Recensioni per
It was night in our palace
di Gwen Chan

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/12/20, ore 20:31

Ci sono momenti in cui non è possibile restare saldi e non avere paura. Anche per Breha è così. Ma la differenza è che lei, pur avendone la possibilità, sceglie di non fuggire e di rimanere. Nel sacrificio finale, vuole condividere fino all'ultimo respiro il destino del suo popolo distrutto. Un popolo che avrà il suo riscatto, anche se lei non potrà vederlo.

È un racconto molto triste, ma che ci mostra molto bene la fierezza di questa regina e ci insegna da chi la principessa Leia abbia ereditato la sua immensa forza interiore.

Un saluto e complimenti!

Recensore Veterano
08/09/16, ore 13:04

L'istante in cui muori è forse il più lungo e tragico e tu sei riuscita a cogliere l'essenza dilatando i tempi in un'attesa mortale che il fato si compia e che mille voci di dolore riecheggino nella Forza.
La Forza è potente in questo scritto e anche nello scrittore, perché sei riuscita a dare ad un istante l'eternità infinita e un dolore carico di accettazione.
Toccante il gesto dei due sposi di abbracciarsi, come se quell'abbraccio potesse rendere quell'attimo passeggero e poi ricominciare...
Complimentissimi e come sempre...
A rileggersi

Recensore Master
04/04/16, ore 17:56

Ciao! ^_^
Mi stavo facendo un giro sul tuo profilo - sostanzialmente, al fine di trovare il modo di scusarmi per l'indecenza della parodia di stamani -, quando mi sono imbattuta in questa drabble su Star Wars, e, naturalmente, le mie super antenne da fangirl StarWarsiana (si nota dal nickname?) si sono subito drizzate in aria, piene di curiosità :)
Il tema in effetti non è tra i più esplorati - anzi, se devo essere sincera, questa è la prima volta che mi imbatto nella descrizione della distruzione di Alderaan dal punto di vista delle vittime. Di solito ci si sofferma prevalentemente sul dolore e la disperazione di Leia. Il fatto che tu abbia focalizzato l'attenzione sulla Regina Breha mi ha colpito molto, sei riuscita a rendere bene gli attimi di smarrimento e terrore che hanno immediatamente preceduto la distruzione del pianeta. Anche se credo che nessuno fra i suoi abitanti si sarebbe mai immaginato tanta spietata e cieca crudeltà. Molto belle, ed estremamente significative, le frasi che aprono e chiudono la drabble.
In conclusione, brava!
A presto :*

padme

P.S: ho visto che hai una predilezione per le One-Shot... non sei l'unica! Anch'io non ho praticamente mai scritto una long, non so, mi sembra di dare il meglio di me quando quello che voglio raccontare inizia e finisce in un perimetro ben circoscritto o.O

Recensore Veterano
26/02/16, ore 18:11

Che dire, mai avrei pensato di leggere qualcosa sulla distruzione di Alderaan perchè francamente persino nel film non gli hanno dato tutta questa importanza,eppure proprio come hai detto tu ci sono state milioni di vittime e tutti coloro che non erano sul pianeta hanno perso coloro che amavano. Poche parole, coincise ma che esprimono tutta la triste scena da una prospettiva sempre ignorata, grazie per questo squarcio sulla donna che ha cresciuto Leila.
Alla prossima,
Blyth



P.s.posso chiederti com'è nata questa storia? È un idea davvero originale!

Nuovo recensore
07/01/16, ore 15:29

La notte ha i suoi dogmi: il mito ancestrale della paura, l'incombenza della morte, l'estremo volgere della civiltà e il sonno della ragione. È una notte profonda, quieta, quella che avvolge Alderaan e ne abbraccia il paesaggio; una fine che dovrebbe inseguire il naturale inizio offerto dal risveglio, l'alternarsi dell'oggi con il domani... ma la barbarie rischiara il cielo, viola la pacatezza delle case e la disintegra con una realtà che coglie impreparati.
Impossibilitati a rinunciare alla pigra promessa del futuro prossimo, alla routine opaca e priva di movimento, gli uomini sono rapiti dalla morte, ridimensionati nella loro finitezza. Lo squarcio impresso nell'abitudine è tale da annichilire un intero regno e di condurlo alla rovina con la sua icona regia. Crolla una testa coronata come crolla il suo dominio e non c'è sconto né per lei né per i sudditi investiti da una violenza inaspettata e celere nel recidere ciascun fiato. 

