Recensioni per
Io e Te
di Aliseia

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
31/03/15, ore 21:44
Cap. 1:

Cara, da qualche tempo, lentamente, sto recuperando tutti i pezzi della tua splendida serie elfica. Volevo recensire da un po', ma mi sono letteralmente mancate le parole. Il quadro che delinei è, per questo pairing, il miglior canone che avrei potuto immaginare. Sei riuscita a materializzare quegli aspetti sottesi che io non ero riuscita a mettere a fuoco, ma che pure erano lì, perché non avrebbero potuto essere diversi di una virgola. La realtà che crei è naturale e appassionata, abilmente intrecciata tra le pieghe di racconti che nulla ci dicono su questi sentimenti. Leggendo le tue righe si ha l'impressione di essere dominati da una sorta di meccanismo maieutico, tramite il quale riporti alla luce della coscienza gli eventi come sono realmente accaduti, i personaggi nella loro vera essenza. E' come se fossero sempre stati così, ma avessimo dimenticato di guardarli.

Ho deciso di recensire per primo questo racconto (non è stata una scelta facile!) perchè è quello in cui, a mio parere, la dignità del legame tra Thorin e Thranduil prorompe in tutta la sua forza, rivelando, tra le altre cose, il loro vero io. In un certo senso, è una chiave di volta.

Ho trovato molto efficace e straordinariamente suggestivo l'utilizzo dei due piani di narrazione.

Da una parte ci sono i ricordi delle notti trascorse, raccontate in frammenti significativi, oltre che straordinariamente lirici, che riassumono il lento percorso di avvicinamento, dal confronto rabbioso e sensuale dei primi incontri, al dispiegarsi di quell'attrazione, al manifestarsi del ben più profondo, ineluttabile legame che porta l'uno di fronte all'altro.
Dall'altra la scena attuale, la prova prima ed ultima, se vogliamo, del loro legame.
La richiesta delle chiavi - in apparenza richiesta di riconoscimento e di rispetto verso un prigioniero che è pur sempre un re - a dispetto forse delle stesse parti in gioco sancisce anche e soprattutto la realtà della loro unione, fatta di silenzi, complicità mute e inammissibili. Nessuno dei due potrebbe ancora ammettere verbalmente la realtà dei fatti, ma questa emerge comunque, come un fenomeno naturale, trascendendoli e cristallizzandosi in quella concessione.
Tramite le chiavi, Thranduil - unico tra gli elfi - riconosce a Thorin non solo pari dignità come creatura ma anche (e qui sta l'evento straordinario, considerando la storia del tuo Thranduil) come compagno.
Ed ecco che Thranduil non è più - per chi ancora ne avesse avuto il dubbio - il sovrano capriccioso, frivolo e sensuale che appare ad occhi inesperti (quello dei pettegolezzi e delle processioni di servette!), ma un antico re, saggio dell'amara saggezza di secolari errori, profondamente stanco ed in eterna attesa di qualcuno o qualcosa che possa raggiungerlo, rompere le barriere della sua millenaria solitudine e, finalmente, comprenderlo. Qualcuno che possa scoprire i suoi veri occhi, quelli, come dici tu, trepidi e tristi, di antica dolcezza. Un re che guida il suo popolo con saggezza, relativista in un mondo manicheo, cauto in un mondo di bellicosi idealismi, nei quali i presunti saggi Istari sono i primi a gettarsi. Il più saggio dei saggi, perché accetta e comprende l'impossibilità di un punto di vista assoluto, di una scelta vantaggiosa per tutti.
Thorin, a sua volta, getta la maschera dell'arroganza e della (presunta) brutalità, per rivelare la sua inquietudine, la disperata battaglia con se stesso e con quei limiti che sono l'eredità di un'intera famiglia, se non di un'intera stirpe. In un gioco perverso, qualsiasi scelta compia lo porterà alla rovina. E' vile se non tenta di riscattare il suo popolo, è indegno se rinuncia in favore della sua passione. Come hai evidenziato tu, ha un'unica scelta: quella di fuggire dalle prigioni, di andare incontro alla tragicità attesa della maledizione del drago. Eppure nonostante questo destino tragico, continua a lottare, ha ancora speranza di trovare il modo. Lui forse può davvero farcela a spezzare l'incantesimo, a superare se stesso e quella storia che sembra scritta nel suo DNA.
E la bellezza, l'origine della travolgente potenza di questo pairing è proprio nella conplementarietà di queste prospettive. In un universo ottuso e bidimensionale, Thorin è il funambolo, teso disperatamente verso la meta che lo trascende. Thranduil a modo suo la meta l'ha già raggiunta - la contiene in se stesso - ma è solo. E se non fa, come Zarathustra, l'errore di portare doni agli uomini, è logorato dalla sua immobilità eterna, dalla mancanza di quella dinamicità che è la linfa stessa della vita. Thorin, con la sua lotta titanica per superarsi, rappresenta, per lui, la speranza.
Ed in realtà il re degli Elfi sembra averlo compreso subito, sin dal loro primo incontro. Attende pazientemente che anche l'altro comprenda, che prenda coscienza, che compia il suo percorso. Ed è straordinaria la sua composta attesa, la libertà che lascia all'altro senza incalzarlo, ma solo chiedendogli: "Che cosa vuoi?"

