Recensioni per
La nuova onda
di thehurtlocker

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/03/14, ore 23:17

La mia opinione la conosci, e mi sento decisamente onorata per aver potuto seguire lo sviluppo di questa storia passo per passo, talvolta dandoti (spero) una spinta in più. Tuttavia, è solo dopo essere arrivata alla fine di questo percorso che posso dirti con certezza che, complimenti, sei riuscita a colpirmi.
Innanzitutto, il titolo. Una grande sorpresa per me ma, dopotutto, una scelta più che ovvia. La "nuova onda" è qualcosa che arriva sempre ad un certo punto di ogni epoca storica, sia essa sotto forma bellica, artistica o rivoluzionaria, e spaventa perché in grado di ridurre in macerie un intero Zeitgeist. Ora, la "nuova onda" dei Daft Punk è stata modesta, ma ha coinvolto dapprima la musica e poi, con pazienza, la cultura giovanile di allora e di tuttora. La loro musica ha sì "distrutto" i principi primi della musica dell'epoca in cui è uscita, lasciando quindi delle metaforiche macerie dietro di sé, ma come dalle macerie rinascono intere generazioni (Pompei e i suoi dintorni ne sono una prova) tantissimi amateurs, musicisti rinomati e quant'altro sono finiti col ringraziarli e trarre ispirazione e profitti dal loro lavoro - "Stronger", la colonna sonora di Tron: Legacy, le onorificenze che hanno ricevuto quest'anno e nel corso degli anni e tutto il resto sono infatti un'allegoria della gratitudine nei loro confronti da parte del campo musicale e non - e hanno ancora così tante altre cose da mostrare al mondo.
Ed è per tutto questo che in questa storia ogni tassello è al suo posto: l'attimo dopo i Grammy's, l'incontro sul treno diretto ad una civiltà che è rinata mantenendo pur nella stasi perpetua la distruzione che ha subito (per ricordare), la loro giovinezza sfrontata e, come dicevo prima, il titolo stesso della storia. Nella sua interezza, è come se fosse una composizione, un racconto su due bambini qualsiasi che sono diventati due ragazzi qualsiasi e, infine, due uomini qualsiasi, e su come due uomini qualsiasi siano stati capaci di mettere in piedi una rivoluzione. Questo "qualsiasi" non ha tuttavia nessuna connotazione, è solo un aspetto evidenziato dalla loro genuina gioia nel ricevere quei premi e dal loro più che genuino abbraccio che pareva durasse all'infinito, dal costante processo di invecchiamento dei loro corpi (e chissà se anche dei loro animi), dall'entusiasmo impareggiabile di Thomas mentre sfoglia la sua rivista preferita e dalla preoccupazione di Guy per Thomas, aspetti che tu hai evidenziato con chiarezza facendo capire che dopotutto sono umani qualsiasi come tutti. Mi piace quel "mon ami", lo scherzo che Thomas fa a Guy e come uno non riesca a fare a meno dell'altro, Thomas che si guarda allo specchio e impara ad accettarsi, le sigarette premature di Guy e il suo scudo per proteggersi dalle delusioni e tutti questi piccoli dettagli che li riempiono di sfaccettature e di semplicità. In questo contesto, persino i miti come Cobain divengono persone qualsiasi, afflitte dai loro mali e sole in mezzo ad essi. Non avevo mai letto le ultime parole di Kurt, sai - non ne ho mai avuto il coraggio - e questa è stata in contemporanea la maniera migliore e peggiore di leggerle per la prima volta - migliore perché alternando le sue vere parole ad un continuo flusso di coscienza hai saputo renderle tangibili e, allo stesso tempo, peggiore perché quello sparo è tutt'a un tratto diventato reale e non solo una frase, e penso di averlo sentito anch'io.
Sotto l'aspetto tecnico, l'incedere lento ma scandito della storia - aiutato anche dalla trovata che hai avuto per l'apertura e la chiusura di ciascun paragrafo, come a evidenziare l'aspetto anche un po' sognante dello scorrere del tempo - è ciò che la rende così aggraziata, e lascia al lettore il tempo di abituarsi ai nuovi dettagli che inserisci man mano che la lettura procede in avanti, come l'ingenuità iniziale di due bambini in gita che sfuma nelle consapevolezze e sregolatezze di un'età quasi adulta. A dare ulteriore ritmo a questo percorso è l'inserimento del mattino dopo l'afterparty dei Grammy's, con un Thomas e un Guy stanchi e più che adulti ma felici come nessun altro al mondo. Poi, ribadisco, il tuo stile di scrittura è di una dolcezza immensa e l'ho trovato adeguato nel pezzo iniziale tanto quanto dopo, nella narrazione di quella sera del '94. Dopo una seconda rilettura mi viene da pensare che mi sarebbe piaciuto vedere contestualizzato in uno spazio reale quell'ultimo scambio di battute fra i due, ma va bene così. La mancanza di un contesto ne accentua a mio parere l'atemporalità della dichiarazione e la sua intensità, e mi piace il fatto che sia scritto in inglese, come a evidenziare la difficoltà e, a mio parere, la mancanza di fegato che talvolta Thomas dimostra nell'andare al dunque. D'altra parte, i silenzi di Guy dimostrano una consapevolezza di sé e dei propri pensieri, e nei momenti in cui va contro il suo muro che lo divide dal contatto umano sa essere conciso e sincero come pochi altri, seppur a modo suo, ed è per questo che quel "Tu es le meilleur ami que J'ai jamais eu" è la frase che più mi ha colpito in questa storia. Poi niente, ho apprezzato i riferimenti culturali, quell'"allons-y" messo lì a caso e mi ha particolarmente colpito quel cambio di scena in bagno. Pedro che si bacia le due tipe a random è la ciliegina sulla torta.
E niente, avrò dimenticato qualcosa ma ho già blaterato tanto. In ogni caso, ancora complimenti, davvero.

Nuovo recensore
10/03/14, ore 16:54

Bellissima storia!! Sono loro fan da un po' ma non sapevo questa storia! Mi é piaciuta molto perché mette molto in evidenza quello che ultimamente ha commosso molta gente: il loro abbraccio! E soprattutto la loro amicizia!