Parto subito facendoti i complimenti.
Il modo in cui hai scritto il racconto e come ti sei espressa è magistrale. Tutto è tremendamente chiaro e palpabile da rendere inevitabile provare le emozioni di Nagisa man mano che i caretteri del computer vengono decifrati dal cervello. La sua disperata combattività e la sua maschera d'allegria, che crolla irrimediabilmente in una cascata di lacrime, entrano nell'empatia del lettore come una scarica elettrica. Vedere (o leggere) tanta angoscia in un personaggio famoso per il suo buon umore, rende l'impatto con una morte violenta ancora più duro.
Gli stralci che più mi hanno colpito sono l'epilogo, soprattutto la seconda parte:
"Nagisa si accorge, improvvisamente, che lui non aveva mai fatto altro da quando era arrivato sulla spiaggia.
I suoi occhi rimangono sgranati a fissare quelli di Rei, che non ricambieranno mai più lo sguardo";
E questo periodo: "Makoto sta singhiozzando al suo fianco. Haruka lo tiene ancora per le spalle. Rei sta in silenzio", sebbene sappia che Rei sia steso a terra inerme, mi è sembrato che, invece, sia in piedi a braccio conserte, esaminandolo di sottecchi con un rimprovero eloquentemente stampato in viso, a mo' di ammonizione, come se fosse lì a dirgli che non avrebbe dovuto tentare fin dall'inzio, perché ha portato solo maggiore sofferenza in Nagisa, una volta bloccatosi.
Forse non sono stata molto esaustiva nell'esprime il concetto, ma spero che tu abbia capito comunque.
Sei stata davvero brava.
Non posso non inserire questa one-shot tra le preferite.
Claire DeLune |
