Recensioni per
Io non lascio traccia
di icered jellyfish

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
30/07/14, ore 01:16

Ci sono veramente rimasta di merda.
Mai letto un angst più bello in vita mia, e giuro che il mio cuore ha saltato un battito quando, alla fine della storia, mi sono accorta che la fanfic non continuava, rimaneva senza un lieto fine.
Ho perso un battito anche quando ho aperto la pagina e ho trovato questo splendido format *Q*
Il lessico è molto curato e ricercato, forse un po' troppo.
Ho paura di leggere la tua fanfiction ("Alle stelle, Hiccup. Alle stelle") ma la mia curiosità ha buone probabilità di vincere ;)
Hai fatto bene ad usare un nome inventato con assonanze nordiche, a volte mi capita di leggere di personaggi inventati (intendo personaggi che non esistono nel libro/film/anime/manga) magari che dovrebbero essere giapponesi ma inspiegabilmente si chiamano Mario .-.
E niente, ci si becca ;)
_Marcy
P.S. Sono l'unica che non ha mai visto Silent Hill? O.o OhMyGodda

Recensore Junior
10/06/14, ore 22:47

Oh. Holy. Heavens.
Lo dico in inglese perchè mi piace di più. Se volevi lasciarmi con quel senso di inettitudine che mi capita quando mi trovo davanti certi lavori grandiosi, ci sei riuscita.
Cavolo, mi ha ricordato "La casa sul lago del tempo" (film, di cui ho visto solo il trailer e che cerco da mesi) e quasi mi aspettavo una bella inserzione ancora più paranormale che comprendeva Hiccup costruire un altro villaggio su Berk (okay ora tenta di seguirmi) e influenzare la vita nell'altro universo, fino a rendersi noto in modo che i berkiani dell'altro universo si ricordassero improvvisamente di lui e, soprattutto i ragazzi, tentassero di comunicare per farlo tornare indietro.
Pensa che bella angst con Stoick che SA di avere il figlio che ha sempre desiderato e di non poterlo assolutamente raggiungere. E Astrid che SA che quello è quello giusto per lei, con lo stesso problema di Stoick.
Oh, sento i brividini fino alla punta delle dita adesso.

Recensore Veterano
04/05/14, ore 01:42

È difficile scrivere con le mani che tremano.
Non sai quante volte mi sono grattata il collo durante la lettura… una cosa che faccio quando sono a disagio o sconfortata. Ma, questo, tranquilla, è un dolore dolce, che può scaturire solo dalla lettura di una storia scritta con immenso talento. Quindi voglio che tu sappia di avere una dote eccezionale, in grado di far entrare in simbiosi empatica il lettore con i tuoi protagonisti d’inchiostro e che spero continui sempre a coltivare.
Avevo visto questa tua storia un po’ di tempo fa ma, visto il genere, ho preferito aspettare di avere un umore un po’ più stabile per mettermi a leggerla (come ben sai, ero leggermente euforica XD). Volevo essere rilassata, per capirla come si deve. Per lo meno nei limiti delle mie [scarse] conoscenze.
Premetto di non aver mai ascoltato “Io non lascio traccia” dei Negramaro ma che, appena ho trovato il titolo nelle note finali, sono andata a leggermi il testo per comprende meglio quel piccolo filamento che hai voluto lasciare all’interno delle maglie di questa meravigliosa, malinconica storia. Così sono stata in grado di recuperare almeno tutte quelle piccole citazioni che riguardavano i dialoghi; in particolar modo quell’ultimo, angosciante colloquio che ha Hiccup con Stoik a tavola, durante la loro ultima cena insieme. Non ti nascondo che, più mi immergevo nel loro discorso, più sentivo l’aria venirmi meno nei polmoni. Mi sono sentita schiacciata dall’immensa, irrimediabile solitudine di Hiccup. Sentivo nel petto un forte sentimento claustrofobico e mi è sembrato avere davanti Hiccup. Potevo vedere i suoi occhi segnati da una melanconica accettazione, quella che nasce quando sa ormai che non può far altro che lasciarsi dissolvere da quella foschia di una dimensione che non è la sua.
Splendidamente rappresentato quel inspiegabile, struggente sentimento di perdita che Astrid sente nel petto. “Una traccia invisibile sulla sua pelle”, la precarietà della sua esistenza che ora si corrode lentamente come un chiodo arrugginito nell’acqua, spandendosi nel tempo senza avere un senso, una direzione. Il suo cuore e quello di Stoik che battono piano, appesantiti da quell’impotenza che deriva dal non riuscire a comprendere la propria inquietudine. E Hiccup le è di fronte, a respirarle a fior di labbra, eppure lontano una vita intera. Una vita diversa. Una vita senza nessun’altro a parte Sdentato, perso in un isola arida e morta che abbandona, perdendosi nei raggi del sole. Un volo di Icaro verso qualcosa che non potrà più arrivare a sfiorare neppure tra i ricordi. Questo passaggio è quello che ho amato di più.
Il tema del parallelismo delle esistenze, di questo squarcio nel tempo e nella memoria dei personaggi, è stato a mio parere dipinto con una fluidità eccezionale. Dal rimprovero semplice, quotidiano di Astrid ai discorsi di Skaracchio, Moccicoso, Gambe di Pesce e i gemelli, che restavano mutili, bloccati, per poi distorcersi e mutare suonando così spensierati da essere in realtà crudi e inquietanti. Non si può non sentirsi toccati, di fronte ai loro sguardi vitrei che lasciano il nome di Hiccup sospeso tra le parole, in un oblio che sta divorando e distorcendo il passato. Che intreccia due realtà che si sono sfiorate e si stanno separando. Non esiste forse nulla di più angosciante del non lasciare traccia e dell’esserne consci, di provarlo sulla propria pelle mentre il tuo riflesso sparisce dagli occhi delle persone che ami più al mondo e che ti amano finché il tuo ultimo residuo non sbiadisce e diventa “pioggia sulla neve”.
Il lirismo del finale mi ha commossa. Non so cos’altro aggiungere, probabilmente non ho nemmeno compreso tutto come si deve; ma per me è tutto talmente struggente e perfetto da non meritare altro che i miei più vivi complimenti per il lavoro che hai fatto. Come sempre.

