Eccomi qui!
Questa volta ho deciso di optare per una nuova tecnica di recensione. Ri-leggo e commento per paragrafi (ampi paragrafi), perché ho come l’impressione che facendo diversamente poi mi perdo pezzi per strada e non voglio. Perché QUESTA è la fanfic del prompt numero 7 e deve avere una bella recensione.
Quindi, veniamo alla prima parte: il flashback. Mi è piaciuta molto tutta l’atmosfera della notte, del silenzio, del non vedere ma poter solo sentire sia palpabile. Sia per l’uso dei verbi e delle parole, ma soprattutto per l’introspezione che tanto ci piace (in seconda persona, of course) e il punto di vista di Stiles che non sa. Questa è la cosa che più di tutto mi ha fatto riflettere. Perché è come se il lettore si facesse un giro nella mente confusa di Stiles e si domandasse con lui che cosa sta succedendo. Derek che si improvvisa bottom? Ma che storia è? E poi, si è rasato? Ma come, proprio dopo che Stiles gli ha fatto capire che anche quella barba ispida andava bene? Insomma, tutti questi interrogativi sono palpabili ma sono anche soffusi, aleggiano nell’aria.
Dal punto di vista proprio lessicale o linguistico o quel che vuoi, mi è piaciuta la “nota stonata”, il “brivido di paura” che è quello che accompagna Stiles per tutto l’amplesso, insieme alle lacrime finali e alla brutta sensazione che qualcosa di brutto - appunto - sta per accadere. Ma la parola che più di tutte mi ha fatto riflettere è stata “scomparire”. Perché Stiles pensa che Derek lo stia sfiorando con tanta cura come se potesse scomparire ma in realtà non è Stiles quello che scomparirà, ma Derek. Ecco, questo gioco mi ha lasciata ad bocca aperta, e non so se alla prima lettura ci avevo fatto caso.
Un’altra espressione che mi è piaciuta è stata “Derek sembra voler colmare ogni spazio tra la vostra pelle, come se lasciare il vuoto tra di voi equivarrebbe a sentire il vuoto dentro di sé”. Anche per quest’espressione ho pensato... Stiles (o il narratore per lui) qui immagina perché Derek si stia comportando così quando, presumibilmente, Derek si sta proprio comportando così perché lui sa che sta per lasciarlo.
Va beh, poi ci sono le anafore “E’ stata l’ultima volta che...” e “Dopo quella volta” che ci stavano proprio bene (mai dài), perché danno la giusta enfasi al momento ma non sono pesanti.
Secondo blocco: Derek torna a Beacon Hills dopo diciassette anni. Complimenti, complimenti vivissimi u.u
Non mi dilungo in chiacchiere (e non mi dilungo a sgridare Derek perché è un coglione), ma ti scrivo subito quel che mi è venuto in mente rileggendo questa parte.
Prima di tutto: “lo sguardo da alpha” o l’“espressione da sourwolf”. Eh sì, mi piacciono queste cose che collegano una AU al telefilm, come mi è piaciuto il fatto che Beacon Hills sia famosa per la sua monotonia. Insomma, questa sottile ironia, che possono cogliere solo coloro che sanno cos’è Beacon Hills in realtà, mi è piaciuta molto e rende il tutto intimo.
Andiamo avanti... Derek perde colpi, come ha fatto a dimenticarsi un cognome impossibile come Stilinski? u.u Non va bene, non va bene, ma lo perdono solo perché anche io sono d’accordo con Stiles, che lo sguardo da alpha farà la sua parte, ma gli addominali non possono proprio essere trascurati (come il suo culo).
Torno seria. Derek dice di sentirsi smarrito, come era da adolescente. Dice che è Stiles a ridurlo così, ora come allora. Ma allora io mi chiedo... lo Stiles sedicenne, che era la componente passiva della coppia, che diceva che tutto andava bene basta che stava con Derek, che diceva che era Derek ad avere le redini del gioco... in realtà l’ha capito quanta influenza aveva lui su Derek? Che Derek in realtà non è così forte come sempre, che forse la barba lunga e il corpo forgiato dagli allenamenti di Lacross in realtà erano solo una maschera?
