Recensioni per
Ode
di Nahash

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
23/02/16, ore 17:54
Cap. 1:

Non sento di avere le competenze per fare una critica accurata a una poesia (struttura, metrica, ecc), dunque la mia lettura di componimenti poetici è esclusivamente una lettura di "pancia" - segue le sensazioni e le emozioni che la poesia mi suscita, e che posso riconoscere più o meno come mie, oppure lasciarmi indifferente.

La tua poesia mi lascia tutt'altro che indifferente, perché in essa riconosco quel "mal di vivere" che caratterizza inevitabilmente un'anima sensibile, e che molto spesso mi sento addosso anche io, senza magari riuscire a trovare le parole per esprimerlo.
Ti lo fai con grande efficacia, e usando immagini estremamente pregnanti: il pensiero che si ferma e giace nell'aria, le lacrime che sono un cristallo di raro vigore, l'anima che armeggia, solo per citarne alcune.
Su tutto, aleggia una sensazione di "vagare" - come un viandante che cammina senza meta, sballottato dai venti dell'esistenza, e che ritrovo anche nel ritmo stesso della poesia - che è ondivago, fluisce e rallenta come una serie di passi a volte serrati, a volte più lenti.
Ad esempio ho adorato l'incipit: quelle due righe iniziali -più lunghe e quasi sospese - e poi quel "vago", che mette in moto l'incedere dei passi, e introduce al cammino poetico che verrà dopo.
Da lì in poi, prosegue quest'alternanza di ritmo, che un po' culla e un po' lascia storditi, nel viaggio di questa mente presa da un tormento che a volte sembra sciogliersi, ma più spesso serrarsi nella gola e negli occhi, fino a restare impigliata nel dubbio.
Sarei curiosa di sapere a cosa ti riferisci con "sollievo dato da vermigli cristalli"; io ho pensato al sangue (e dunque al suicidio) ma è una frase ermetica, che mi ha colpita e al contempo lasciata in dubbio.
Una lettura affascinante, della quale ti ringrazio.

Recensore Junior
10/11/14, ore 01:59
Cap. 1:

Che dire, mia chérie? Meravigliosa! È proprio vero che non può esistere vera bellezza senza una profonda sofferenza. Ho amato quel "vago" alla fine della prima strofa, perché è il sentore di un cammino senza meta che poi è la nostra vita. È un'allegoria precisa che mira a ricordarci che siamo qui a camminare su questo mondo senza sapere minimamente dove andiamo e che cosa facciamo. Il pensiero che "si ferma", "riposa", "tende alla gola" mi ha evocato una profonda riflessione su quanto la pesantezza dello stare al mondo sembri soffocarci, mi fa pensare al fatto che quando siamo soli e ci immergiamo nella nostra mente e il dolore di alcuni pensieri/ricordi ci assale, siamo sopraffatti dall'impossibilità perfino di espressione! Siamo costretti a tacere e versare lacrime amare, frustranti, dolorose e ci sentiamo come immersi in una fitta nebbia grigia che ci confonde. Ecco, un'altra cosa che ho apprezzato è la rima "grigiore-candore", il peno contrasto delle due parole che accompagna il contrasto stesso dello stato d'animo lacerante (il grigiore) a quella aspettativa che tutti abbiamo della felicità e della pienezza (il candore della speranza, appunto). Nessun candore, nessuna speranza, nessuna "promessa" di felicità possono incantare e ingannare un cuore disilluso che sa benissimo che la nostra condizione è quella di eterni perdenti, di eterne nullità nei confronti del vasto universo. E d'altronde, la Natura non ha affatto idea di cosa ci accada, l'idea di farci del male o del bene no la sfiora neanche, impegnata com'è nel compimento di altre opere "superiori". La Natura ci ha creati inconsapevolmente e ci lascia perire a poco a poco, giorno dopo giorno, altrettanto inconsciamente, perché in fondo noi siamo il caso. E anche il caos! Caso e caos, i due enti che ci governano, dentro, fuori, ovunque. E questo vago sollievo che si attende, si sa, non arriverà mai, per questo si scavano voragini! Voragini che divorano qualunque cosa, che aprono piaghe nel profondo dell'anima quando ci fanno pensare che a questo sordo e muto dolore soltanto siamo destinati. Disappunto amaro e acido, scrivi. È vero, quando proviamo tutto questo, quando le voragini ci hanno sconquassato il petto fino in fondo, sembra quasi che di noi sia rimasto il deserto: solo l'amarezza e l'acidità con cui ci rivolgiamo al mondo sopravvivono. Ma in fondo anche quelle fanno parte del deserto, fanno parte della rimanenza che quel terremoto di emozioni violente e sanguinolente hanno lasciato dentro di noi! Sono l'unico lascito della Natura, l'unica arma con cui possiamo affrontare i lupi che sono gli altri uomini e il grande piranha che è la Natura stessa. Dubbio, confusione, incertezza: alla fine è solo questo. Non c'è senso nella nostra vita, nasciamo senza di esso eppure non possiamo vivere senza darne alle nostre azioni quotidiane! Senza un senso che cosa camperemmo a fare? E anche se asappiamo che un senso quest'esistenza non ce l'ha, noi dobbiamo cercarlo! Ognuno con la sua strada e ognuno con le proprie passioni, tendenze e possibilità! Non si vive una vita senza senso, nonostante sia una vita che ricalca in pieno il mito di Sisifo! Splendida questo componimento! Sentito, vivo, spietato nel raccontare il dolore, ma bellissimo. Mi sono sentita molto coinvolta, mi ha colpito nel profondo! E d'altronde, dopo quello che ti ho raccontato altrove, credo che sia anche normale. Anime affini siamo! Continua a scrivere poesia, te ne prego. Sei veramente brava! Mi piace leggerti e avere uno sguardo sempre più profondo e diretto sulla tua anima. Spero di avere il piacere e l'onore di leggerti e recensirti ancora! A presto, dunque. Tua Sid. P.S. Se trovi errori di sorta in questo papito che ti ho scritto, ti prego di perdonarmi: ti sto recensendo dal cellulare e non è poi così semplice!

