Quando ho letto questa storia per la prima volta mica mi ero accorta che fosse una storia originale. É talmente... come posso dire... perfetta, sì, perfetta che sembra uno stralcio di vita reale di una gruppo vero. Di persone vere. Di qualcosa di molto autobiografico, come la pagina di un diario di una vita che si racconta e che non torna più e che bisogna per forza tramandare perché è vita vera, entusiasmante, di un periodo che è stato forse il più "sopra le righe", anche più amato, se vogliamo. Pazzo, scatenato, esaltato e fantastico. E tu hai scritto tutto come se fossimo lì, come se tu ci fossi stata, come se tu fossi quel componente che parla, che narra. Periodi, persone, caratteri, sguardi, movimenti. Tutto perfettamente incastrato per farci vivere una storia divertente, scanzonata, un po' leggera ma comunque realistica e attinente. Come al solito, non ti smentisci. Ma mi domando? Come diavolo fai!?
U.U
♥

P.E.R.F.E.T.T.A.!

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«Che fico!» è stato il mio primo commento.
Una storia Originale davvero grandiosa! Diversa, mai vista prima!
Sembra di essere catapultati negli anni Settanta. L'atmosfera è piacevole e anche un po' spensierata.  
La domanda sorge spontanea: come si chiama questo gruppo? Mi verrebbe voglia di ascoltare le loro canzoni! Ahaha! Altra domanda: ma l'hai inventato tu di sana pianta o ti sei ispirata a qualche gruppetto secondario di quegli anni? No, perché è notevole la loro credibilità. Con tutti quei riferimenti alla Storia della Musica Rock. Ammirevole. 
I componenti sono dei tipi interessanti. E mi piace il fatto che tu abbia deciso di raccontare la storia attraverso gli occhi di un altro componente, che nemmeno svela la sua identità. Non so, sembra un narratore esterno alla vicenda, ma allo stesso tempo così vicino ai personaggi. E li rende ancora più apprezzabili per via dei dettagli che racconta. Mi piace, sì! L'idea è entusiasmante!
Che poi ci hai infilato anche uno Slash bambino, e la sua famiglia. Sale un po' di emozione a dirtela tutta! Non so perché, ma mi è venuta in mente quella foto tenerissima (che hai messo) di lui da piccolo. Che ti abbia ispirato? Può darsi. Ma poi anche il resto è ben fatto. Gli intrecci tra i componenti del gruppo. Gli intrallazzi. La precisione, la naturalezza e la fedeltà con cui hai descritto il periodo musicale.  Concerti on the road, le groupie, e robe affini. Caspita! Si percepisce quanto ci tieni. E non è da tutti. Complimenti. 
Ancora una volta: brava Chara. Leggere le tue storie fa sempre bene alla mente. Sì sì. Non lo dico per dire.
Tra l'altro hai un modo di scrivere che in questo caso definirei "rilassante". Cioè, questa storia si lascia leggere con tranquillità, scorre via, e l'immaginazione torna indietro nel tempo. Ripeto: che fico. Ah e ovviamente non c'è manco mezzo errore. Tutto di guadagnato. Insomma, ottimo lavoro! Continua così! Un saluto! *-*

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