelle machina, in altre si pensa per quanto pescecane sia il mondo del chandra.
Bene, lo sproloquio è finito, andate in pace.
Ci si sente, Flea. |