Recensore Veterano
01/04/14, ore 17:19
Cap. 1:

Ciao Nahash!
Ti scrivo questa recensione con molto piacere perché, a parte qualche poeta che hai citato nelle note tu, non amo moltissimo le poesie.
In questo caso mi devo veramente ricredere, perché sei molto brava con le parole e amo molto come hai strutturato questa poesia.
Nella poesia è necessario, con poche parole, trasmettere degli stati d'animo e dei sentimenti, ma molto spesso, chi non è esperto, tende a mettere un'accozzaglia di paroloni per cercare di strabiliare e di arruffianare il lettore.
Tu non l'hai fatto, anzi, hai usato parole semplici che messe insieme e con questo tipo di struttura, evocano davvero dei sentimenti forti.
Ogni frase è davvero perfetta, anche se estrapolata dal contesto nel quale si trova.
Le lacrime che hai messo su carta sono così dolorose, per come le hai raccontare, che credo che mai riuscirò a trovare lacrime così amabili e ricche di tormento.
Bravissima.
Hai un talento davvero particolare con le poesie, è come se tu riuscissi ad esprimere il tuo essere totalmente.
Un abbraccio.
Bloom

Recensore Master
06/03/14, ore 23:13
Cap. 1:

Ciao!
Dopo la sfilza di poeti nelle note non posso che dire finalmente. Finalmente vedo che ti sei scucita un po’ e hai ammesso le tue passioni pubblicamente citando addirittura il caro Paul che di solito tanto disdegni a voce – scherzo, ovviamente.
Superato questo scoglio posso solo dire che effettivamente io amo il modo in cui tu fai poesia, è carico di sensazioni e molto denso, proprio come se si trattasse di puro inchiostro su pergamena.
Si potrebbe benissimo dividere questo componimento in tanti piccoli frammenti e risulterebbe ugualmente affascinante.
L’inizio è stato a dir poco affascinante, con la metafora del vagare e del silenzio che davvero sa straziare l’anima, per non parlare del seguito e della sua conclusione, le allitterazioni e le anafore che tanto sono rare di questi tempi quanto ricercate nell’animo e nella prosa stessa che assume una connotazione poetica – non ne tuo caso, perché questa è pura poesia e non voglio entrare nel merito di altri scritti, perché come sai adoro anche quelli.
Sono parole, queste, che inchiodano schiettamente il lettore e lo fanno riflettere, sensazioni che nella vita di tutti i giorni si possono provare con l’intensità cui tu ti fregi per descriverle e il modo semplice con cui fai uso di tali sostanze è sempre strabiliante; perciò, come mio solito, ti faccio i miei complimenti e ti sottolineo quanto bene affacci alla corrente poetica che ti è dono naturale.
È una ricerca, è uno spasmo, è una speranza e la disillusione stessa: l’aspettativa, il riposo, l’incostanza.
Brava :3
Alla prossima,
xoxo

Recensore Junior
14/02/14, ore 13:13
Cap. 1:

In questa poesia ho avvertito come un affannoso tentativo di assaporare qualcosa di fugace, ma ugualmente splendido, nell'attesa che arrivi nuovamente quel momento.
Davvero bella! :D

Recensore Junior
06/01/14, ore 14:54
Cap. 1:

è davvero bella. Di poesia non sono un'esperta, tecnicamente parlando, ma posso, e devo, dirti che la seconda parte in particolare è bella!
Quella bellezza a cui non servono particolari aggettivi o nenie tediose. Bella, e basta.
A presto!

Nuovo recensore
06/01/14, ore 12:30
Cap. 1:

"Amaro e acido questo disappunto
un dubbio che m'assale."
Ho amato questo verso .
La poesia in se é molto bella e armoniosa,sembrerebbe quasi cantata,qualcosa di mistico ed incorporeo o,più semplicemente, bello.
Mi sentivo cullata da quelle parole e un po' mi crogiolavo nella malinconia.comunque molto,molto bella .
Juliette