Recensione per il contest "A ciascuno il suo" indetto sul forum di EFP
Grammatica e sintassi: 9.75/10
Su questo punto sarò estremamente breve perché la tua grammatica è praticamente perfetta, non ho trovato errori a parte un d’innanzi, che si scrive dinnanzi; è vero che è un errore piuttosto grave, ma è anche vero che sono praticamente sicura si tratti di un errore di battitura, ergo non me la sento di toglierti più di 0.25 punti,
Lessico e stile: 7/10
Partiamo dal lessico: quello che mi sento di consigliarti è scegliere un registro espressivo e mantenerti su quella linea, altrimenti ciò che ne risulterà sarà un mix stonato che solleverà parecchi dubbi sulla sua effettiva efficacia ogni qual volta si incontreranno vocaboli di diversa provenienza linguistica. Passi da “eburnea”, un termine abbastanza ricercato e di gusto classico, a “flash”, una parola di uso comune anche piuttosto recente; utilizzi una perifrasi come “organo prezioso” per definire il cuore e poi ti servi della parola “cosa”, alquanto generica e appartenente al linguaggio comune. Questa ricercatezza altalenante non si riferisce solo al lessico, ma anche allo stile: scrivi “tu guarda che ironia”, espressione prettamente colloquiale, ma poi inserisci speculazioni filosofiche inframmezzate da modi di dire e frasi tipiche del linguaggio parlato. Per il resto, a livello stilistico, ho trovato un frequente abuso di pronomi che non possono essere definiti vere e proprie ripetizioni, ma che appesantiscono comunque la lettura e andrebbero dunque eliminate. “Il tuo volto sullo schermo, il tuo nome sotto la tua foto”: capisco che l’anafora possa essere una scelta voluta, me ripetere per tre volte “tuo” a breve distanza nella stessa frase rende l’intero pensiero poco scorrevole. In un’altra occasione (sei libero d’osservare il tuo riflesso disgustoso allo specchio e mentre il tuo sguardo si perde) hai ripetuto la stessa formula. Nella frase “Di poco volti lo sguardo e un volto putrido”, ugualmente non si può parlare di ripetizione vera e propria perché volto (sostantivo) e voltare (verbo) non sono lo stesso termine, ma facendo parte del medesimo ceppo linguistico trovarsele una accanto all’altra conferisce alla frase uno spiacevole effetto ridondante. Un’altra piccola osservazione riguarda l’espressione “rendere visita”, che io non ho mai sentito e – mi sono adeguatamente informata – non è canonizzata nell’italiano corrente, che preferisce la forma “fare visita”, mentre rendere visita è propria del linguaggio parlato, ergo sarebbe preferibile sostituirla. Non te la conto comunque come errore perché non è completamente scorretta. Per quanto riguarda la punteggiatura, mi piace molto l’uso che ne fai, distribuendo correttamente virgole e due punti nei momenti giusti, riuscendo a conferire alle frasi una cadenza in piena linea con il ritmo e il tono lugubre della canzone che hai scelto come sottofondo. L’unica sbavatura è verso la fine: in “Sai Ryuzaki, avevo immaginato”, Ryuzaki va compreso tra due virgole dato che si tratta di un vocativo, dunque la frase corretta è “Sai, Ryuzaki, avevo immaginato”. Per il resto non ho nulla da obiettare. Una cosa che invece non sono riuscita ad apprezzare del tutto è il tuo andare a capo quasi ad ogni frase: oltre ad essere stilisticamente scorretto, appesantisce veramente tanto la lettura, costringendo il lettore a scendere di volta in volta interrompendo il flusso di pensieri prima che il concetto sia terminato. L’andare a capo infatti implica un cambiamento d’argomento, che nel tuo caso non coincide quasi mai con la reale interruzione del periodo; questa scelta può essere visivamente d’impatto, è vero, ma facendolo ogni volta perde a tal punto di significato da ottenere l’effetto opposto. Evidenziando tutte le frasi non risaltano quelle importanti, anzi, restano tutte allo stesso livello e quelle che dovrebbero essere più incisive si confondono tra le altre senza spiccare come farebbero se fossero le uniche isolate dal corpo del testo. Le altre considerazioni le porterò avanti nella sezione di caratterizzazione, dato che è un racconto scritto in prima persona dal punto di vista del protagonista.
