Tu hai questo modo di usare le metafore che a volte mi è familiare - qualcosa di noto, che ccompagna la lettura con le sue immagini e la rende più ricca - e a volte è così insolito che riesce a sorprendermi, facendo scattare interruttori che altrimenti resterebbero fermi.
Come l’odore di cimitero che appesta l’aria: solo chi ha un piede nella fossa può sentire un simile odore, perchè per gli altri il cimitero è un luogo asettico e perfetto.
E così, solo nel momento in cui tocca con mano la morte, Cancer la vede davvero. Nonostante la sua boria e la sicurezza con cui ha creduto - fino a quel momento - di poterla dominare. Nonostante il suo compiacersi di sè e delle sue certezze.
E allora no, non è decisamente la stessa cosa.

Leggi la risposta dell'autore

DeathMask è un personaggio che non mi sta particolarmente simpatico, e che fatico a considerarlo italiano con quel soprannome dell'accidenti che ha. A parte questo, però, in fondo anche lui ha una sua psicologia di fondo.
L'idea che possa piegare la morte - anzi, la Morte con la emme maiuscola, che è meglio, quest'idea di poterne servirsi a suo piacimento perchè tanto, alla fine, non c'è nessuna vera fine, ecco: questo lo autorizza, in un certo senso, a fare quello che fa. O almeno, io l'ho vista in questo modo.
E poi arriva Sirio a prenderlo a torte in faccia ed è tempo anche per Cancer di fare i conti con la signora a cui ha arbitrariamente preso il posto.
Quest'Andrea di cui parli non so chi sia, se parente, conoscente o amante del Cavaliere (mi sono messa sul vago perchè Andrea è nome sia maschile che femminile), ma il cenno a questa persona restituisce un po' di umanità a colui che la strappava senza tanti complimenti.
Un altro ottimo lavoro, e alla prossima!
Stellaskia

Leggi la risposta dell'autore

Questo è un bellissimo ritratto di Death Mask, ma dalla tua penna non mi potevo aspettare niente d meno.
Nonostante la brevità di questa storia (si, ammetto che stavo gridando "ancora! ancora!") sei riuscita a raccogliere in poche righe l'essenza del Saint di Cancer, nell'ottica di un uomo che ha perso la fede (come?) e di chi ha deciso che dall'altra parte non ci sia nulla. Un aspetto interessante, se consideriamo che Saint Seiya non affronta minimamente il problema della fede in senso lato, quanto piuttosto soffermandosi alla leggera sull'appartenenza ad Athena. Di questa storia ho amato soprattutto questo: la capacità di mostrare Death Mask come un uomo che ha scelto in modo consenziente una strada - l'essere quello che è - per un motivo ben preciso: l'aver scoperto che non esistono né Paradiso né Inferno. 
Solo il limbo.
E' quasi una missione, la sua, ed è per questo che risulta finalmente il vero cattivo, senza fronzoli o giustificazioni.
E' un sadico che incuriosisce e affascina, ed è il tuo Death Mask nella sua forma migliore.

Leggi la risposta dell'autore

THIS, THIS! ♥♥

Questo è tutto quello che ho sempre voluto leggere su Death Mask, QUESTO è il nucleo di una risata ingannevole e bugiarda - persino al suo stesso proprietario.
No, vabbé, lasciami sbudinare in silenzio e con una faccia creepy, perché questa flashfic è bellissima.

*saltella come una scema e lancia caramelle gommose* ♥♥♥♥

Leggi la risposta dell'autore

All'inizio il titolo mi aveva fatto pensare alla canzone di De Andrè, e invece no, era Cesare Pavese.
Povero Death Mask, fa un po' pena perché lui si era illuso di essere riuscito a dominare la morte e invece alla fine scopre di essere esattamente uguale alle altre anime, quelle che sono comprensibilmente incavolate con lui. "C'è solo il calmo e rassicurante nulla dall'altra parte" sì, certo, ci ha provato ma non c'è niente da fare, anche chi dice di non temere la morte al momento decisivo trema. Veramente "quando si muore si muore soli" (questo era De Andrè)
Breve ma molto bella, complimenti =) anche perché Death Mask è un personaggio difficile.

Leggi la risposta dell'autore