Ma arriviamo al clou: Stilinski J. Bisogna assolutamente trovare il modo di rimettercelo in qualche altra ff delle settordicimila che devi scrivere perché adoro ‘sto pottino *---* E la frase “Quel moccioso parla quanto il fratello, e se una volta pensavi che uno Stiles fosse sufficiente al mondo, ora ti chiedi come possa andare avanti Beacon Hills con la sua versione in miniatura in omaggio” è assolutamente fantastica.
E poi, voglio sapere un po’ di che “fot-” parlava ;P
Passiamo oltre... diciassette anni. All’inizio, quando mi hai detto che sarebbero passati diciassette anni, ho pensato... e il prompt che dice “un paio d’anni”? Ma, ovviamente tu sei tu e hai sempre l’asso nella manica. La battuta di Derek: “Sono passati un paio d’anni”, ci sta alla perfezione, perché Derek è così, un po’ sbadato (sentimentalmente parlando) e di certo confuso, in questo momento. Mentre Stiles alla fine fa il conto e esprime esattamente questi diciassette anni, e anche al paragrafo successivo, quando pensa che il diciassette porti sfortuna... ma sappiamo che non sarà così per molto ;P
Ma passiamo a cose serie: Parrish (mio ammòre *---*). Stiles e Parrish si stanno frequentando ma nell’aria c’è già il sentore che non sarà così ancora per molto. Stiles esce distrutto da ogni relazione e Derek ha trovato solo compagni occasionali con cui fare sesso o comunque ragazzi o uomini ai quali non si è affettivamente legato, non ha mai amato come invece ha amato Stiles . Ho trovato tutto ciò molto realistico: il fatto che questi diciassette anni sono effettivamente passati, che Stiles e Derek hanno avuto altre relazioni, ma che non hanno smesso di pensare l’uno all’altro. Insomma, ci sta.
E mi sono piaciuti molto questi due paragrafi dei parallelismi. Te lo avevo già detto ma mi piace ripetermi! Il fatto che Stiles scopri Parrish incompleto e Derek ha trovato incompleti tutti gli uomini che ha avuto, il fatto che nessuno potesse competere con l’altro. Mi piace perché non sono due paragrafi noiosi - come temevi - bensì essenziali, perché si scava nella psicologia e nei sentimenti, con quello sbocco nel passato che rende più comprensibile il presente e dà accesso all’azione successiva.
Dal punto di vista linguistico mi piace la ripresa del “vuoto”, il vuoto che Stiles ipotizzava diciassette anni prima e che, diciassette anni dopo Derek ammette, e ammette che non solo questo vuoto c’è stato ma che ora è stato addirittura colmato, e solo grazie alla presenza di Stiles.
Altro parallelismo che ho notato solo ora, a seconda lettura. Porta pazienza. Derek che pensa che solo lui è rimasto da “sistemarsi” mentre il resto della sua famiglia sta a posto (insomma, anche il vecchio buon zio Peter ha trovato l’anima gemella - e che anima gemella *---*) e Stiles fa un pensiero analogo, quando pensa alla felicità di Parrish, nata ora, nata per caso, con un incontro così, inaspettato (e grazie sia per il piccolissimo accenno Parrish x Jared sia per aver citato e linkato la mia oneshot, ti lovvo troppo e per ringraziarti ne scriverò un’altra, parola di marmotta!). Entrambi sono circondati da persone felici e mancano solo loro, che hanno superato i trenta ma sono rimasti con un piede nel passato, a diciassette anni prima. Perché questi diciassette anni sono sì passati, ma c’è sempre questo spiraglio tra passato e presente.
Il dialogo post locale mi è piaciuto molto. Va beh, che era la primissima cosa che mi hai fatto leggere, un sacco di tempo fa ormai, quindi ci sono particolarmente affezionata! Ma comunque ti è venuto proprio bene. Insomma, sono grossi e vaccinati ed è arrivato il momento di mettere nero su bianco i sentimenti. E lo piace come Derek finalmente parli, non parlano solo le sue sopracciglia, ma parla anche con le parole. Si spoglia di ogni difensiva e si mostra a Stiles per il debole che è stato e dà a Stiles l’opportunità di scegliere. E Stiles lo sceglie e tutto ciò è bellissimo. Se mai qualcuno a questo mondo si ama come si amano questi Stiles e Derek, allora penso che queste due persone sarebbero veramente felici e fortunate.
Ma veniamo a noi: la lemon e il bottom!Derek (e il sottolineato ci vuole, sì).
