Non sento di avere le competenze per fare una critica accurata a una poesia (struttura, metrica, ecc), dunque la mia lettura di componimenti poetici è esclusivamente una lettura di "pancia" - segue le sensazioni e le emozioni che la poesia mi suscita, e che posso riconoscere più o meno come mie, oppure lasciarmi indifferente. |
Che dire, mia chérie? Meravigliosa! È proprio vero che non può esistere vera bellezza senza una profonda sofferenza. Ho amato quel "vago" alla fine della prima strofa, perché è il sentore di un cammino senza meta che poi è la nostra vita. È un'allegoria precisa che mira a ricordarci che siamo qui a camminare su questo mondo senza sapere minimamente dove andiamo e che cosa facciamo. Il pensiero che "si ferma", "riposa", "tende alla gola" mi ha evocato una profonda riflessione su quanto la pesantezza dello stare al mondo sembri soffocarci, mi fa pensare al fatto che quando siamo soli e ci immergiamo nella nostra mente e il dolore di alcuni pensieri/ricordi ci assale, siamo sopraffatti dall'impossibilità perfino di espressione! Siamo costretti a tacere e versare lacrime amare, frustranti, dolorose e ci sentiamo come immersi in una fitta nebbia grigia che ci confonde. Ecco, un'altra cosa che ho apprezzato è la rima "grigiore-candore", il peno contrasto delle due parole che accompagna il contrasto stesso dello stato d'animo lacerante (il grigiore) a quella aspettativa che tutti abbiamo della felicità e della pienezza (il candore della speranza, appunto). Nessun candore, nessuna speranza, nessuna "promessa" di felicità possono incantare e ingannare un cuore disilluso che sa benissimo che la nostra condizione è quella di eterni perdenti, di eterne nullità nei confronti del vasto universo. E d'altronde, la Natura non ha affatto idea di cosa ci accada, l'idea di farci del male o del bene no la sfiora neanche, impegnata com'è nel compimento di altre opere "superiori". La Natura ci ha creati inconsapevolmente e ci lascia perire a poco a poco, giorno dopo giorno, altrettanto inconsciamente, perché in fondo noi siamo il caso. E anche il caos! Caso e caos, i due enti che ci governano, dentro, fuori, ovunque. E questo vago sollievo che si attende, si sa, non arriverà mai, per questo si scavano voragini! Voragini che divorano qualunque cosa, che aprono piaghe nel profondo dell'anima quando ci fanno pensare che a questo sordo e muto dolore soltanto siamo destinati. Disappunto amaro e acido, scrivi. È vero, quando proviamo tutto questo, quando le voragini ci hanno sconquassato il petto fino in fondo, sembra quasi che di noi sia rimasto il deserto: solo l'amarezza e l'acidità con cui ci rivolgiamo al mondo sopravvivono. Ma in fondo anche quelle fanno parte del deserto, fanno parte della rimanenza che quel terremoto di emozioni violente e sanguinolente hanno lasciato dentro di noi! Sono l'unico lascito della Natura, l'unica arma con cui possiamo affrontare i lupi che sono gli altri uomini e il grande piranha che è la Natura stessa. Dubbio, confusione, incertezza: alla fine è solo questo. Non c'è senso nella nostra vita, nasciamo senza di esso eppure non possiamo vivere senza darne alle nostre azioni quotidiane! Senza un senso che cosa camperemmo a fare? E anche se asappiamo che un senso quest'esistenza non ce l'ha, noi dobbiamo cercarlo! Ognuno con la sua strada e ognuno con le proprie passioni, tendenze e possibilità! Non si vive una vita senza senso, nonostante sia una vita che ricalca in pieno il mito di Sisifo! Splendida questo componimento! Sentito, vivo, spietato nel raccontare il dolore, ma bellissimo. Mi sono sentita molto coinvolta, mi ha colpito nel profondo! E d'altronde, dopo quello che ti ho raccontato altrove, credo che sia anche normale. Anime affini siamo! Continua a scrivere poesia, te ne prego. Sei veramente brava! Mi piace leggerti e avere uno sguardo sempre più profondo e diretto sulla tua anima. Spero di avere il piacere e l'onore di leggerti e recensirti ancora! A presto, dunque. Tua Sid. P.S. Se trovi errori di sorta in questo papito che ti ho scritto, ti prego di perdonarmi: ti sto recensendo dal cellulare e non è poi così semplice! |
Ciao Nahash! |
Ciao! |
In questa poesia ho avvertito come un affannoso tentativo di assaporare qualcosa di fugace, ma ugualmente splendido, nell'attesa che arrivi nuovamente quel momento. |
è davvero bella. Di poesia non sono un'esperta, tecnicamente parlando, ma posso, e devo, dirti che la seconda parte in particolare è bella! |
"Amaro e acido questo disappunto |