Confesso di aver iniziato a leggere sperando ardentemente di non andare incontro a traumi particolari... visto che il personaggio di Makoto ha una psicologia non facile e di cose brutte, OOC e psicologicamente sballate ne girano. Premesso questo, sono stata davvero contenta di averla letta, perché Makoto è un Signor Personaggio e leggere qualcosa di ben fatto è un vero piacere.
Mi ha subito attratto la leva che hai usato, quella dell'essere un genio: prometteva bene. E ha anche mantenuto! Ho riletto due volte, prima di mettermi a recensire, perché la parte finale mi sembra che dia il vero senso a tutto il resto. Credo che non ci sia altro modo di spiegare le azioni di Makoto se non risalendo a qualcosa di così fondamentale, nella sua vita... qualcosa che è sempre stato con lui e lo ha plasmato. E la connessione tra il nucleo familiare e il comportamento verso tutti gli altri non è esplicitata... viene lasciato al lettore farla. A una prima lettura non avevo colto questo rimando indiretto, e mi sembrava che "mancasse qualcosa". Ma alla seconda ho potuto gustare pienamente questa dinamica implicita, questo automatico riversare su tutti gli altri quello che è valso per lui. O almeno così mi sembra di aver capito... Perché così come è scritta è tanto più forte la conclusione finale, perché "scolpita" in modo così asciutto ha più peso. Si intende il resto sembra bisogno di pronunciarlo chiaramente. E rende molto bene il colpo che Makoto ha avuto, che per lui è assoluto e dunque lo applica indistintamente a coloro che vuole annientare.
Rispetto alla Kiseki, formata da geni indiscussi, Makoto ha proprio il gusto di spezzare, di annientare fisicamente l'avversario. Pur potendo giocare altre carte, volendo, sceglie quello: non può che avere una profonda ragione personale. E la tua lettura gli dà pienamente giustizia!
Benvenuta tra noi, :3
PS: Io non so decidermi chi preferire tra Makoto o Haizaki come Bad Boy, ma comprendo pienamente i motivi di chi privilegia l'uno o l'altro. XD |