Sposti l'azione su pochi e importanti dettagli: l'ancella senza nome è portavoce di un popolo che perde il suo diritto alla vita e la capacità di reazione di fronte all'ignoto; il pianto delle regina come effetto ed elemento condivisibile, che la accosta al lettore, ma anche fattore lontano dal fornire sostegno e sollievo; il presagio della sventura nel lucido pensiero volto ai cari e ai sopravvissuti, a quei vivi che piangeranno i morti e dovranno convivere con l'assenza e la perdita. Sono lacrime amare quelle che solcano gli zigomi della regina ed ella non può permettersele sino in fondo, ricordando il suo ruolo di madre, i doveri di guida politica e ciò che rappresenta non solo per i suoi sudditi. È il terrore umano sublimato dal moto d'orgoglio, dalla dignità e dagli obblighi del titolo regale.

L'abbraccio dei due amanti è il fulcro dell'abbandono, la stretta della fiducia reciproca. Nella loro impietosa dipartita c'è il ritratto della tragedia, il racconto intimo di un legame amoroso stabile: l'abbraccio è fede incrollabile, corrispondenza di un incastro biunivoco e devoto. È un fragile palliativo alla caducità umana, un estremo commiato porto al mondo, la sicurezza di essere presenti per l'altro nel momento del bisogno.
Breha traspare in tutto il suo carisma: un ascendente messo a dura prova dalla prossimità della fine. L'istinto di autoconservazione cede all'immagine di Leia e alle sue asoettative di figlia; alla sofferenza di un popolo decimato e strappato alle famiglie d'origine. È per queste ragioni che  Breha non reagisce fisicamente: la sua stasi è assenza di desideri, accettazione di un destino che la obbliga a rimanere nella sua posizione, come un soldato mantiene la linea di tiro a fuoco aperto, consapevole di attendere il colpo mortale. 

Con minuscoli particolari della narrazione si comprende lo spirito indomito che alberga nella regina: è una donna che deve risolvere problemi, costretta a cercare compromessi e ad agire come richiede la sua carica. Non è un ruolo che la definisce interamente: Breha regge la condanna che comporta l'essere un simbolo pubblico, tuttavia è un individuo sfaccettato, diviso nel suo essere anche madre, consorte, civile di una patria sull'orlo dell'estinzione. Un intero bagaglio culturale svanisce con lei e Bail, tramandato nei nuovi "esuli" in altri pianeti, in missione, come conseguenza di una dolorosa diaspora. Il dramma particolare di una donna viene reso senza tempo, con valenze che non si riducono alla sua esperienza di singolo soggetto (e "oggetto" di una strage).

In ambito narrativo hai mantenuto un rigore classico: epurati i fronzoli, la messa in scena è esplicativa, descrittiva. Unisci il piano introspettivo con quello dell'azione in una panomarica che scorre inesorabile verso una conclusione già annunciata. Non vuoi sorprendere, ma creare un effetto, una scossa emozionale nel lettore. Ci riesci perché sai dosare le parole ed evitare l'enfasi da lacrima facile, i qualunquismi e soprattutto il buonismo verso un personaggio di sicura simpatia. La tragedia di Breha la rende virtualmente degna di compassione, soprattutto in quanto vittima ingiusta di un sistema malato e simile alla natura selvaggia. Nel tuo ritratto non è la grandezza né la magnificenza delle sue gesta a santificarne necessariamente il decesso: resta un essere umano che si affida al suo pilastro, incapace di avere il tempo per una preghiera, una donna che teme di morire, eppure - come ogni genitore - teme il giudizio della prole. La morte la sovrasta in modo imparziale, casuale - seppure innescata da un sadico ordine - come si avventerebbe su qualsiasi altra creatura ed è probabilmente questo il punto più tragico e spietato di tutta la drabble. Si è spogliati a poco a poco di una possibilità di salvezza e il finale impartisce il colpo di grazia su una situazione desolante e densa di rumori.

Recensore Veterano
29/03/14, ore 21:05

Ciao:) mi ha fatto commuovere questa storia su Breha Organa. Non ho mai pensato al suo personaggio come qualcuno su cui poter scrivere e sinceramente si sa poco di lei. Mi sono piaciute moltissimo le due frasi di apertura e chiusura, azzeccate. Sono citazioni o le hai inventate tu? Ho gongolato quando ho letto la parte con Bail, io amo quel personaggio e con questo ho detto tutto:) mi piace anche il riferimento a sua figlia e a tutta la gente che soffrirà per la distruzione di Alderaan. Insomma nonostante il tema non proprio felice e facile da trattare (cioè senza scadere nella banalità del tipo oddio stiamo per morire..ok esempio pessimo) l'hai reso benissimo. Complimenti :)
Blacky99