Recensore Junior
02/05/14, ore 13:22

BOOM.
Tipo che non mi aspettavi qui, eh? E invece, tu guarda che ti combino. Sai, quando uno continua a procrastinare l’inizio della giornata di studio e si chiede cosa mai si può inventare per rimandare l’estremo momento, succede che ci si ricordi di aver letto una shot e che forse forse meriterebbe una bella recensione. Dunque sono qui, dopo aver pubblicato – giusto per procrastinare ancora un po’ – ho deciso che avrei fatto bene a provare a lasciarti una recensione, perché come sempre mi manca recensirti e avere fandom e fisse in comune, quindi qualche volta devo smorzare tale nostalgia.
Ora che ho fatto questa premessa totalmente inutile e sicuramente poco interessante, sarebbe bene che io cominciassi a occuparmi della storia in sé, no? Come ben sai, io adoro il genere fantascientifico – conditi con salti temporali, dimensionali e tutto l’arsenale, visto che sono una fans del caro e vecchio Dottore ♥. Quindi mi è piaciuta particolarmente molto questa realizzazione, un po’ perché appunto il genere è a me molto caro, ma soprattutto perché avendo letto molti romanzi di tale tipo, posso affermare che te la sei cavata egregiamente.
Una degli elementi che ho maggiormente apprezzato è come sei riuscita a mostrare un corso naturale alla scomparsa di Hic, un fluire via lento, inevitabile, portato via da una corrente regolare che cancella la sua presenza e la sua memoria. A leggere dei vari momenti in cui si perde, in cui nessuno lo vede e lui non scorge nessuno, si ha la strana sensazione di predestinazione: si ha una la sensazione che qualcosa non vada per il verso giusto fin da subito, e questa impressione aumenta inevitabilmente diventando sempre peggiore, sempre più pressante e angosciosa. Insomma, hai reso in maniera perfetta questo suo smaterializzarsi, mostrato in alcune salienti scene, che rendono all’inizio quasi comico il tutto – come quella che pare solo un’incomprensione innocua tra Hic e Astrid – fino a divenire incredibilmente preoccupante quando si comincia a comprendere di come la lontananza di Hic implichi anche il lento sbiadire nella memoria altrui di lui. Aleggia come presenza evanescente nel mezzo della narrazione, rimanendo in sottofondo, mostrato nel suo scomparire attraverso la chiacchierata degli amici all’accademia, fino a divenire davvero un fantasma il cui nome diventa anche arduo da pronunciare, da tenere a mente.
Incredibilmente straziante è la parte in cui si comprende che è definitivamente scomparso, ovvero quando c’è il discorso finale tra Astrid e il padre di Hic, in cui ormai lui non esiste più ed è completamente sbiadito via, polvere nel vento, a lasciare solo un vago senso di vuoto inspiegabile in entrambi gli interlocutori. Particolarmente significativa sono state queste righe che ti riporto, perché davvero mi sono piaciute incredibilmente e mi hanno lasciato un senso di triste amarezza addosso: «e nemmeno ce lo voleva in fondo, un cavaliere, perché non c'era vichingo su Berk in grado di completarla, di colmare quello strano senso di vuoto che aveva nel petto, quella sensazione di appartenenza a qualcuno fatto di niente. Quel suo sentirsi un chiodo arrugginito in un bicchiere d'acqua.»
E la fine, con Hic e Sdentato da soli su un’isola totalmente brulla è veramente l’apoteosi della devastazione emotiva, ebbene sì. Perché non basta che tutti non si ricordino di lui, ovviamente, no, anche lui non si deve ricordare una beata mazza! Però almeno ha Sdentato, io mi consolo così, con la costatazione che non è completamente solo e ha un mondo da esplorare – magari come Edward trova una Astrid in quel mondo e mette su comunque famiglia; e sì, so che non è possibile, ma shhhht, dai, lasciami con le mie flebili speranze, eh.
Comunque, da buona fan di Thor, devo dire che ho apprezzato moltissimo i riferimenti ad esso e sono contenta che la mia vicinanza ti abbia fatto apprezzare l’imprecazione per l’occhio di Odino – che ritroverai nei fumetti quando verrai a leggerteli, insieme a per tutta Hel. Niente, la prossima volta buttaci dentro anche Loki, raccomando, così io sono ancora più contenta e poi Loki va sempre bene ovunque, non stanca mai e non è mai abbastanza (?).
Ora, penso che mi ritirerò, perché ho delirato a sufficienza e non mi pare il caso di rendere ancora più evidente quanti problemi io abbia, magari vado a prendere in mano i libri, ecco, che è meglio [cit.].
Addio ♥
 
