Uhm, non ci siamo.
No, non perdo nemmeno tempo a presentarmi, perchè in realtà spero che non ricapiti più questa situazione per me fin troppo dolorosa, ti dico solo che NON CI SIAMO.
Proprio no.
Sappi che non è assolutamente, lo giuro, mia intenzione offenderti.
Ma, scusa se ti sembro cattiva o maleducata o chissàchi, non-ci-siamo.
Prima di tutto, ho letto altre tue storie-poesie.
Euh, non è proprio questo il punto.
Il fatto è che hai scelto personaggi...
No, mi dispiace, ciò che dici non ha molto senso.
Mi riferisco un po' anche alle altre poesie, non solo a questa.
Anche se recensisco proprio questa perchè Hiroto è il mio preferito.
Le altre le ho ignorate, sai perchè?
Perchè credevo che qualcun altro, prima o poi, ti avrebbe fatto capire che non va tutto benissimo.
Ma dato che hai ricevuto solo elogi, sappi che ora parlo io.
Partendo dal presupposto che c'era un solo errore di grammatica -verso l'inizio hai lasciato un tempo composto senza l'ausiliare-, che come poesia hai rispettato le regole principali della metrica, le rime e via -anche se non ho controllato le sillabe dei versi per vedere se anche quelle coincidevano. Mi auguro di sì, perchè se vuoi fare una cosa seriamente e seguire le rime, in quello che dovrebbe essere un sonetto, avresti dovuto seguire anche le altre regole della metrica- e soprattutto, che dovrei fare i compiti, vado direttamente a parlare della caratterizzazione del personaggio.
Sai, la psicologia mi affascina. Ti sembrerà da pazza, ma io studio i comportamenti di ogni personaggio, con monologhi infiniti nei quali espongo i pregi, i difetti, le abitudini e i vizi dei diversi caratteri.
Secondo me, o meglio, secondo l'headcanon che più si è diffuso nel fandom, hai completamente sbagliato a capire Hiroto. Così come Gouenji e Afuro, sì, nelle altre ff che hai pubblicato. Ho trovato moltissima superficialità nelle tue parole. Per Hiroto non hai mai accennato al trauma dell'essere orfano, per Gouenji invece non hai nominato Yuuka.
Hai detto cose inutili. Hai parlato solo dei difetti.
Per me, una poesia è liberare l'anima, anche senza seguire gli schemi.
'M'illumino d'immenso'
Mai sentita? Una sola frase, un solo verso che nasconde e allo stesso tempo mostra una verità infinita.
Cosa vuol dire quella poesia?
Ecco, questo vuol dire.
Pensare, devi pensare per capirla.
Nella tua ff, invece, è tutto così: freddo, quasi accusatorio, poi umiliato.
No, ripensaci: Hiroto umiliato? Sicura?
Prima di scrivere, rifletti.
Hiroto Kiyama ha una personalità, a mio parere, assolutamente magnifica.
Intelligente, abile, con la stoffa del campione.
Si dice che lui abbia segnato il maggior numero di goal in tutta la prima serie.
Il kappa, nell'episodio 100, chiede a lui l'autografo.
Tuttavia, si vanta?
Si atteggia con i suoi compagni?
La risposta è sì.
Ovvio che si atteggia, ma quando lo fa?
All'Alius.
Sotto il controllo della pietra.
Tu hai provato a scavarci dietro?
Non ti sei accorta che Hiroto portava una maschera di dolore e infinita tristezza?
Che, avendo paura, si è atteggiato a più forte?
No, ecco la risposta nuova.
Non hai capito che ciò di cui parli è Gran?
Gran, la maschera che Hiroto ha portato per tutto il tempo?
Maschera che si è infranta dopo la prima sconfitta, dopo che ha avuto Mamoru come amico?
La poesia è espressione dell'anima, tu hai solo espresso pensieri superficiali e inutili.
Quindi, sappi che per me non è poesia.
Sono solo parole vuote, fredde, che fanno rima fra loro e sono disposte in modo insolito.
Tutto-qui.
Credo che tu debba ripensarci.
Se vuoi che io ti dica anche ciò che penso della tua ff su Shuuya, fammelo sapere e passo.
Spero di non averti offeso, ho solo espresso la mia opinione.
Sappi che, però, per me non hai capito.
Inazuma Eleven, al contrario di ciò che molti pensano, non è un semplice gioco.
Al contrario di quel che credono tutti, l'argomento principale non è il calcio.
E' l'amicia.
Quella vera, quella che porta tutti i componenti della Inazuma Japan ad essere legati inscindibilmente, e che porta alcuni di loro a ritrovarsi ben dieci anni dopo a giocare nella Legend.
E' più che amicizia.
E' quella fratellanza che si crea condividendo vittorie e sconfitte, risate e lacrime, fatica e soddisfazione.
Quindi, te lo ripeto per l'ennesima volta, riflettici.
(Recensione modificata il 30/12/2013 - 12:30 pm) (Recensione modificata il 30/12/2013 - 12:34 pm) |