Recensioni per
Café Coeur Bleu
di Carlos Olivera

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
30/06/14, ore 11:33

Questa storia ha pertecipato al Sour-comedy Prompt Contest indetto da Franda sul forum di EFP ricevendo il seguente commento:
 

  • Grammatica e sintassi: la storia è sostanzialmente corretta, non vi sono errori gravi e diffusi ma soltanto qualche refuso minimo che vado subito ad indicare.
    “Si  trattava senza dubbio di un locale esclusivo”, “con  solo un piccolo carrello” e “passavano praticamente tutto il  giorno a catturare gli sguardi rapiti delle clienti” tutte doppie spaziature.
    “il leggero strato di cipria che le ricopriva le gote” e “è come se non riuscissi a identificare la bufera” avrebbero dovuto essere maiuscole.
    “costringendolo a restare in silenio” era “silenzio”
    “Sarai anche la persona più fortunata che abbia mai conosciuta” dovrebbe essere “conosciuto”.
    “eremo i gioia e di quiete” era “di”.
    “Perché di pensiero di doverlo lasciare la metteva così in ansia” era “il”.
    “ma  ciò nonostante le nostre giornate sono scandite da orari ben precisi” di nuovo una doppia spaziatura.
    Il resto, come ho già detto, è impeccabile.

    Lessico: il registro che hai utilizzato si adatta perfettamente alla narrazione fresca e priva di pretese auliche che hai adottato e sono davvero pochi gli appunti che posso farti.
    “quasi la spaventava il pensiero che per i prossimi tre anni avrebbe vissuto in un posto simile” penso sarebbe meglio utilizzare “successivi”.
    “che le garantisse un reddito ponderato alle ore di lavoro” credo che il termine più corretto sia “proporzionato”.
    “Sorgeva al centro di un piccolo piazzale” la parola piazzale non da l‘idea di una fiabesca radura in riva al lago, ma di cemento e parcheggio per auto, lo sostituirei con le parola “radura”.
    A costo di ripetermi, queste sono le uniche cose che mi premeva farti notare, penso che tu abbia fatto davvero un ottimo lavoro attenendoti ad un determinato registro senza ricercare delle raffinatezze eccessive che avrebbero appesantito il racconto.

    Stile: la prima cosa che salta all’occhio è la grande quantità di rientri del testo che hai utilizzato; il rientro è uno strumento importante per lo scrittore perché va a sottolineare l’inizio di un determinato paragrafo per andare ad evidenziare il fatto che sia cambiato qualcosa (per esempio il punto di vista del narratore, o che è passato del tempo, o che sì è in un altro luogo), utilizzarlo ogni volta che si va a capo fa sì che, in sostanza, quasi tutti i periodi appaiano “evidenziati”. Insieme a questo ho notato che non utilizzi mai la spaziatura doppia, le frasi si seguono una strettamente accanto all’altra, non vi è mai una paura tra un paragrafo e l’altro e quasi non c’è del tutto una divisione in paragrafi; il mio consiglio è di porre più attenzione nell’utilizzo delle spaziature e di utilizzare il rientro soltanto quando è davvero necessario (quindi non ogni volta che si va a capo).
    Per quanto concerne l’esposizione, è fluida e si fa leggere senza alcuna fatica, tuttavia ho natato che in alcuni punti perdi di brillantezza e il flow rallenta rispetto ad altre parti decisamente più scorrevoli; vado ad indicarti le parti in cui, a parer mio, ci si incaglia di più.
    “Per ottenere la borsa di studio che le avrebbe permesso di frequentare l’Università Aurora aveva dovuto sputare sangue, spaccandosi la testa sui libri per mesi e mesi mentre aiutando nel contempo i suoi genitori a mandare avanti il loro piccolo ristorante di fronte alla stazione, come aveva sempre fatto praticamente dal giorno in cui aveva imparato a camminare” questa frase è troppo lunga e credo che l’utilizzo che hai fatto del gerundio non sia del tutto corretto, io la porrei così “Per ottenere la borsa di studio che le avrebbe permesso di frequentare l’università Aurora aveva dovuto sputare sangue: si era spaccata la testa sui libri per mesi e mesi aiutando nel contempo i suoi genitori nel piccolo ristorante di famiglia di fronte alla stazione – come aveva fatto dal giorno in cui aveva imparato a camminare”. L’assenza di – è un’altra cosa che ho notato, pura apparendo un po’ ostici, i trattini sono utilissimi per dare un buon ritmo alla frase e vanno a sostituire le parentesi (generalmente molto sconsigliate in narrativa).
    “e qualche volta andava talvolta in giro, a volte per locali a volte semplicemente a fare una passeggiata in centro” vi sono più ripetizioni del concetto, io la terrei come “e talvolta andava in giro per locali o semplicemente a fare una passeggiata in centro”.
    “e come Alicia ambiva a godersi la vita senza dimenticare i propri obiettivi” credo che “come Alicia” funzionerebbe meglio come inciso, altrimenti sembra l’inizio di un paragone.
    “Preparò la crema di nocciole, unendo la panna cotta e semiliquida pasta di nocciola” trovo che questa frase non suoni granché bene, penso sarebbe meglio così “unendo panna cotta e pasta di nocciola semiliquida”.
    “Si tratta certamente di una prova importante, ma nonostante ciò che vi comportiate né più né meno che con qualsiasi altro ospite” ho trovato questo periodo di difficile comprensione, lo semplificherei così “ma nonostante ciò vorrei che vi comportaste come con qualsiasi altro ospite”.
    “Io e mia prendemmo a litigare” penso che tu abbia dimenticato al parola “moglie”.
    “Kathyusha spostò una ciocca di capelli, slanciandosi il lungo tacco” credo tu intendessi “slacciandosi” ma anche in questo caso non si slaccia “un tacco” ma “una scarpa con il tacco” la prima è un’espressione alquanto gergale e che comunque non si adatta all’azione in questione.
    “ma Claudio aveva sempre tutti a meditare bene” credo tu abbia omesso il verbo “invitato”.

