Ma si fa così?
No, dico, si fa così?
Scrivi su Roy - ROY HARPER, mica pizza e fichi - e non mi avvisi? Non spari un razzetto di segnalazione - rosso?
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Tornando seria, è una storia breve ed intensa, rossa come il sangue, la vita e la morte e sembra di vedere una scia rossa sciogliersi sotto Roy, nella pozzanghera che decora l'asfalto su cui il ragazzo è inginocchiato, e che si perde per le strade di una Starling City inquietantemente simile a Gotham, ma senza pioggia e senza cappa di smog. E in piedi, davanti al ragazzo, c'è lui. Col suo arco, il cappuccio calato sulla testa ed una personalità troppo forte, una montagna troppo alta da scalare (cit.) che sa - che deve - tenere imbrigliato quel fiume in piena di sentimenti ed emeozioni che è Roy, prima che straripi e crei più danni che altro.
Qui non c'è Thea, non c'è Sin, non c'è Laurel, né Sarah, e nemmeno Felicity. È un universo maschile, in cui il giovane lupo vorrebbe leccarsi sommariamente le ferite, ed il maschio alfa che lo esorta a prendersi tempo, e a fare le cose per bene.
Splendido lavoro, che tratteggia queste due figure, maestro/allievo ma anche padre/figlio (nel telefilm ridotte a fratello maggiore/fratello minore) come fosse un quadro ad acquarello.
TI STIMO, Donnah! |