Grazie di aver partecipato al mio contest e complimenti per la storia (e per il primo posto! ;p)
15/15 punti per la grammatica, la punteggiatura e l’ortografia.
Niente da ridire. Non solo la grammatica è corretta, ma anche l’ortografia è utilizzata bene e non ci sono errori di battitura o simili.
L’unica cosa di punteggiatura con cui non concordo in pieno è nel primo paragrafo: “Remus suda freddo, seduto in una poltrona consunta e ricoperta di polvere. Remus è febbricitante, in quella casa che non riesce più a sentire come sua.
Remus ha le mani paralizzate ad artiglio e gli occhi pieni di spilli, Remus si chiede ossessivamente se morire faccia male, male almeno un po’.” Non capisco come mai alla fine di tutte le frasi metti un punto tranne che alla fine di “Remus ha le mani paralizzate ad artiglio e gli occhi pieni di spilli”, che finisce con la virgola. Dato che si tratta di un paragrafo dallo stile comunque molto azzardato, viste le ripetizioni forzate e le caratteristiche quasi poetiche della scrittura (specialmente nel ritmo e in quel: “se morire faccia male, male almeno un po’” che sembra il verso di una canzone), mi sarei aspettata almeno coerenza con la punteggiatura.
8/10 punti per lo stile, il lessico e la sintassi.
In generale ho amato la lettura di questa storia e ne ho apprezzato la musicalità e la raffinatezza.
Tuttavia ci sono un paio di aspetti che non mi hanno conquistata al 100%.
Una prima cosa che ho notato è l’insistenza nel mantenere implicito il soggetto qualora esso fosse “Lupin”, anche in frasi in cui non era per niente ovvio che il soggetto fosse lui. Ad esempio: ““Remus, m-mi dispiace... i-io...”
La zittisce con un cenno del volto tirato”. Solitamente dopo un discorso diretto il verbo senza soggetto si presuppone relativo a chi ha parlato. Il tipico “Ciao” disse tizio, per capirsi. Qui invece dopo il discorso diretto di Tonks passi al verbo relativo a Lupin, ma non metti nemmeno un “egli” come soggetto. Personalmente mi sono ritrovata un po’ confusa, credevo che fosse Tonks a “zittire”, ma non capivo quel “la”, poi ci sono arrivata, ma questo attimo di svarione mi ha altamente confusa e ha rovianto la lettura del passaggio. Un altro esempio è il passaggio: “Quando le apre la porta, accasciandosi contro lo stipite come un sopravvissuto di guerra, Tonks pensa che questa volta la vita ha esagerato sul serio” (sembra che Tonks sia il soggetto anche del verbo che precedeva).
Altre frasi o espressioni hanno mancato di centrare l’obiettivo, secondo me, nel senso che hanno ognuna qualcosa che mi fa un po’ storcere il naso. La parte “Tonks non ha mai visto qualcuno mentre si lava via il dolore, ma sa che cos’è un baratro e gli occhi di Remus sono già bui e freddi e senza fondo, così schiude docile le gambe quando lui la solleva dal relitto dei suoi jeans” è molto bella per tanti versi (l’idea di schiudere docilmente le gambe, come un animale mansueto, e l’immagine dei jeans strappati come un relitto). Tuttavia non scorre molto perché è troppo lunga e incatenata con coordinate a subordinate e con un’abbondanza di congiunzioni e punteggiatura che rendono il tutto molto macchinoso.
Poi c’è il passaggio “Il sesso cancella – Sirius lo diceva spesso. Un po’ per caso, un po’ per fortuna.
Remus fa a brandelli i suoi vestiti come fossero ricordi, e morde e graffia e tocca e s’impiglia.
