Eeeeeee.... Tadadan! Blue Lady, la tua fiera discepola, è ancora qui a romperti le scatoline!
Inutile dire che tu e la cara lady dreamer, con tutte queste Johnlock (perchè questa è una Johnlock in piena regola, cara, è inutile nascondersi dietro un dito e dire che chi vuole leggerci un paring slash può farlo, perchè è chiaro come il sole quali fossero le tue intenzioni, soprattutto a chi, come la sottoscritta, sa bene che ragazza di fangirl psicotica sei... Anzi, An high-functioning fangirl, do you research (CIT.) :P) mi state facendo venire il magone per l'insopportabile hiatus che ci opprime come una spada di Damocle... Come se non bastasse mio fratello, che tra ieri sera e stamattina avrà scaricato circa 50 foto di Andrew Scott da We heart it! Eh, ma a Pasqua ci rifaremo... Benedict Cumberbatch, vieni a noi! :Q__
Comunque, smettendo per un attimo di fangirlare come una deficiente e di sbavare di fronte alle foto di Ben in frac bianco in 12 years a slave, torniamo alla tua storia. Ti confido che speravo in qualcosa di un po' più vivace. Voglio dire, conoscendo le tue psicosi, supponevo che le avresti convogliate in qualcosa di frizzante ed esplosivo, in cui la Johnlock sarebbe stata esplicitata alla massima potenza. Ma vedo che non tutto è perduto, e prima di osare il rating rosso (perchè so che è nei tuoi piani, avverto gli ingranaggi di quel tuo cervellino bacato lavorare senza sosta) o il PWP, hai optato per una soluzione più soft. Ovviamente, devastante per il mio povero cuore. Ma dannazione, non dovevi chiamarla il paradosso del sorite (anche perchè, ripensando alla mia recente interrogazione di filosofia sugli stoici, non ho potuto celare un conato di vomito), ma MOMENTI ANGST A MANETTA, GENTE!! Il pov di ciascuno personaggio era chiaramente delineato con grande cura, erano tutti perfettamente IC, anche troppo. Mycroft che a stento cela un moto di gelosia per quella speciale connessione, oserei quasi dire RISONANZA (chi ha orecchie per intendere, intenda u.u) stabilitasi tra John e Sherlock e destinata a perdurare. Eh già, perchè non tutti i fratelli si stalkerano come Mycroft e Sherlock e forse, in quel preciso momento, egli s'è pentito per quanto svolto nell'infanzia, per l'emarginazione e le prese in giro riservate al suo little brother dai ricci perfetti. Un sentimento che chiaramente non è abituato a provare, in quanto lo destabilizza, lo umanizza quasi, estraniandolo dalla sua perpetua condizione di pesce rosso che non necessita di contatti sociali. Mrs. Hudson è la solita biricchina dall'occhio di lince che non se ne fa sfuggire una... Non per niente gestiva un cartello di droga con il marito e si esibiva in danze semi-pornografiche quando aveva solo qualche anno in meno, non sarà certo una coppia omosessuale e farla retrocedere dalle sue convinzioni, specialmente se si tratta del suo adorato Sherlock, l'uomo che l'ha salvata e per cui nutre una sconfinata ammirazione, nonostante tutte le sue stramberie, teschi, teste mozzate nel frigo, oppio nascosto nei posti meno opportuni ecc... Mary. Mary è un personaggio poliedrico e difficile da descrivere in maniera obiettiva, soprattutto per chi, come noi, shippa fino alla morte la Johnlock e vive nella speranza che Mary finisca sotto un tram. Ma tu non ti sei tirata indietro ed hai accettato la sfida col solito aplomb, senza batter ciglio, regalandoci il ritratto di una Mary che, sebbene in errore, pentita e distrutta, ama ed ha sempre amato suo marito con tutto il cuore e farebbe di tutto per riconquistarlo. Una donna forte e spietata nel lavoro, quando sensibile e delicata negli affetti più intimi. Una moglie-quasi-madre che ripone le redini della sua vita nelle mani dell'uomo che ha scelto e che proteggerebbe a costo della sua stessa felicità. Moriarty... Beh, che dire di lui? Lo adoro. Tutto qui. Nella serie come nella tua storia. E' un maniaco, un subdolo doppiogiochista, un pazzo, sadico, privo di qualunque scrupolo o principio e, forse proprio per questo, un genio assoluto. L'unico capace di tenere testa a Sherlock, di sbeffeggiarlo "because you're on the side of the angels", gabbarlo e metterlo alla strette. Un complesso puzzle, un mosaico finemente cesellato e ricco di sorprese. Un demone, che incarna il fumoso e maligno spirito di Londra, la vera Londra, con le sue stradine sterrate, i suoi vicoli oscuri e gli omicidi in piena luce. Uno spirito libero che veleggia e fronteggia senza timore l'altro lato di Londra, la sua luce riflessa sugli alberi in fiore, i segreti di Lauriston Gardens, il terrazzo del S.Bart's, il batacchio scomposto del 221B, Baker Street. Jim Moriarty e Sherlock Holmes, la sua nemesi. Da te genialmente paragonati alle due facce di una medaglia, in costante lotta per la gloria del Reichenbach.