Caratterizzazione dei personaggi: 7/10
Se è indubbio che il linguaggio adottato, per la maggior parte dello svolgimento aulico e molto elegante, si sposi benissimo con l’atmosfera creata dalla canzone che hai scelto, è anche vero che questo modo di parlare non si addice molto al personaggio che lo utilizza. Light è un ragazzo geniale, certo, ma comunque giovane, appartenente al ventunesimo secolo e a una famiglia di ceto medio, e non è da lui parlare in questo modo, né tantomeno pensare. I suoi deliri di onnipotenza ci sono ovviamente noti e il suo autoproclamarsi Dio del nuovo mondo è pienamente in tema con il suo personaggio, ma il Light del manga è molto più di questo e la caratterizzazione che ne hai dato tu manca di molti aspetti. Scrivere in prima persona è molto, molto difficile e serve un lungo esercizio per riuscire a creare un testo credibile e adatto al personaggio che si sceglie: la validità della storia non si vede dal numero di parole auliche che riesci a infilarci, ma dalla mimesi che riesci a creare tra testo e personaggio. Uno scritto riuscito sarà quello in cui lo scaricatore di porto parla da scaricatore di porto, non da lord inglese del ‘700; sebbene il secondo caso sia indubbiamente più letterario, non sarebbe in linea con il personaggio e perderebbe inevitabilmente di credibilità. Inoltre la scelta della prima persona, secondo me, è più adatta ad un testo introspettivo, incentrato su un singolo personaggio che agisce e riflette in proporzione a se stesso; qui Light si relaziona con persone che si trovano lontanissime da lui e il suo parlare con loro è talmente irrealistico che riesce a comunicare ben poco. È ovvio che tutto ciò che vede accada nella sua fantasia, perché non può realmente osservare le sue vittime mentre le giustizia, ma secondo me la terza persona sarebbe risultata più d’effetto, nel descrivere i sentimenti e i pensieri di Light che immagina gli ultimi momenti dei criminali che uccide. La prima persona ovviamente salta dei passaggi il cui inserimento risulterebbe forzato e macchinoso proprio perché il testo deve essere privato di ogni tipo di mediazione letteraria, ed è per questo che io ci avrei visto meglio un punto di vista esterno che riesca ad inquadrare la situazione nella sua interezza. Anche perché, alla fine, la prima persona non riesce ad essere credibile a tal punto che Light sembra quasi il narratore esterno della storia, e non il protagonista, a parte l’estratto finale in cui si rivolge a Ryuzaki.
Sviluppo della trama: 8/10
Di questa storia ho apprezzato particolarmente l’originalità e la simmetria con cui procede. Non ho mai seguito in modo particolare il fandom, quindi non so se esistano più fan fiction con un tema simile, ma mi è piaciuto molto il modo in cui l’hai trattato. L’idea è buona e le tue abilità di raccontarla sono ottime, l’unica cosa che non ho trovato è un vero e proprio sviluppo. Descrivi le morti di diverse vittime di Kira e alla fine quella di Kira stesso, e sebbene presi singolarmente questi spezzoni siano indubbiamente ben riusciti, non riesco a inserirli in una vera e propria scala evolutiva. Cerco di spiegarmi meglio: mi sembra più una raccolta di vari momenti incastonati fra loro e conclusi dalla sorta di epilogo costituito dalla dipartita di Light, che una vera e propria one shot. Manca il momento di crescita, un climax, una trama vera e propria che non sia la pura e semplice descrizione di qualche decesso. Può essere una scelta letteraria, ci sta, sebbene non rientri tra le mie preferenze, ed è per questo che ho preferito detrarre questa mia riflessione dal punteggio del gradimento personale. Ciò che mi è piaciuto particolarmente è l’uso che hai fatto della canzone; i rimandi continui tra la storia e il testo sono molto azzeccati, malgrado per essere gustati appieno richiedano una buona conoscenza della lingua latina. Sebbene di solito l’inserzione continua di versi possa risultare fastidiosa, qui sono talmente ben armonizzati con il resto del testo che quasi non ci si accorge della loro estraneità, e la lettura con la musica in sottofondo riesce a perfezionare ancora di più l’atmosfera gotica che hai dato al testo. Questo è uno degli aspetti che ho apprezzato di più, e cioè l’accuratezza con cui hai costruito un panorama ben delineato e coerente con se stesso.
Bonus: 4/4
Su questo punto mi soffermerò poco, ovviamente, ottieni il massimo dei punti in quanto la storia è fedele al genere dell’horror e la canzone scelta è in latino.
Gradimento personale: 0.75/1
Non ti do punteggio pieno per le motivazioni che ho spiegato prima, ma ciò non vuol dire che non abbia apprezzato la storia, anzi, mi è piaciuta molto e la trovo un bel lavoro, malgrado i piccoli difetti che ho riscontrato e che, comunque, mi riservo di annoverare tra i parametri del gradimento personale.
Totale: 36.5/45 |