Il sesso cancella – Sirius a scuola gli scribacchiava di continuo frasi altere su bigliettini che lui stringeva in un pugno, macinando sorrisi”. Non mi ha convinto come il resto della storia perché qui stilisticamente e narrativamente mi sono sentita alla deriva. Non ho trovato di buon gusto che dopo la morte di Sirius Lupin se lo immagini mentre parla di sesso. Senza contare che non vedo Sirius come un personaggio particolarmente associato al sesso, dato che non è coinvolto in neanche una storia d’amore nei libri. Andando avanti, non ho proprio capito il secondo “commento” sulle frasi altere sui bigliettini. “Il sesso cancella” sarebbe una di quelle frasi altere? E perché Lupin teneva i biglietti nel pungo “macinando sorrisi”? Cioè non sorrideva davvero? Come mai? Sono confusa. Mi suona come se tu avessi iniziato un filo narrativo che hai sintetizzato ben troppo in fretta, lasciandolo un po’ troppo monco per essere apprezzato.
Ultima cosa che non mi piace è l’espressione “continua a spingere dentro di lei come se volesse attraversarla”. Suppongo che volesse essere poetica ma l’ho trovata volgare e scollegata al resto dello stile.
E ora che ho finito le “critiche” passo alle note positive, che sono tante. Come già avevo anticipato, mi piace la maniera ricercata e musicale in cui articoli la storia. Il lessico è vario e molto espressivo, visivo, d’impatto. Il passo “Tonks esplode di gioia e va in frantumi nello stesso brivido “ ad esempio è incredibilmente ricco di poesia e non smette di dare sensazioni diverse ogni volta che lo si rilegge. Non hai banalmente scritto “era triste ma anche felice” – non sia mai – e ti sei invece sbizzarrita con le parole. Anche “Remus fa a brandelli i suoi vestiti come fossero ricordi, e morde e graffia e tocca e s’impiglia” è bellissimo perché è toccante, ruvido, disperato sia come struttura, che come suono, che come immagine. Si vede che hai scelto i verbi con attenzione e li hai piazzati in una struttura singhiozzante e prolungata come il dolore del protagonista.
15/15 punti per la caratterizzazione dei personaggi e la trama.
Mi piace tanto la trama che hai creato, l’idea di far finire insieme Tonks e Lupin per disperazione, perché crea un’atmosfera intensa, oscura, umana. Siccome si tratta di due personaggi con una storia così complessa, che nei libri ha tanto – troppo – poco spazio, si può giocare con queste sfumature dark. Se Lupin non voleva trascinare Tonks con sé nell’inferno della licantropia, perché alla fine ha ceduto? In tante storie ho letto cose fluff su come lui alla fine si renda conto di amarla tanto e non riesca a starle lontano. Nella tua storia dark e complessa si srotolano un milione di sfumature psicologiche, ma essenzialmente si vede un uomo distrutto da una perdita che cerca di nascondersi dal dolore col sesso e col far male a qualcuno (e lui sa di stare facendo veramente male a Ninfadora concedendole quell’amore solo per disperazione, quel’amore che lei vorrebbe davvero, sempre, senza che ui abbia gli occhi vuoti di chi si nasconda dalla vita).
Sono perfetti quindi anche i due protagonisti tormentati e maledetti. Uno schiacciato dalla perdita, una lacerata da un amore che le sa fare solo male.
9/10 punti per l’utilizzo del prompt
L’idea di abbinare questo prompt a questa coppia è originale e ben studiato. Come ti dicevo, troppo spesso nelle fanfic prende una nota fluff, perdendo tutto il potenziale tormentato che ha. Invece nel tuo racconto il prompt è stato usato con maestria per creare una situazione in cui l’amore è una distrazione, il sesso è qualcosa che cancella il dolore, che riempe un buco nell’animo. Mi piace che tu abbia ripetuto più volte la frase chiave “il sesso cancella” e soprattutto che l’abbia usata magistralmente come conclusione. Tuttavia non l’ho vista molto bene abbinata alle parole del giovane Sirius. Inoltre era una citazione lunga e tu hai sfruttato bene la prima parte, mentre con la parte “la vita ne esce stropicciata come un biglietto stretto in un pugno”, credo, hai creato quel passaggio sui bigliettini che Lupin teneva in pugno macinando sorrisi che, come ho spiegato sopra, non mi ha convinta molto.
Complimenti comunque.
Totale 47/50 |