Ed eccomi qui, ad occhi sgranati davanti allo schermo, senza sapere effettivamente che cosa dire, né da dove comiciare.
Solitamente, quando recensisco una storia, segnalo i passi che mi hanno più colpita. In questo caso, lo dico in tutta sincerità, credo che sarei costretta a riscrivere l'intero capitolo.
Perché tutto, dalla prima all'ultima parola, è semplicemente spiazzante. A cominciare dalla prima frase: "Stefano è morto migliaia di volte da quando ha smesso di vivere". Quelle che seguono sono tutte constatazioni amare, la presa di coscienza definitiva e irreversibile del fatto che Stefano non tornerà, che la sua esistenza ormai sfumata si è ridotta a una fotografia immobile, a un ricordo nella mente del protagonista, a un titolo scritto sul giornale. Nulla di più che questo.
Il fatto che il ragazzo rievochi più volte la scena della morte di Stefano, che questa abbia sempre lo stesso finale, è l'immagine perfetta della devastazione e del senso d'impotenza che ha dentro. Una nuova consapevolezza, che colpisce in pieno, con forza: lui non ha potuto e non potrà più fare niente per salvarlo.
L'hanno portato via - oppure lui ha scelto di andarsene- prima che potesse fare qualsiasi cosa.
Per il resto, che dire? La grammatica è impeccabile e tu hai uno stile molto efficace, che invoglia ad andare avanti.
Bravissima, davvero complimenti. Ai prossimi capitoli!
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