Premessa: sono una di quelle brutte persone che non ha mai visto “Scrubs” (me l’hanno consigliato in molti, ma per adesso non ho ancora avuto modo di guardarlo) e, pertanto, non ho potuto cogliere rimandi e riferimenti alla puntata a cui la storia è ispirata. Non mi sono lasciata scoraggiare dall’handicap e mi sono comunque imbarcata nella lettura, perché mi fido molto delle introduzioni (con il tempo ho capito che sono un ottimo – per non dire infallibile – indicatore) e la tua mi ha catturata e perché ad una fan fiction in cui Coulson figura tra i personaggi principali va data una chance a prescindere. Dal momento che quello che ho letto m’è piaciuto TANTISSIMO desidero lasciarti qualche parola, sperando che la mia ignoranza riguardo alla serie da cui hai preso spunto non abbia pregiudicato troppo la comprensione della storia e non mi porti a scrivere qualche castroneria (il rischio c’è, soprattutto considerando che, come commentatrice, sono già modesta di mio).
Quello che più m’è piaciuto di questa storia è il tono: è triste in un modo tutto suo, un modo molto peculiare che m’ha colpita particolarmente. Mi ha strappato tantissimi sorrisi eppure, giunta alla fine, mi son ritrovata con il magone. È come se la malinconia e il grigiore fossero sottesi, sfumati – ma non per questo attutiti, anzi; si sentono ECCOME. Sei riuscita a raccontare qualcosa di profondamente drammatico con un equilibrio straordinario, senza mai sfociare nel melodramma - in quell’enfasi forzata che, invece di commuovere, risulta soltanto irritante e/o patetica.
Altra cosa che m’è piaciuta da morire: la resa dei caratteri. Sarà anche la prima volta che li maneggi, ma di letture così acute io, francamente, ne ho trovate poche in giro (e t’assicuro che ho letto parecchio, in questa sezione). Per il modo in cui hai tratteggiato Loki non solo ti faccio i complimenti, ma ti ringrazio, perché ne ho fin sopra i capelli delle improbabili versioni offerte da buona parte del fandom: Loki redento, Loki cucciolo indifeso e bisognoso d’amore, Loki povera vittima degli eventi…NO. E lo dice una che Loki nemmeno lo considera davvero cattivo (alla stregua di Thanos e Malekith, per intenderci); tutt’al più cattivo a metà, se non addirittura di meno. Diciamo che quanto (e fino a che punto) sia un villain è opinabile, ma una cosa è certa: Loki è un calcolatore, è un doppiogiochista, è viscido, falso e meschino. Che lo sia sempre stato o lo sia diventato per colpa degli eventi è un altro paio di maniche, ma è quello che è e nessuno sembra mai ricordarsene. Allo stesso modo, nessuno sembra mai ricordarsi che è un debole (“manchi di convinzione”, secondo me, è l’analisi migliore che sia mai stata fatta del suo personaggio, quella che più lo centra in pieno), un vigliacco, che è corroso dal senso di inferiorità e dall’invidia. Nella tua storia c’è tutto questo (finalmente!), c’è nel tentativo fallito di corrompere ciò che è diverso da lui (e migliore di lui), c’è sul finale e, in generale, c’è nel modo in cui Loki pensa e agisce per tutto il racconto. Hai offerto una lettura lucida e spietata di un personaggio che viene puntualmente (e ingiustamente) ‘ammorbidito’ e mai viene visto per quello che è.
Il punto di vista di Tony è reso magnificamente. M’è piaciuto tantissimo perché tiene conto di tutti gli aspetti del carattere e non lo appiattisce. È uno Stark eclettico, pungente come soltanto lui sa essere, ma anche profondamente umano, pieno di paure e di insicurezze. Tony, a mio avviso, possiede una sensibilità molto particolare e difficile da rendere (difficile persino da cogliere); tu l’hai fatto benissimo.
E poi Coulson. Guarda, è talmente BELLO e IC che non so come complimentarmi. E perfetto ed è una (ma pure più di una) spanna sopra tutti, perché avere coraggio malgrado la paura è quanto di più eroico possa esistere – d’altronde anche in ‘The Avengers’ è lui il vero eroe, quello che nella sua assoluta normalità dimostra di valere più di tutti. La contrapposizione tra lui e Loki è un dettaglio straordinariamente pertinente, nonché emblematico: sono due mondi opposti, tra cui non ci sarà mai mediazione.
Prima di salutarti (direi che t’ho annoiata abbastanza) vorrei farti una piccola segnalazione di natura ‘estetica’. Ad un certo punto (precisamente quando Loki comincia a parlare del Valhöll) il carattere della scrittura cambia, rimpicciolisce ed aumenta lo spazio tra una frase e l’altra. Non credo si tratti di una scelta, pertanto ho pensato di fartelo notare, nel caso ti fosse utile per correggere.
Spero che questa non sia la tua ultima incursione nella sezione. C’è sempre bisogno di autrici che sanno scrivere e rendono giustizia ai caratteri e tu rientri senza dubbio nella categoria.
Complimentissimi e grazie! |