Dire che mi piacciono troppo le tue lemon forse è banale, e te l’avrò già detto ma, lo sai, mi piace ripetermi (e poi so che ti piace che mi ripeto quindi, va bene, ok?). Mi piacciono perché non solo sono realistiche (grazie), ma lo sono in un senso bello e poetico, che non trovo molto spesso in giro. Ormai lo sai, io ho un rapporto complicato con le lemon perché mi piacciono da morire ma mi piacciono solo come dico io, insomma, sono una tipa esigente u.u Ma ti ho spinto io a buttarti nello scrivere lemon e più tue lemon leggo più sono contenta e mi dico che ho fatto bene.
Una cosa che mi è colpito molto di questa lemon è l’uso di alcuni verbi. “Conoscervi” e “riconoscervi”, a parte che la ripetizione così mi manda fuori di testa perché troppo bella, mi piace che sono sia i loro corpi che si conoscono e riconoscono sia le loro menti, i loro sentimenti. Dopo tutti questi anni, è questo il processo che va messo in atto ed è bello come lo esplichi. Come il successivo “ritrovarlo”, perché Derek ritrova i suoi nei, presumibilmente gli stessi, ma in un corpo diverso da come quello che si ricordava, e quindi passato e presente si sovrappongono nella sua mente e questa sovrapposizione è anche nella mia mente, che mi visualizzo Stiles e Derek a mo’ di prima stagione e poi gli Stiles e Derek di ora con qualche annetto in più. Quindi, ottimo lavoro.
Avanti torna invece la “fiducia”. La fiducia iniziale di cui Stiles sedicenne parla, quella che pensa Derek gli abbia dato, e che presumibilmente è stato davvero così, poi si è persa, nel passare di questi diciassette anni e che ora, che si stanno amando, che sono estranei ma sempre meno estranei, devono ricucire.
Altro verbo bellissimo è il “pretendere” che hai usato alcune volte, senza mai stonare. Stiles pretende Derek su di sé, i loro membri pretendono le attenzioni che gli sono state negate.
E poi, c’è l’“adorabile”. Mi ha fatto riflettere molto quest’aggettivo. Sia perché è un aggettivo proprio tuo. Quindi ho sentito chiaramente la tua voce in testa perché... insomma, io non dico mai la parola “adorabile” O.O Poi mi ha stupito l’utilizzo, come se “adorabile” fosse una cosa per bambini, o ragazzini, o comunque per adolescenti, e allora ho pensato che un manga (il solito manga che giuro ti presto) Il gioco del gatto e del topo di Setona Mizushiro, in cui uno dei due fa all’altro: “sei talmente adorabile” e l’altro gli risponde “lo sai che ‘adorabile’ vuol dire ‘degno di essere amato’?” e l’altro ribatte “sì, lo so”. Ecco, in questo contesto... adorabile è per tutte le età ma per Derek no, per Derek lo Stiles adorabile è quello dei sedici anni, non può esserlo questo Stiles; questo Stiles dalle spalle ampie e la ricrescita della barba, dalla mascella più definita alle prime rughe.
Insomma, mi è sorpreso l’utilizzo che ne hai fatto, e mi piace essere sorpresa.
Concludo dicendo che non potevo non sorridere tra me e me come una deficiente al “Fallo!” perché... cacchio!, mi ero scordata che tu avevi detto che mi avresti omaggiata inserendolo! E lo hai fatto due volte! E che ti dico: grazie!!
Sono arrivata alla fine di questa rilettura, e non posso non commentare dicendo che l’ultimo pezzettino, quello centrale in cui il narratore si rivolge ad entrambi e chissà, magari agli Stiles e Derek adolescenti oppure a quelli adulti oppure a tutti e quattro in un gioco temporale che solo i narratori possono fare, è semplicemente fantastico. Perché, anche questo, lo sento come tipico tuo. Tu e le tue alzate d’ingegno sempre perfettamente azzeccate, questo modo che hai di straniarmi, di farmi perdere e poi ritrovarmi.
E’ sempre emozionante leggerti, ed è sempre un piacere, per cui... vedi di riprendere a scrivere presto perché, scriveremo anche a fasi alterne, ma c’è bisogno di te u.u
Datte ‘na mossa.
Passo e chiudo, capo.
Rory |