    Trama: la trama segue uno sviluppo molto interessante avvicinandosi al racconto corale ma andando poi a sfruttare le storie degli avventori come sottotrame da alternare alla traccia principale riguardante la protagonista e i suoi colleghi; il tutto, unito ad una buona gestione di ciascun personaggio e relativo “spin off”, rendono la storia molto coinvolgente e piacevole.
    Vi sono però alcuni punti su cui vorrei soffermarmi perché credo tolgano brillantezza al racconto.
    Vi sono parti molto “raccontate” e poco “mostrate” per esempio delle capacità oratorie dei vari camerieri ce en viene parlato ma non li si vede mai all’opera.
    Si sarebbe potuto sviluppare molto meglio il rapporto fra i vari membri dello staff, in particolare quello di Claudio con altri che non siano Alicia, per tutto il racconto si sente soltanto una campana, abbiamo dimostrazione del comportamento di Claudio solo nei confronti della protagonista, e tu hai chiarito che con gli altri non è assolutamente così, ma non lo si vede per niente interagire con il resto dello staff e ho sentito in maniera piuttosto palpabile questa mancanza.
    Per concludere trovo che la pecca più grande di questo racconto sia il finale, sino all’ultimo hai creato delle ottime aspettative, hai predisposto un’eccellente chiave di svolta e c’erano tutti i presupposti per un ottimo epilogo, tuttavia ho trovato la tua conclusione un poco deludente: è molto aperto, troppo, non si ha una definizione precisa della situazione sentimentale della protagonista, anche qui è tutto soltanto raccontato, non ci viene data prova tangibile di un cambiamento, insomma il lettore non rimare soddisfatto sotto questo punto di vista, le informazioni centellinate che ci dai sono troppo scarne per essere appaganti e non danno la piena certezza di un lieto fine (ma nemmeno quella di un finale triste per la coppia che hai fatto subodorare per tutto il racconto).

    Caratterizzazione dei personaggi: ho trovato il racconto lievemente carente sotto questo aspetto, forse per la grande quantità di personaggi da gestire trovo che non siano stati mostrati nella loro totalità e che la loro caratterizzazione si sia fermata piuttosto in superficie.
    Prima fra tutti la protagonista, viene costantemente descritta come determinata e appassionata ma viene raramente mostrata come tale, sembra quasi che le sia stato affidato un ruolo da interpretare ma che non sia la sua vera interiorità. Ci sono molti aspetti di lei che avresti potuto approfondire, molte sfaccettature che avresti potuto darle. Nel complesso è un buon personaggio, con i suoi obbiettivi e una sua morale, ma le manca quel tanto in più che la renda viva. Stessa cosa si può dire degli altri, in particolare Claudio, che non è un semplice personaggio di contorno come lo possono essere gli altri, ma si tratta di un personaggio fondamentale alla crescita della protagonista; ho trovato che anche lui non fosse reso al massimo, appare come molto complesso ma non l’hai esplorato a sufficienza per renderlo davvero interessante. Come ho già detto nel punto precedente manca una parte che a parer mio è fondamentale per la sua caratterizzazione, ovvero il suo porsi nei confronti di altri che non siano la protagonista, sì, c’è stata la scena con i due sposini, ma è davvero una briciola rispetto a tutti i momenti di quotidianità che avresti potuto sfruttare.
    Per quanto concerne i restanti personaggi, per essere dei secondari hai lasciato molti dettagli delle loro storie e hai dato loro un certo background, tuttavia, anche qui, hai mancato di lasciare quei piccoli dettagli che li avrebbero resi davvero vivi. In particolare Kathyusha è un personaggio che ho trovato davvero azzeccato, per parte del racconto viene data una certa immagine di lei (anche qui con dettagli un po’ “piatti”) che viene successivamente ribaltata completamente senza però dare un vero peso alla cosa, credo che questa sia una grave perdita perché, in una storia che contiene numerose morali, avevi l’opportunità di aggiungere un’ulteriore sottotrama che avrebbe potuto dare ancor più valore al racconto.
    Detto questo, non sto assolutamente dicendo che i tuoi personaggi siano caratterizzati male né tantomeno che siano anonimi, soltanto che manca loro quel qualcosa in più per renderli memorabili e di certo io – come nessun altro – posso dirti cosa sia perché questo è diverso per ogni autore. Ad ogni modo è bene che tu sappia che la base c’è ed è buona perciò non puoi far altro che migliorare ulteriormente.