Grazie per questa meravigliosa prospettiva, per l'amore che metti in ogni tua sillaba.

Mi ritroverai a chiosare il prossimo atto, con rinnovata emozione. Come ti ho scritto altrove, mi scuso per gli sciocchi e prolissi sproloqui. Mi vengo a noia da sola e provo a contenermi, ma con scarso successo.

Con affetto,

Orlando

Recensore Master
24/03/14, ore 16:48
Cap. 1:

Non avevo mai letto una tua storia, almeno mi pare, sicuramente non di questo pairing, ma dopo averti sentito tanto parlare del tuo amore per questa coppia non ho resistito alla tentazione e sono venuta a cercarle qui. Cosa dire? Sono rimasta soggiogata dal tuo modo di scrivere, veramente trascinante, coinvolgi il lettore fino in fondo e lo porti a perdersi nella vicenda, nei sentimenti e nelle passioni dei tuoi personaggi. Crei un mondo davanti agli occhi nel quale è meraviglioso smarrirsi per dimenticare tutto il resto e non ha importanza se chi legge ami o no il pairing a cui hai pensato, perché la tua storia non concede scelte, ti prende e basta, è reale e verosimile e che piaccia o no è così. Questo è l'effetto che mi hai saputo fare con la tua ff: non amo particolarmente questi personaggi, non ho nemmeno guardato il secondo film della trilogia e, a dirla tutta, Thranduil mi è sempre stato antipatico. Ma leggendo non ho avuto modo di indagare i miei sentimenti, le mie preferenze, perché io non c'ero più, c'erano solo Thorin e Thranduil e tutto ciò che vivevano e provavano... Sei stata meravigliosa e di certo leggerò tutte le tue ff, pian piano, ogni volta che avrò tempo, ogni volta che vorrò evadere totalmente e vivere per il tempo di una storia la vita di altri personaggi, sospesa al di fuori della realtà e di qualsiasi forma di giudizio o critica, positiva o negativa che possa essere.
Grazie per il sogno che mi hai regalato.
Arien

Recensore Junior
22/02/14, ore 11:32
Cap. 1:

Ed eccoci qui con un altro, meraviglioso (e un filo angosciate) spaccato della prigionia di Thorin. Una costrizione che si fa sempre più astratta, non tanto fisica quanto mentale. Thranduil lo ha imprigionato con catene invisibili e per questo maggiormente salde e strazianti; ma si è impigliato a propria volta in un simile giogo. Una storia impregnata d’una malinconia struggente, una piccola-grande tragedia che si consuma nel palazzo (e nelle segrete) di Bosco Atro.

Avrei voluto poter pilotare Thorin affinché colmasse quella distanza, fatta di frasi sospese e pensieri indicibili, che lo separa da Thranduil. Ma allo steso tempo mi sono resa conto di come, il complesso delle tue storie, stia imboccando una via opposta in senso di distanza “concreta”, fisica. Ti spiego: personalmente tendo a considerare le tue fan fiction Thorin/Thranduil alla stregua dei tasselli di un mosaico, che per quanto splendidi nella loro singolarità solo assieme possono completare un disegno ancor più degno di nota. E se sono da una parte emozionata per possibilità di prendere visione di questa globalità, dall’altra ne temo la naturale e “canonica” conclusione. Il raggiungimento dei vertici dell’angst è nella genetica del rapporto tra Thorin e Thranduil, la sublimazione di questa sofferenza è, invece, nella tua genetica di autrice. Sei bravissima a renderli così sospesi, così attratti l’uno dall’altro, eppure tragicamente e forzatamente distanti. Amo immensamente tutto questo, ma il mio cuoricino palpita per un barlume di speranza…
Detto ciò, non sai quanto abbia apprezzato la parte finale della storia, quella in cui Thorin si rende conto che anche l’adempiere ai propri “doveri di Re” (e quindi scappare, ribellarsi a quella prigionia) si lega al suo rapporto con Thranduil, alla considerazione che il sovrano degli Elfi ha di lui. Perché è la fuga, la ribellione a quella prigionia non solo materiale, per il perseguimento del proprio diritto di regnare, che lo stesso Thranduil si aspetta da Thorin. Forse -anzi, sicuramente- il nostro sovrano elfico preferito non l’ammetterebbe mai, ma -lui per primo- è animato dal controverso desiderio di vedere Thorin ergersi come suo pari. E personalmente, pur essendo cosciente della anticanonicità della cosa, mi piacerebbe davvero vedere Thorin e Thranduil, l’uno di fronte all’altro, con entrambi una corona sul capo e una terra su cui regnare.

Un bacio e sappi che aspetto altre tue storie con impazienza. Molta impazienza.
(Recensione modificata il 22/02/2014 - 11:37 am)