Recensioni per
We carry nothing but a name you will forsake
di Will P

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/07/15, ore 21:54

Io non so come mai non avevo letto prima questa storia. Forse sarebbe stato meglio per i miei pheels e il mio povero cuore che avessi continuato ad ignorarne l'esistenza, ma… niente, ormai ci sono, e sto così male che vorrei venire a prenderti a sprangate di persona per poi stritolarti in un abbraccio e non lasciarti andare mai più.
Questa storia fa male, ma male sul serio, ti toglie il respiro e ti pesa sul cuore proprio come la morte di Phil fa con Clint. Il dolore è tangibile, reale, oppressivo e terribile, e io non so come diamine tu faccia a farmi sentire così male. Ti odio tanto, e ti adoro <3
Ora me ne torno a piangere in un angolino, sorry not sorry, call me when you write about Clint finding out Phil's alive, bye.
xxx

Nuovo recensore
06/06/14, ore 20:57

Il magone gigantesco che è riuscita a farmi venire questa fic, nonostante adesso sappiamo tutti che Coulson è vivo, vegeto e un po' alieno è inspiegabile.
Anche perché io sul Clint violoncellista ho tutta una storia in mente da The Avengers che comprende una serata di gala, Coulson e Clint in smoking e un improbabile violoncello usato come arco a cui ero affezionatissima. Ma poi MAOS mi tira fuori quella violoncellista che è una carineria unica e io mi ritrovo con l'ennesima coppia da incastrare. Boh, tanto è la Marvel, le polysome sono un credo e Clint userà il di lei violoncello e ne uscirà una roba a tre complicatissima.
Ma comunque, la storia ti ributta di prepotenza a quando ci crogiolavamo nell'angst e noi ne siamo usciti, ma Clint no, è ancora ignaro e me lo vedo a partire in solitaria dopo aver lasciato la sorella di Coluson e aver affidato Steve a Natasha in modo da tenerla occupata e non farla sentire sola (perché affidare Natasha a Steve non avrebbe avuto senso).
E certo che dev'essere canon il brindisi a Coulson a base di liquore esageratamente costoso di Tony Stark.

Recensore Master
21/03/14, ore 02:53

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Tra le tante tematiche difficili da trattare senza (s)cadere nella retorica, il lutto è probabilmente quella più spinosa. Si rischia sempre di dire troppo e/o di dirlo male, di farcire il testo con paroloni e riflessioni barocche da cui vien fuori una grottesca caricatura del dramma, ridotto così ad una recita che, ben lungi dal commuovere, risulta patetica e banalizzante. In “We carry nothing but a name you will forsake” Will fornisce un esempio brillante di come la perdita andrebbe raccontata, coniugando alla sensibilità richiesta dal tema la crudezza necessaria per restituire la misura di una sofferenza sconfinata come quella arrecato dalla morte di chi si ama.
L’autrice accantona stereotipi e improbabili ampollosità per dar spazio ai caratteri e alla loro tragedia, una tragedia vera e priva di forzature, rappresentata attraverso i personaggi stessi e le rispettive vicissitudini, che si dispiegano con la naturalezza e l’autenticità che si confà alle vicende umane – e non alle finzioni sceniche.
È una storia straziante, in cui la morte fa sentire il proprio peso dall’inizio alla fine, permeando ogni scena, e gesti e pensieri colpiscono come stilettate. È magnifica e straordinariamente emozionante, e se le motivazioni addotte non fossero abbastanza convincenti c’aggiungo anche il dolore che mi ha causato e la voragine che m’ha scavato nel petto quando l’ho riletta (e riletta) e che, senza dubbio, costituiscono il motivo principale per cui questo lavoro merita un posto d’onore nel sito. Di storie belle ce ne sono tante, ma rare sono quelle in grado di farti arrivare all’ultima parola con gli occhi lucidi e il cuore gonfio, e questa è una di quelle – provare per credere.
“We carry nothing but a name you will forsake” (come molte altre storie dell’autrice che, personalmente, ritengo la migliore della sezione) merita un riconoscimento, per la maniera splendida – e giusta - con cui affronta argomenti costantemente sminuiti e, soprattutto, per quello che è in grado di regalare a chi ha la fortuna di leggerla.

Recensore Master
01/03/14, ore 02:23

Potrei dire tante (ma veramente TANTE, credimi) cose su questa storia, ma penso che un commento “di pancia” sia quello più appropriato perché, diciamocelo, di storie belle e ben scritte ce ne sono (meno delle ficcyne sgrammaticate, certo, ma ci sono e sono anche parecchie), ma quelle che ti fanno tenere le mani premute sulla bocca a causa dell’emozione – nel caso ti scappi qualche urlo o qualche singhiozzo -, invece, sono rare, e quando ho la fortuna di trovarne una l’unica cosa che mi sento di dire all’autrice è GRAZIE.
Non ti faccio causa perché ti voglio bbbbene, però quando finisco la dieta una scorta di barattoli di Nutella me la devi. E anche un gattino. Non aggiungo altro perché altrimenti piango e collasso e non posso inviare il commento, e se non lo faccio non sto tranquilla, perché dev’esser messo agli atti quanto queste pagine mi abbiano fatto male e quanto le abbia amate - si chiama “masochismo”, suggerisce una voce fuori campo.
BRAVA, e grazie ancora ♥♥♥♥♥

…aspetta, una cosa la devo dì. Paula è BELLA. E io, davvero, mi sono emozionata come ‘na cretina, e tu sei una brutta persona a tirarmi colpi così bassi, e- *va ad abbracciare un peluche per riprendersi*