Ed ora, a proposito di Reichenbach... Perchè mi hai fatto questo?! Perchè rivangare gli istanti di disperazione, le tenaglie che mi serrano lo stomaco e le lacrime che mi pizzicano gli angoli delle palpebre, ogni volta che sento "I'm leaving a note. Isn't what people do, leaving a note? Goodbye, John". Mi hai fatto del male. Stilettate sanguinarie e costanti che, attimo dopo attimo, mi hanno fatta sprofondare in un baratro di malinconia che mi ha fatto comprendere fino a che punto tu sia una grande, grande autrice. Ti sei immedesimata in maniera quasi maniacale nei protagonisti della nostra amata OTP, conducendoli a livelli inesplorati di strazio e tristezza. Sherl che vede in John la personificazione esatta del senso della sua vita, il suo unico amico, il suo MIGLIORE AMICO, l'uomo che avrebbe protetto a costo della vita. Di rischi ed immani sacrifici, ed addirittura a scapito della sua stessa felicità. mi si è stretto il cuore quando da la sua benedizione a John e Mary, tentando di convincere il medico a mutare il suo giudizio riguardo la moglie bugiarda. Sherlock è un guscio vuoto di autocompiacimento e stitichezza emotiva, ma nelle sue vene scorre la morfina che solo il suo medico è in grado di fornirgli, con la sua zoppia psicosomatica, i suoi complimenti ed il suo genuino stupore anche dopo anni di lavoro gomito a gomito, il suono delle loro risate che volano oltre le incomprensioni, oltre la grigia luce che investe Londra e la ghermisce per sè. Come si può chiaramente recepire nella 3x03, è sufficiente il solo pensiero di John, la pronuncia del suo nome per far scattare in lui un attaccamento alla vita così profondo da salvarlo dal foro di un proiettile indirizzato al centro esatto del suo petto. Perchè l'unica arma capace di fargli del male è l'amore e la dedizione che scorge negli sguardi che John indirizza a Mary... e non a lui. Perchè in quei due anni di distanza qualcosa è mutato per sempre e tornare indietro non è che una sciocca utopia. Perchè John non siederà più sulla morbida poltrona rossa di Baker Street, lamentandosi dei fori alle pareti, dell'invasione della sua privacy, bloggando le loro mirabolanti avventure, accompagnate dai suoi brontolii di sottofondo. Il matrimonio ha segnato "the end of an era", trascinando i cocci di un passato ormai infranto sull'onda di un segno: il segno di tre.
Perchè John ha sofferto. Ha patito la fine della sua vita due volte. E' morto e rinato dalle sue ceneri come araba fenice, ma è stanco e provato ed incapace di mettere ordine a quei granelli di polvere in cui s'è sgretolata la sua vita. Sherlock in quei due anni è la stato la sua linfa, il suo rifugio, un trampolino per un lancio nello spazio, nei meandri della sua mente. Nell'accettazione della ferite e delle cicatrici del suo passato, correndo per Londra, il fiato mozzato, un revolver calibro 65 puntato alle tempie. Perchè la vita con Sherlock è stata adrenalina pura, un battesimo nel fuoco per la sua assurda predisposizione al pericolo. E vedere il suo angelo dal lungo cappotto precipitare dal tetto, senza appigli, l'ha segnato e scavato più di qualunque trauma. ha reso reali i suoi demoni ed i suoi incubi peggiori e l'ha privato del lume in mondo buio ed insidioso. Vederlo tornare non è stato come credeva: credeva, egoisticamente, che la sua vita, in sua assenza, non sarebbe proseguita, ed invece ha saputo fronteggiare i fantasmi, riprendendo a calpestare le sue personalissime sabbie mobili. Rivederlo gli ha creato uno strano miscuglio di sensazioni contrastanti: rabbia, odio, sollievo, AMORE. Amore per un legame che sfida il tempo senza mai affievolirsi, che si nutre del pensiero per rinascere ancora. E perderlo ancora, per causa sua, per la sua volontà di custodirlo e proteggerlo quasi fosse un fragile cristallo lo spezza e segna più di ogni cosa. Vorrebbe essere lui a lottare e gridare, con le unghie e con i denti, per quel brandello di vita che il suo psicopatico merita. Per un frangente di felicità in un'esistenza che è un treno in corsa. Per prenderlo per mano in un viaggio mirabolante, passo dopo passo, alla scoperta dei sentimenti. Per bruciare una volta per tutte quella maschera inespugnabile e toccare con mano il pulsare del suo cuore. E non c'è distanza o necessità che tenga. Se lo sono promesso, le voci sicure: non si lasceranno mai. Che sia un'amicizia, un nulla o un amore, non conta in questo frangente. Sono solo loro, Sherlock e John, due fragili umani che si sono fatti una promessa: la prossima volta cadranno insieme.
Che te lo dico a fare? Sei superba! Mi hai stregata, catturata, ghermita, avviluppata nella spirale discendente della tua maestria. Quando scrivi, è come se la tua mente venisse posseduta dalle Muse, entri in una sorta di trance dal quale non ti dissoci sinchè le lampadine non si sono consumate interamente. Lo stile è scorrevole e mai banale, ed arrivi al termine che non sai se gettare rabbiosamente il computer contro il muro o piangere nel cuscino tutte le tue lacrime mentre sorseggi the inglese. Nel dubbio, tu sorseggia the, che, a quanto pare, ti rende feconda di idee. Grazie per avermi trascinata in questa esperienza fuori dalla norma, in un fandom psichedelico e pregno di sorprese, e per avermi fatto gustare questo tuo piccolo capolavoro. E' un onore per me essere citata nelle note, e sai che, nonostante tutti i chilometri che ci dividono, per te ci sono sempre e ti voglio un bene dell'anima. Non ammazzarmi per la lunghezza spropositata di questa recensione, ma necessitavo di buttare fuori questo confuso groviglio di emozioni. (Ora capisci perchè non potessi scriverlo col cellulare? AHAHAHA). Spero di vederti presto su questi schermi. Tua per sempre ;)
Blue Lady |