Recensioni per
Haiku
di Nahash

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
14/02/14, ore 22:41
Cap. 1:

Questi haiku sono molto intensi. In pochissime parole vi si può leggere l'angoscia, il dramma, la malinconia.
Bellissimi! *_*

Recensore Master
31/12/13, ore 01:26
Cap. 1:

Ciao, diavoletto della Tasmania!
Questi dieci haiku sono una vera sorpresa per me che a stento avevo perso le speranze di leggerli, ma noto con piacere che mi hai dato retta, in fine. Quant’è vero che io ho ascoltato te, tu hai voluto dunque farmi questo regalo *attimo di presunzione* perciò ti ringrazio <3
Voglio commentarne uno a uno, sappilo. Li enumererò per i suddetti commenti:
1. Iniziare un componimento con la parola eppure potrebbe essere azzardato per molti e generalmente lo è, perché lascia in sospeso un concetto non definito, ma in questo caso trovo sia stata la scelta più azzeccata, perché stava a significare un qualcosa, un trascorso che non ha a che vedere con il primo incontro: un’attesa, ecco, giusto per citare l’ultima parola del componimento. Davvero bello a dirla tutta, mi lascia delle sensazioni incerte, sa di un’atmosfera quasi trasognata e allo stesso modo è come se vedessi l’ancora giovane Houmei nel corpo di un monaco mai cresciuto. Bellissimo.
2. L’attesa, ancora una volta, è il dilemma fondamentale di queste poche righe e che dire al riguardo, se non che sono lieta di vedere che parli dei grilli silenti? Effettivamente questi sono una parte non casuale e sono certa che provengono proprio dal Burial stesso. Ottimo, direi, perché malinconica è l’atmosfera, tanto quanto colma d’aspettative.
3. Il mio teneramente ha avuto dei frutti inaspettati e grandiosi. Questo è uno degli haiku che più preferisco e non solo per la parola che mi è scappata di bocca – o dalle dita – solo per errore: è molto di più. Un concetto, un’idea, tante cose inespresse in un solo, possessivo verso e ancora di più, più in basso, quasi come se con lo sguardo potessi carezzare un’intera scena. Stupendo.
4. Non ho nulla da dire se non OMG, sigla comunissima e sottovalutata, ecco, ma che calza a pennello. Posso solo immaginare che questo haiku si riferisca forse a un concetto tanto astratto quanto materiale, ma forse anche più astratto dell’astratto stesso, perché è idea concentrata e desiderio inespresso.
5. Il sorriso di Komyo, i suoi significati superbi e quelli sempre più oscuri che non sono altro che attesa e flebili lamenti fatti di attimi e stille di tempo. Inespugnabile quest’haiku, quanto di chi tratta.
6. Il momento cruciale, forse, è anche il più drammatico. Memore dei precedenti haiku, sembra che dirompendo verso il basso ci sia solo il declino di quello che era uno speranzoso inizio – e non parlo né dello stile, né di altro, ma solo dei personaggi, purtroppo, che so bene come si trovino adesso come adesso. La rottura, dunque, nel suo pieno centro, presagita con due soli versi. Ottimo.
7. Questo è un altro di quelli che più preferisco. Il silenzio, la mancanza, il vuoto incolmabile che prende forma nel petto e ancora lì, di sovente, si percepisce la stretta del nulla. Ecco, questo haiku è nulla puro e allo stesso tempo riempie e gela come il dramma che l’ha preceduto. Bellissimo.
8. L’ascesa del declino, una nuova rottura, forse un inizio – dipende dai punti di vista. Non è quello il silenzio, eppure al contempo sembra quasi una calma prima della tempesta, eppure questa è già qui e la si nota tra le righe.
9. Il sangue che ha sparso, già, quello di Godai, presumo. Se è questo a cui ti riferivi, sappi solo che con uno sguardo, soffermandomi sulle parole, ho letto molto di più di quanto non fosse scritto, perché nel tormento non c’è bisogno di parole.
10. Che speranza vana c’è nella morte? Il ricordo, credo. Con questo penso di aver detto tutto e nel ricordo concludo questa recensione come mai ne ho mai pensate di più positive, con il cuore ancora in mano.
Alla prossima,
XOXO