E a un tratto dicesti "tu muori" (sì, Battisti sarà anche un abuisato classico, ma concedi. Sono stata inziata alla canzone leggera con lui alla non tenera età dei 15 anni; il legame affettivo ci sta).
Ecco. Io. Sono. Morta.
Perchè se continui a questi ritmi (oltre a farmi sentire un bradipo addormentato con le stampelle), io rischio l'infarto ogni volta che apro Efp.
Una nuova raccolta! E in continuum ideale con la cara Lanterna, proprio a creare una lanterninosofia tutta tua. D'ora in poi, mi immaginerà Francine con lanternina colorata in modalità lampioncino ambulante. Deambula deambula! A me fa solo un immenso piacere.
Se poi il prodotto è così!
E' un moderno paraklausithyron, questo piccolo gioiellino, con il suo incipit onirico che precipita nella realtà in metafore inconsce sottese ad archi narrativi incisivi e stranianti per l'effetto di immediatezza che l'immagine del predatore e della preda riescono a concretizzare con spiccato effetto luministico pur connaturato dell'elemento sanguigno e disillusorio che permea il tutto.
Con un Aioria che è incisivo, graffiante e possente come il leone cui appartiene. E' un Aioria che mi ha riportato alla mente E.G., con la sua rabbia profonda e violenta, con la potenza di un cucciolo che affila le zanne per mutarsi in leone. E' un Aioria che adoro, perchè libero dalle inibizioni morali e pronto a scatenare la potenza piena di un cosmo che rivaleggia con gli dei (come quello di molti Saint d'oro, per carità. Ma tant'è che è lui, qui, a troneggiare).
Hai ridato spessore e restituito al canon un personaggio troppo spesso segregato (sì: proprio segregato) a macchietta di eroe nobile piegato al senso di colpa e umiliazione per le azioni del fratello, caricatura di una nobiltà di kalokagathia che sì, possiederà pure, ma rischia di spalmarlo sullo sfondo narrativo quale pallido modello edulcorate.
Qui invece emerge il cavaliere, con la sua carica di ferocia e di potenza, con la spiccata capacità militare e la sicurezza del soldato avvezzo al campo di battaglia. Fa paura questo Aiolia; una paura fredda e razionale, perchè palpabile è il paragone con il prima remissivo con cui appare sulla scena.
Fa paura; ed è sublime e annichilente in questo lucido primordiale istitnivo terrore che pervade Seiya e lo trasmuta in quella gazzella (che ali non ne avrà, ma ben incarna l'innagine di leggerezza e sfuggevolezza che la può accomunare a Pegasus) che è invasata di una mania atavica che ha in sè la sua sola ragione di essere. E che dirompe con il rombo del sangue e il sudore e l'eccitazione della caccia.
Ho il respiro corto. Io.
E Seiya non ce l'ha più nemmeno, il fiato.
Bellissima! |