Recensione premio "Stile Copione"
Meglio tardi che mai, si dice... e mi scuso, davvero, ma quel famoso lavoro mi ha risucchiato anima e tempo. Ma lasciamo stare questo.
Ho scelto questa storia perché ne ho scritta una simile, benché totalmente diversa. Ma l'incipit è stranamente uguale: una persona che guarda in giù... è terribile quanto possa essere affascinante il sotto. Il dire "Chissà com'è".
Poi la tua storia è ben più tragica, quasi crudele nella sua "superficialità". Messo fra virgolette perché non intendo tu abbia trattato superficialmente il problema, anzi, ma perché... è lei ad averlo fatto. C'è una fragilità, un'inconsistenza che serpeggia nel nostro mondo, che è sconvolgente, un'incapacità di notare il dolore altrui, tanto concentrati siamo sul nostro... Mi ha colpito, per esempio, che il cruccio (?) della tua protagonista sia l'essere "piccola". Io alla sua età ero già fin troppo formata e preda di sfottò al contrario.
Complimenti.
Quanto alla forma... nessun errore, frasi brevi, ma adeguate alla narrazione; non mi piacciono molto le frasette (titoli, ipotizzo, o strofe) in inglese, sembrano quasi buttati lì, anche se hanno un'attinenza con testo non ne sono parte... ma è, come dicevo, questione di puro gradimento.
Davvero, bel lavoro |