Beh, eccomi qui, lo sai che io recensisco il recensibile (?).
Oggi niente schemi, a dire la verità è un po' che non li uso più, forse perché nell'ultimo periodo ho bisogno di sentirmi libera di scrivere, di non dover rispettare limiti. Mi capisci? Libera di poter scrivere, cantare, ballare, parlare, fare cazzate. Oggi per me è stato un giorno strano. Mi sono ripetuta "scrivi!" in ogni momento della giornata, ma stranamente non mi viene da scrivere. Ho più voglia di scrivere recensioni piuttosto, infatti è la seconda che lascio. Ho tantissime idee per la testa, ho molte storie in sospeso, e quindi eccomi qui a recensire, nella speranza che la mia mente si svuoti e mi venga voglia di scrivere. Quante volte ho detto "scrivere"? Scrivere, scrivere, scrivere. Dovrebbe essere la parola da cui è costituita una persona come noi...siamo scrittori, no? Scrittrici, meglio. Non mi riesco a spiegare il motivo di questa mia mancanza di voglia di continuare They call it Stockholm Syndrome, non molto tempo fa ero malata di quella storia, la continuavo in ogni momento della giornata. Invece adesso non so, ho lo stesso molte idee, so già come farla finire, ma non riesco a mettermi tranquilla e scrivere come si deve. Ti è mai capitato? hai tante...forse roppe idee che ti passano per la testa, e così invece di seguire una lunga strada davanti a te, sempre dritta, inizi a seguire le piccole vie che ti si presentano ai lati. Comunque passo a questa storia, che non sono venuta qui per cincischiare, se esiste questa parola. Ma dato che non me la sottolinea di rosso, credo esista. Andiamo avanti.
Sono vent'anni, eh. Non sono pochi, per il nostro '94. Te lo ricordi quando aveva sedici anni, ad X factor? Mio Dio, mi manca quel ragazzo. Ora è cambiato, e probabilmente è come dici tu. I media lo fanno apparire in un modo, ma lui non è così. Tutti quanti, sotto una telecamera puntata sempre addosso, cambiamo. E' inevitabile, per la miseria. Il tè è quasi un vizio per lui, no? Quello che lo lega ancora alla sua normalità, quando può sentirsi un ragazzo, e il tè gli fa pensare a come sarebbe la sua vita senza Louis, Niall, Liam e Zayn. Già, chissà come sarebbero anche le nostre. Mi sto divertendo a scrivere questa recensione, perché nemmeno ci penso a quello che dico. Scrivo, scrivo, scrivo. E' così che dovrebbe fare uno scrittore, no? Riuscire a scrivere sena pensare troppo. Negli scrittori è inscritto un DNA particolare. Noi abbiamo il gene della fantasia, della creazione, della pazienza, del dilungarsi, della voglia di scrivere, della propensione ad orari indecenti, dell'amore per questa tastiera. Noi scrittori ci affezioniamo a persone che non esistono, persone solo nostre. Ci creiamo il nostro mondo, e lì ci piace stare. La maggior parte delle persone non lo capiscono, ma personalmente la scrittura è una delle gioie più grandi per me. Anche questa One Shot è stata una gioia leggerla, perché sì, è probabilmente vero. E' quello che Harry pensa e non può dire. Ovviamente noi ipotizziamo, non lo potremmo mai sapere. Scusa se mi sono dilungata troppo, ora provo a scrivere qualcosa.
Ale xx
Lou xx |