Recensioni per
Un tempo fui freccia
di cassiana
Ciao, eccomi qui per lo scambio libero. |
Ciò che più mi incanta di questa storia è il mondo accennato di Oetzi. Con tanti piccoli cenni ci rendi partecipi di un universo di miti e percezioni di cui comprendiamo l'esistenza ma di cui non riusciamo a vedere il quadro d'insieme. La magia che fluisce attraverso i tatuaggi; la canzone cantata dalla freccia, dalla montagna, dal vento; gli alberi che raccontano all'uomo il suo passato; la morte celebrata dalle donne e dallo sciamano. E la paura, che lo fa sentire come un cervo braccato, impedendogli di capire cosa dicono i suoi assassini, "inviati dagli dei" per punirlo di un crimine che ci rimarrà sempre sconosciuto. |
(Preferenza espressa per il concorso 'Storia coi migliori personaggi originali') |
Sono stata contenta di aver scoperto questo pezzo grazie a Criticoni, perchè è proprio notevole. Concordo con le recensioni precedenti: le tue descrizioni sono coinvolgenti, sono riuscite a rendere qui i colori, il gioco di luce e ombra della foresta, e il senso di ansia che pervade tutto il racconto. E soprattutto, mi ha colpito il tema del sentire magico-religioso dell'uomo, molto calzante per quanto possiamo saperne dell'epoca, e trattato in modo assai suggestivo. Da archeologa invece penso che non ci sarebbero stati male un paio di dettagli in più sugli oggetti di Otzi e sul background, ma sono veramente inezie. ^^ (e gli archeologi sono noiosi! XD) Grazie di aver scritto su questo tema! |
Recensione pubblicata su www.criticoni.net a cura di cabol. |
Che bella storia e quante conoscenze sull'argomento! Complimenti, anche perché come periodo da descrivere la preistoria non è certo facile. Qualche anno fa sono stata a Bolzano e ho visto Oetzi, quindi è stato ancora più toccante leggere la tua storia |
Forse un po' più di crudezza non avrebbe guastato. Ma anche così è molto bello, anche se inusuale forse è il temine più giusto. Bello perchè inusuale? No, bello perchè inusualmente triste, romantico e con un senso di "spleen" che lo permea di cima fino in fondo. Lo sa che deve morire, però...lo accetta. Gli ultimi paragrafi sono lirici (cosa che riesce a poche autrici). Brava :) |
Beh, bellissima, non c'è che dire. Concordo in pieno con le recensitrici che mi hanno preceduta: la descrizione dell'ambiente e degli utensili dell'epoca è molto ben dettagliata senza però cadere nel tecnicismo, infatti è scorrevole e poetica allo stesso tempo. Sinceramente a me non sarebbe mai e poi mai venuto in mente di scrivere una storia su Oetzi, sono troppo impegnata con le mie storielle potteriane! ^^ Brava, brava, brava! |
Sorprende la fantasia che ti viene in aiuto quando decidi di scrivere. Imbastire in modo credibile una storia su di uno straordinario uomo vissuto così tanto tempo fa non è cosa da tutti. La storia è ben riuscita a mio avviso e rende efficacemente l'idea di ciò che potrebbe essere successo. Non stona, non dà fastidio: è in armonia con quello che sappiamo. Complimenti quindi per l'idea, per la fantasia e per la realizzazione. Saluti Mannu |
Ho cliccato sul racconto perchè incuriosita dal riassunto: davvero originale. E il contenuto non m'ha delusa. Oltre ad essere ben scritto, lascia una gran voglia di saperne di più. Da cosa scappa Oetzi? Perchè? chi l'ha trafitto? In effetti sono risposte che non si hanno, ma è bello avere un punto di vista che non può essere preso in considerazione dalla scienza, perchè ormai Oetzi non ha più voce. Sei brava. E poi, devo dire, la frase finale è così poetica che vale il racconto. |