La storia ha partecipato al concorso "Oscars EFPiani" indetto da Frandra sul forum di EFP ricevendo il premio Miglior film straniero
Frandra:
Ho votato questa storia perché ha saputo catturare un paese con le sue tradizioni senza mai cadere nel didascalico. Hai mostrato uno spaccato piuttosto ampio di vita con semplicità ed efficacia e mi hai fatto sentire davvero un po’ di aria del Senegal. È evidente il fatto che tu ti sia documentata, però non l’hai fatto pesare con spiegozzi superflui dando vita ad una storia piacevole, originale e molto bella.
SigynFreyadottir
Non capita spesso di imbattersi in storie ambientate in Africa, anche se in questo concorso devo dire che la media si è alzata. Ho inserito la storia tra le nomination per svariati motivi: come già detto prima, l'ambientazione in un continente non europeo e poi per la scelta del punto di vista: credo che non sarebbe stata la stessa cosa se a raccontarla fosse stata Seynabou o Amadou. Il confronto tra le due protagoniste, che, seppur coetanee rimangono legate a pensieri differenti, forse dovuti alle diverse età delle madri, è stato molto interessante, così come il lento convincimento di Ndeye Fatou che voler sognare una vita diversa, senza essere costretti dalle tradizioni, non sia sbagliato.
_juliet:
Non mi è successo spesso di leggere storie ambientate in Africa, quindi ho candidato fin da subito questa storia perché mi ha incuriosita molto la sua ambientazione. Aggiungiamo a questo una bella trama, scritta bene e anche non scontata, perché non pensavo davvero che finisse così, più un punto di vista non convenzionale, ed ecco perché sono così contenta di assegnarle questo premio. Per quanto mi riguarda è pienamente meritato.
Sheylen:
Il tema che hai trattato mi è molto caro. Amo l’Africa e amo le sue storie, amo la forza dei suoi abitanti, i loro usi e i loro costumi. E sono contenta che anche tu abbia dedicato spazio ad una realtà come quella di cui hai parlato. Il racconto è ben strutturato, piacevole e scorrevole nella lettura. C’è una sorta di dolcezza di fondo, nonostante la gravità di alcuni passi, ma la considero un po’ una delle caratteristiche di base del luogo in cui hai deciso di ambientare il tuo racconto.
Sheridan17
Allora, questa storia non era tra le mie nominate, ma l’ho piacevolmente rivalutata: molto particolare, nonché punto di forza della shot, è l’ambientazione nel continente africano e la scelta del punto di vista del narratore. La vicenda di Seynabou è narrata dal punto di vista della sorellina che si relaziona con la coetanea Adji. Il tema della “seconda moglie” è insolito e mi ha incuriosito, anche perché mi sento ignorante sull’argomento. Molto verosimili i pensieri di Ndeye, infantili e innocenti, quando riflette sul tema della poligamia. Beh, ben fatto, anche se, ribadisco, non la ritengo totalmente all’altezza del premio.
Sif Styrjordottir:
L’ho già detto per un’altra storia, ma lo ripeto: sono pochissime le storie che parlano dell’Africa, e leggerne ben due in un unico concorso è stato molto bello e particolare.
Credo che tu sia riuscita a dare un’ottima immagine della vita in un piccolo villaggio e di come le scelte di un marito, in una società in cui la donna è ancora fortemente sottomessa, possano portare la moglie ad azioni non dettate dalla ragione.
Il diverso modo di pensare delle due bambine, mostra non solo l’influenza maggiore o minore che la società ha sui diversi individui (la protagonista è terrorizzata all’idea di non fare ciò che il villaggio di aspetta da lei, come da ogni altra ragazza, mentre Adji è di tutt’altro avviso), ma anche qualche differenza generazionale: sebbene le ragazzine abbiano la stessa età, le loro opinioni sono spesso differenti e rispecchiano quelle dei genitori (sebbene alla fine la madre della protagonista si riveli essere d’accordo con Seynabou e Adji).
Non avevo mai letto una storia come la tua, e questa novità mi ha colpita in modo molto positivo.
|