 
Mania

Recensore Master
26/04/14, ore 22:03

Hola! Sono Purple_Rose, felice di conoscerti!
Dovevo proprio dirtelo, è davvero una bella fic, molto ragionata e intrigante, che ti sorprende dall'inizio alla fine! Mi è piaciuta molto!
L'idea dell'universo alternativo è interessante, poi Hiccup è un unico, al di sopra degli altri! Almeno è quello che credo... (fan di Hiccup)
è molto malinconica e angst, e credo che sia raro trovarne quando non si parla di sangue o cose del genere! Per questo complimenti! ^ ^
appena ho iniziato a leggere mi è subito venuto in mente Kuroko, il che ammetto che mi ha fatto un certo piacere!
molto ben scritta, non ho notato errori e mi ha lasciato quella piacevole malinconia da fine racconto...
complimenti ancora!
alla prossima, ciao!
Purple_Rose

Recensore Veterano
26/04/14, ore 14:23

Bene, con questa storia, mi hai ufficialmente uccisa...
E' scritta benissimo e mi è piaciuta molto perché hai un modo di fare confronti tre le cose che mi piace tantissimo e che vorrei saper fare anche io, ma mi hai lasciato un vuoto al petto terribile... mi sento quasi come Astrid, che sente di essere di qualcuno, ma non sa nemmeno chi sia...
Davvero stupenda, anche se troppo Angst per i miei gusti, dopo la tristezza, ho bisogno dell'allegria e fino all'ultimo, ho sperato si ricordassero di lui... <3

Complimenti, comunque :)
Baciiiii
Lia

Recensore Master
26/04/14, ore 11:43

O_O
Ok, questa storia mi ha tenuta col fiato sospeso fino all'ultimo punto, è stata un costante climax di angoscia e incomprensione; posso capire che ti sia venuta in mente con tutto quello che hai detto, ma davvero, dormi bene? Fai sogni sereni? Devo dire che il modo in cui hai scritto ed il contenuto sono un tantino preoccupanti...
Ovviamente sei perfetta come sempre, solo... Che angoscia!
Povero Hic, chissà come si dev'essere sentito per quelle settimane (o mesi?) in cui nemmeno suo padre lo riconosceva; e chissà come si sente ora!
Però devo dire che è interessante. Ci penserò!
Alla prossima, e ancora complimenti.
Laura.