    Utilizzo dei prompt: credo che tu abbia davvero centrato il prompt, hai espresso perfettamente come le vite che vengono in contatto possano modificarsi radicalmente, l’hai descritto in ogni cliente del cafè, nella protagonista stessa e in chi l’ha circondata. Pur non essendo mai fisicamente inserito nel racconto è chiarissimo come ne sia il fulcro e la morale preponderante, hai fatto davvero un lavoro eccellente.

    Sour-factor: purtroppo temo che tu non abbia centrato il tema del contest, pur avendo esplorato egregiamente il prompt ed essendoti calato in più storie personali dandone un introspezione tutto sommato buona vi è la quasi totale mancanza di qualcosa di essenziale: non è una commedia. Si tratta di una raccolta – una bella raccolta – di momenti di vita legati da un comune denominatore, tuttavia la trama centrale non ha abbastanza forza per ergersi a sostenere tutto il resto e appare un po’ troppo sottotono, ha quasi lo stesso spessore degli altri rami che invece dovrebbero risultare secondari. Questa debolezza toglie coesione al racconto mostrandolo molto più come un “procedurale” anziché una storia che strizza l’occhio al corale.
    In aggiunta sono assenti molti altri tratti caratteristici quali l’ironia, il flow rapido e istantaneo e l’assenza di cliché (che qui compaiono, pur non inficiando la qualità dello scritto, ma ci sono).
    In sostanza non era propriamente questo il tema richiesto dal contest, ma essendo questa una storia edita è comprensibile che avrebbe faticato ad avvicinarcisi.

    Originalità: il racconto è di per sé una raccolta di slices of life, un genere il cui cavallo di battaglia non è certo l’originalità, tuttavia questa storia è resa molto particolare dalla sua ambientazione, che è stata sfruttata piuttosto bene e ha un peso decisamente consistente sulle scelte dei personaggi.
    Alcune cose sono però già viste, in particolare lo staff del cafè presenta dei prototipi di personaggi decisamente tipici e già visti in situazioni analoghe; un esempio fra tutti può essere il manga Host Club, in cui è presente un locale per molti versi affine a quello della storia e che presenta fra i personaggi due gemelli sgargianti e un ombroso ma educato e quando vuole gentile ragazzo dai capelli neri, gli occhiali e altera bellezza. Non sto dicendo che siano identici o non autentici, però sono tipologie di personaggi proprie del genere e presenti proprio perché ognuna di esse incarna una modalità di comunicazione, di conseguenza non si può dire che fossero qualcosa di mai visto.

    Opinione personale: ho molto apprezzato questa stria, l’ho trovata piuttosto coinvolgente e piacevole alla lettura, avrei voluto qualcosa in più dai personaggi e magari degli argomenti un tantino più forte, ma l’ho gradita molto comunque. Personalmente mi ero fatta grandi aspettative su Alicia e Claudio come coppia e mi sarei aspettata un finale ben diverso, tuttavia non è questo il motivo per cui non troppo gradito la conclusione, penso che nella lettera finale avresti potuto fare molto di più, renderla davvero conclusiva e d’effetto, invece l’ho trovata un po’ moscia e stereotipata e di questo mi è dispiaciuto molto.
    In ogni caso, come ho già detto, la storia mi è piaciuta, l’ho trovata leggere e godibile anche se forse priva dell’atmosfera sofisticata che pure hai cercato continuamente di dare.